MASTERS OF MAX: THE AIR MAX ICONS
16 Marzo 2015
Tutti parlano delle Air Max, ma in quanti veramente possono vantare serie e specifiche nozioni culturali legate ad ogni modello? In attesa dell’Air Max Day, ecco un’attenta esplorazione di quelli che sono tutti i componenti della famiglia Nike Air Max.
Air Max 1
Nel 1987, Nike presentò Air Max 1, il primo modello a mettere l‘innovazione completamente in mostra. Sviluppata sfruttando un sistema di ammortizzazione, nasceva una scarpa provocatoria e rivoluzionaria. Per la sua creazione, Tinker Hatfield, lead designer di Nike, prese a ispirazione l’architettura anticonformista parigina per realizzare un’apertura della suola che svelasse l’esistenza dell’Air-Sole.
“Mi sono recato a Parigi per visitare la città, ma anche per visitare il Centre Pompidou” – afferma Hatfield. “Si tratta di un edificio a struttura invertita, la cui ‘pelle’ di vetro è posizionata al di sotto. Ritornato in Oregon, ho preso parte alle riunioni con i tecnici che stavano lavorando su queste Air-Sole di dimensioni più grandi e ho trasmesso loro il mio pensiero: avremmo potuto prendere quella tecnologia e renderla visibile per creare una scarpa senza uguali.”
La Nike Air Max ha dato il via a 28 anni di sperimentazione nel campo dell’Air-Sole che hanno portato alla luce centinaia e centinaia di memorabili makeup e modelli.
Air Max 90
Creata appunto nel 1990, Air Max 90 si distingueva presentando un’Air-Sole con maggior volume. La sneaker includeva pannelli di plastica scanalati e diverse opzioni di allacciatura per ottenere il fit perfetto. Ma quello che contraddistingue la scarpa è la sua tonalità, quell’iconico rosso brillante, noto come “infrared”, che metteva in evidenza la tecnologia visible air. Un ingrediente fondamentale che ha reso la Air Max 90 popolare sin dal suo esordio. Negli anni a venire sarebbe stata ovviamente aggiornata e customizzata, ma sarebbe per sempre rimasta un must assoluto.
Air Max 180
La Nike Air Max 180 nacque dall’unione di due menti: quella di Tinker Hatfield e quella del designer della Air Force 1, Bruce Kilgore. Il risultato? L’unità Air visibile sia nella suola esterna che nell’intersuola, con l’ammortizzazione a 180 gradi a fare da protagonista. L’unità Air era più larga del 50% rispetto ai modelli precedenti e la tomaia presentava un nuovo rivestimento interno a estensione dinamica in grado di assumere la forma del piede, mentre l’elemento modellato contrapposto nel tallone conferiva sostegno. L’Air Max 180 raggiunse la notorietà grazie ad un celebre spot pubblicitario, coinvolgendo leggendari fumettisti, maestri degli effetti speciali e registi cinematografici.
Air Max 93
Come stupire un pubblico che era già stato precedentemente sorpreso molte volte? La risposta vide la sua concretizzazione nell’Air Max 93, l’ultima creazione di Tinker Hatfield costruita sulle scanalature flessibili della Air Max 90, con rivestimento interno in neoprene dynamic fit - per dare al piede e alla caviglia un sostegno ancora maggiore.
L’unità Air-Sole dell’AM 93, realizzata a soffiaggio ad alta precisione ed ispirata ai contenitori di latte in plastica, ha creato standard di ammortizzazione completamente nuovi e sarebbe presto diventata il fondamento della tecnologia visible air nell’avampiede.
Air Max 95
Debuttando nel 1995, l’audace silhouette dell’Air Max 95 è stata la prima a presentare la tecnologia visible Nike Air nell’avampiede. Questo approccio completamente nuovo all’ammortizzazione offriva al runner due air unit per un comfort e un supporto decisamente superiori. L’Air Max 95 fu il primo modello Air Max a presentare un’intersuola nera, un tratto che costituiva un drastico distacco dal design tradizionale delle scarpe da running. La pecora nera della famiglia? Decisamente solo per via della colorazione.
La silhouette dell’AM 95 si ispira al corpo umano: la struttura dell’intersuola è paragonabile alla spina dorsale, fungendo letteralmente da colonna vertebrale del design. Gli occhielli in nylon rappresentano le costole, mentre i pannelli a strati e il mesh simboleggiano le fibre muscolari e la carne.
L’approccio graduale alla tomaia, che iniziava con una base più scura, era studiato perché la scarpa rimanesse pulita anche quando indossata per correre fuoristrada. Un logo appena percettibile e un nuovo stile Air Max erano altre delle caratteristiche di questa nuovissima silhouette.
Air Max 97
La Nike Air Max 97 segna la svolta, presentando la prima unità Max Air a tutta lunghezza. Naturalmente, questo rivoluzionario modello aveva bisogno di una tomaia che stesse al passo con questa audace innovazione: partendo dall’argento, il design fluido della scarpa trasse ispirazione dai treni ad alta velocità di Tokyo, mentre i profili catarifrangenti conferivano alla Air Max 97 un look amplificato dalla perfetta illuminazione.
Air Max 2003
Air Max 2003: tomaia ridotta al minimo e approccio massimizzato all’ammortizzazione.
La nuova silhouette ha preso a prestito la stessa unità Air-Sole utilizzata nella Air Max 97, garantendo un’ancor maggiore flessibilità.
Per la tomaia fu utilizzato un materiale da performance di Teijin - simile a quello che veniva impiegato nelle scarpe da calcio. Ciò conferisce al modello un look leggero e aggressivo allo stesso tempo - oltre che un’ottima sensazione al tatto.
Air Max 360
Quasi 20 anni dopo il debutto dell’Air Max originale, nacque l’Air Max 360 - che, per la prima volta, utilizzava la costruzione a stampaggio termico per raggiungere ben 360 gradi di ammortizzazione. Si tratta di un tributo al passato: alla colorazione originale di Air Max e al look dell’Air Max 95, ripreso tramite l’effetto graduato tagliato a laser sulla tomaia.
Air Max 2015
La Air Max 2015 presenta una tomaia di maglia traspirante, leggera e quasi priva di cuciture che avvolge il piede al meglio tramite la tecnologia Flywire. Una costruzione tubolare e una serie di scanalature flessibili migliorano la transizione, il decollo e l’atterraggio dei runner. Un’innovazione: lo Swoosh rovesciato - che sovverte la familiarità e sottoscrive una nuova generazione di espressività.
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