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The Best 5 things about Paris Fashion Week SS15

Give Me Five

The Best 5 things about Paris Fashion Week SS15 Give Me Five

Addio Parigi. Modelle, voguistas, trend setters e curiosi se ne vanno.

Si concludono i 9 giorni di sfilate parigine. E' tempo di prendere il respiro, raccogliere le idee e vedere cosa resta nei nostri cuori e nei nostri occhi.

Noi lo abbiamo fatto e questa è la nostra top 5 tra le collezioni presentate.

#1. DRIES VAN NOTEN

In una foresta magica, su un tappeto di muschio, progettato dall'artista argentina Alexandra Keyayoglou, Dries Van Noten porta in passerella la poesia. Fluttuanti abiti in chiffon, organza, broccati, seta trasformano le modelle in moderne Ophelia, languidamente stese su un manto erboso. La protagonista della più celebre opera di John Everett Millais diventa una sensuale hippie che mescola con sapienza, opulenza ed accenni di sportwear. Un'atmosfera magica e rarefatta avvolge i pantaloni jodhpour, le stratificazioni di colori, i motivi da cravatteria, i lunghi abiti raffinati. Dries Van Noten ricrea un sogno dal quale è un peccato svegliarsi.

#2. JACQUEMUS

Sole, righe e "cheesy pop francese". La nuova collezione di Simon Porte, designer di Jacquemus, è così: fresca, ironica e pop. Intitolata "Les Parasols de Marseille", ogni suo pezzo è un adattamento  di un ombrellone, in rosa, giallo e blu. Il risultato? una serie di capi tridimensionali, scultoree geometrie di tessuti, che reinterpretano e decostruiscono il ricordo delle vacanze nel sud della Francia di Porte: giacche in popeline, mini scese lungo i fianchi che lasciano intravedere il bikini a righe, morbidi pantaloni bianchi.

"Io non creo abiti, creo storie" ripete spesso Mr Jacquemus, questa volta, ci porta tra sedie a sdraio e ombrelloni, tra le opere di una collezione che ne conferma il talento. Una curiosità? Per celebrare la nuova collezione Another magazine ha fatto realizzare dall'artista Eleanor Macnairwhose tre coloratissime bambole in Play-Doh. 

#3. CHANEL

Karl Lagerfeld ama fare le cose in grande. Ogni stagione è l'occasione per un nuovo evento sempre maggiore, sempre più straordinario.   Questa volta ricrea una tipica via parigina, "Boulevard Chanel", all'interno del Grand Palais, dove, al grido di " Make Chanel, not War!",  fa sfilare una vera e propria manifestazione in stile sessantottino.

Guidate da Cara Delevingne le modelle impugnano cartelli e recitano slogan come "Ladies First","Tweed is better than Tweet". Kaiser Karl porta la causa femminista in passerella, aderendo alla campagna Onu "He for She", che invita gli uomini a battersi per difendere i diritti delle donne.

"Ho pensato che fosse divertente fare una dimostrazione su un argomento con cui potessi bene rapportarmi", spiega lo stilista e continua "Non vedo il motivo per cui ogni essere umano non è sullo stesso livello, soprattutto nel mio lavoro."  

Chanel scende in strada e porta con se non solo una manifestazione destinata a rimbalzare da un social nework all'altro, ma soprattutto una delle più belle collezioni presentate negli ultimi anni. E' un tributo alle donne, di qualsiasi taglia e gusto: tweed, macchie di colore, tute militari, completi classici, ricami, volant. 

#4. ROCHAS

 

Intensa, femminile, sofisticata. Alessandro Dell'Acqua, direttore creativo di Rochas, disegna una collezione in bilico tra timidezza verginale e sensualità. Cipria, bianco, oro e nero accarezzano i lunghi abiti in organza, le  piccole bluse, le tuniche sovrapposte.             In continuo gioco di equilibri, l'eleganza rarefatta convive con dettagli sporty, le trasparenze con il pizzo, i tessuti delicati con le scarpe scenografiche, decorate con frange e pailettes, da portare eclusivamente col calzino, meglio se bianco.

Rochas conquista i cuori degli spettatori e di centinaia di ragazze fashion. Ed anche Vogue America applaude.

5. CRISTOPHERE LEMAIRE

Presso la Bibliothèque Nationale de France, mentre Nini Raviolette canta "Suis-Je Normale", Christophe Lemaire continua la sua ricerca del capo perfetto. Nessun eccesso, niente clamore, sono gli abiti a parlare. E tutti, dai perfetti capispalla, a camicie e chemisier, declinati in una palette monocromatica,gridano la drammatica eleganza della normalità.

Il designer resta fedele a se stesso, ma evolve, realizzando collezioni sempre più convincenti. Conclusasi l'esperienza con  Hermes, Lemaire è libero di lasciarsi guidare dalla propria determinazione, ottenendo il merito di trasformare il minimalismo in seducente femminilità.