The Best Five Things about Paris Men Fashion Week FW15
Give me five
28 Gennaio 2015
Tutti a Parigi vorrebbero essere attori e nessuno spettatore. Lo scriveva Jean Cocteau molti anni fa e noi concordiamo.
Purtroppo però se parliamo di sfilate dobbiamo arrenderci al nostro ruolo di pubblico. Dobbiamo piegarci a quanto designer e modelli mettono in scena per noi, ma non senza colpo ferire. Abbiamo pensieri, opinioni, parole e gusti diversi.
Ora vi raccontiamo le nostre collezioni preferite, perchè ok spettatori, ma mai silenziosi.
#1 Maison Margiela
Illuminazione stroboscopica e musica dei Primal Scream disegnano i contorni di una collezione che omaggia gli anni '70s ed il glamour rock di quel periodo. Nessun total look, ma un mix eterogeneo di pezzi: maglie in lurex e pantaloni sartoriali, gilet oversize e skinny floreali, caban col collo in pelliccia e peacoat patchwork.
Maison Margiela veste un dandy sofisticato che ama i glitter, la pelle e sembra uscito da Boogie Nights.
"Disconnessa, disordinata, ispirata. Democratica." Così il marchio belga descrive la sua proposta parigina ed affronta questa stagione di transizione, il designer infatti non è John Galliano per ragioni top secret, nascondendo l'amore per la decostruzione tra i dettagli: cuciture incompiute, colletti dalle proporzioni sbilanciate.
#2 Commes des Garcons
Strati di significato vestono il rituale di Rei Kawakubo: la morte, la vita, la perdita.
Sono tutte esperienze sigillate sulla nostra pelle, tatuate come le stampe realizzate da Joseph Ari Aloi aka JK5, disegni che animano la collezione presentata in questi giorni a Parigi. Le grafiche multicolore si sovrappongono ai gessati scuri, al bianco puro spezzato dalle immagini sconvolgenti del fotografo sudafricano Roger Ballen (invisibili in 2-D).
Kawakubo esplora vita e sessualità, maschile e femminile. Stratifica sentimenti e sagome: giacche sartoriali asimmetriche, pantaloni al ginocchio, pantacollant. Tutto è teatrale, un rituale misterioso che trova nell'inquietante musica di Jocelyn Pook la colonna sonora ideale.
#3 Gosha Rubchinskiy
Gosha Rubchinskiy porta in passerella la Russia degli anni '90 , quella post-glasnost e ne rielabora codici e stereotipi, creando una collezione di streetswear ibrido. All'interno di un'antica chiesa ortodossa i tredici modelli, scelti attraverso un casting in strada, sono la fotografia in divenire dell'antica alleanza Russia-Cina.
Indossano parka, felpe con scritte in cirillico, pantaloni della tuta e calzettoni in evidenza, rievoca i paninari degli anni '80, ma anche gli hooligans ed i membri del Nazbol, partito politico russo illegale creato negli anni '90.
#4 Raf Simons
Raf Simons rielabora storia ed archivi di Martin Margiela e Helmut Lang, da sempre suoi eroi, per creare una collezione che parla di storia della moda, ma anche di adolescenza e anni '70.
Il designer rivive attraverso tagli e tessuti il tipico rito di passaggio belga durante il quale gli studenti universitari più grandi fanno eseguire dei compiti a quelli del primo anno, che devono indossare un camice da laboratorio che poi verrà riempito da messaggi scritti durante il rituale.
Simons realizza così la propria versione di quei capi, decorandoli con un artwork ricercato, con riferimenti al lavoro di Joseph Beuys, e li mescola con altre proposte che alternano precisione sartoriale con dettagli non-finiti. Ci sono i lunghi gilet, le maglie con stampe geometriche, i pantaloni svasati, i cappotti con gli orli sfilacciati ed elementi in vernice.
Ogni collezione è un nuovo viaggio nella storia della moda, ma anche e soprattutto nel suo futuro.
#5 Dries Van Noten
Ogni show dello storico marchio di Antwerp è un dipinto, un piccolo quadro incorniciato da opulenti tessuti.
Per la FW15 Dries Van Noten ci conduce in un viaggio romantico attraverso l'est asiatico, attraverso Cina e Giappone. Mostra tutta la sua abilità sartoriale e la sublime capacità di creare pattern unici facendoci scoprire la popolazione Miao, famosa per gli splendidi e minuziosi ricami dei loro abiti.
I loro motivi tradizionali diventano decorazioni argentate per i cappotti, le uniformi cinesi base per le giacche e le camicie, mentre le influenze samurai si traducono in sovrapposizioni di tuniche e pantaloni. E' una collezione effortless-chic, morbida, composta da tessuti e lavorazioni preziosi.
Quando la stravaganza si trasforma in raffinata eleganza.
photo credit: Dazed