American Apparel's most provocative campaign
from 2004 to 2014
08 Settembre 2014
Ammiccanti, scandalose, esplicite, spesso eccessive. Le campagne pubblicitarie di American Apparel non sono semplicemente sexy.
Sono controverse, fanno parlare di sè, autopromuovendosi in modo autonomo, dibattito, dopo dibattito, critica, dopo critica. I contenuti sessuali espliciti, l'immagine voyeristica e cruda, le atmosfere soft porno sono, come afferma la stessa azienda, sinonimo del marchio come l' etichetta Made in USA sui capi. D'altronde come ha dichiarato Ilse Metchek, presidente della California Fashion Association: che cosa sarebbe American Apparel senza sesso? Solo una società che vende T-shirt e felpe.
Lo sa bene Dov Charney che nel 1989 ha fondato AA, plasmandola sulla sua personalità stravagante e ipersessuale. E' lui la mente e lo sguardo che si nasconde dietro ogni pubblicità, creando uno stile fresco e riconoscibile composto da fotografie low-fi, senza ritocchi di Photoshop e protagonisti, poco vestiti, scelti tra persone reali, trovate online, con il passaparola, o nei negozi. L'identità di American Apparel è quella di Mr Charney. Come la sua creatura l'uomo è da tempo al centro di polemiche, tanto che, accusato più volte di molestie sessuali, quest'anno è stato licenziato, per poi tornare, in luglio, in qualità di consulente.
La provocazione in pubblicità non è una prerogativa solo del brand californiano, basta pensare al duo Benetton - Toscani o al video diretto da Penelope Cruz per Agent Provocateur, recentemente bannato da YouTube. C'è sempre un limite da oltrepassare, un passo in avanti da compiere, il bisogno di spingendosi sempre un pò di più che nel caso di AA si trasforma in una serie di capi culto, di cui ultimo e perfetto esempio è la Menstruation T-shirtí creata dalla fotografa Petra Collins.
Ogni scelta è un'attenta e fruttuosa opera di marketing, che dalle critiche tra solo maggiore forza ed popolarità. Giorni fa American Apparel ha presentato Back To School. Con la prima apparizione in rete è arrivata l'accusa di sessualizzare le studentesse, ma anche una pioggia di articoli, commenti, tweets e passaparola, confermando l'efficacia della strategia di comunicazione dell'azienda.
Non importa in che modo se ne parli, ma solo che se ne parli. Allora abbiamo selezionato per voi le 10 campagne più audaci e discusse di AA:
1. 2014. Made in Bangladesh.
2. 2012. Sexy has no expiration date.
3. 2011. Nail polish and panties.
4. 2009. La pornostar Sasha Grey mostra orgoglioso il proprio corpo e le calze.
5. 2008 The Tank Thong
6. 2007. Micromesh.
7. 2006. Now open.
8. 2005. Playtime.
9. 2004. Pantytime.
10. 2004. Due amiche, una mora ed una bionda ci mostrano il loro lato migliore.