The 5 Best Things about Milan Women Fashion Week FW15
Give Me Five
04 Marzo 2015
Le settimane della moda si susseguono veloci l'una dopo l'altra. Ora tocca a Milano chiudere.
Mentre i soliti fashion insiders fanno la fila ai check-in pronti per trasferirsi a Parigi e perdersi nelle luci della ville lumiere e delle passerelle francesi, noi restiamo qui a lavorare, a regalarvi un pezzo di sogno.
Ecco le nostre top 5 collezioni della fashion week milanese appena trascorsa.
#1 Prada - Sweet & Sour
Lontano dal nero assoluto, via dalla "moda senza genere", Miuccia Prada, per il prossimo inverno gioca con il concetto di femminilità, smontandone e ricostruendone codici e clichè.
Fiocchi, decorazioni, colori tenui attraverso il filtro iconoclasta ed ironico della designer diventano una celebrazione dodecafonica della forza del senso di disorientamento nella moda. Prendere un determinato concetto, distruggerne il lessico e trasformarlo in qualcosa di completamente nuovo e inaspettato. Mrs Prada è una maestra nel farlo.
Con lei il bonton sixties ed i meravigliosi ed iperglicemici toni degli abiti sono maschere che nascondono soluzioni originali. Il jersey corposo, simile al neoprene, ha un effetto lucido che appiattisce e rende piene i colori, il pitone a stampe molecolari imita il fondant delle torte, il tweed acquista consistenza tridimensionale ed introduce concretezza.
Prada resta una maison geneticamente modificato verso il bello, per la quale la moda è importante perchè un racconto visivo che richiede pensiero.
#2 Marco de Vincenzo
"Cerco di lavorare sulle cose semplici, ma le trovo. . . noiose". Il designer romano lo confessa. Tutto deve si essere indossabile, ma senza mai perdere quel quid che rende un capo speciale. Dietro questo pensiero si nasconde l'amore totalizzante di de Vincenzo per i dettagli, per i particolari: le sovrapposizioni di abiti e tessuti, i profili in toni a contrasto, i giochi di texture, i motivi a losanga, le frange colorate nascoste nelle cuciture.
La maglieria di cachemire, pantaloni gaucho in denim, le gonne a matita, i cappotti, le tuniche tagliate al laser sono tavole materiche che acquistano complessità attraverso i tessuti.
#3 N21
Alessandro Dell'Acqua omaggia "il romanticismo di Alida Valli in Senso di Luchino Visconti e lo sportswear di derivazione americana".
L'ultima collezione di N21 è un gioco di reinterpretazioni, sovrapposizioni ed ossimori, nel quale rigore e romanticismo convivono. Il popeline virginale si contamina con la pelliccia, il tweed con capi in jacquard oro effetto lamè, il raso con la felpa col cappuccio, l'organza dai toni diafani con il caban sportivo.
Dettagli, materiali, volumi antitetici trovano un perfetto equilibrio, una magica armonia tra virtuosismi e semplicità.
#4 Vivetta - L'eletta
Giorgio Armani la ha fortemente voluta. E' stata scelta tra decine di designer emergenti, regalandole una più che meritata visibilità. Perchè Vivetta Ponti, nata ad Assisi nel 1977, ma Milanese di adozione, ha talento da vendere.
Questa volta il suo stile ironico, surreale, romantico racconta Marianne Faithfull e tramite la celebre artista inglese e groupie dei Rolling Stones, gli anni '60.
Gli abitini, i pantaloni alla caviglia, i cappotti, i motivi liberty, i ricami floreali, così come i volumi e i tagli dei capi parlano di ideali, misticismo, rock'n roll e rivoluzione. "The groupie attitude" non è solo un omaggio a quell'intenso periodo, ma un viaggio sognato tra broccati, opere d'arte surrealiste, ricami folk e magia.
#5 Gucci - Here is the revolution
Addio Frida, benvenuto Alessandro. Il nuovo direttore di Gucci stravolge i codici della maison per abbracciare uno stile stropicciato, sghembo ed allegramente eccentrico. La sua è una moda che non ha confini di genere e o di tempo, ma segue un proprio ritmo interno, volutamente sfasato, libero.
Alessandro Michele esclama "Total look addio, viva la libertà d'azione" e cita persino il filosofo Giorgio Agamben per spiegare che contemporaneità è sinonimo di essere fuori dal tempo.
Questo pensiero si traduce in una serie di abiti e look di cui potrebbe facilmente innamorarsi Wes Anderson: gonne a pieghe, bluse di pizzo, golfini ricamati con fiori ed uccelli, tailleur spiegazzati, baschetti e ciabatte di pelo.
Pare che l'ispirazione sia arrivata dalle ragazze che il designer vede passare mentre sorseggia un cappuccino al bar, "Starei ore a guardarle, sono anche attratto dalle cose che non mi piacciono".
E' proprio questo il fascino che esercita la nuova collezione: è l'errore, l'elemento apparentemente sbagliato che affascina.