Antwerp Royal Academy of Fine Arts MA Fashion 2014
Belgian graduates bring the noise
27 Giugno 2014
Anversa, Belgio settentrionale. In questa città delle Fiandre sperimentazioni, improvvisazione e innovazione inventano la moda di domani. E' la metà degli anni '80 quando il mondo si accorge di questo luogo sulle rive della Schelda e lo fa grazie alla Royal Academy of Fine Arts e grazie a sei dei suoi studenti: Walter Van Beirendonck, Ann Demeulemeester, Dries Van Noten, Dirk Van Saene, Dirk Bikkembergs e Marina Yee. I sei di Antwerp, insieme a Martin Margiela, irrompono sulla scena internazionale con il loro stile radicale e rivoluzionario, regalando alla loro scuola, con la notorietà, il compito di forgiare le successive generazioni di designers. Veronique Branquinho, A.F. Vandevorst, Stephan Schneider, Bernhard Willhelm, Bruno Pieters, Tim Van Steenbergen, Peter Pilotto, Haider Ackermann, Kris Van Assche sono solo alcuni dei talenti usciti dall'accademia. Tra le sue pareti hanno respirato creatività, testato i propri limiti e capacità, ricercato il loro stile e la propria voce. Non hanno solo imparano a scegliere tessuti, tagli e cuciture, ma a riflettere con gli abiti la società, il suo passato, il presente e soprattutto il futuro.
Le sfilate di fine corso sono dei veri show che richiamano addetti ai lavori e stampa, curiosi di conoscere i nomi che detteranno la moda di domani. Quest'anno sotto lo sguardo di Walter Van Beirendonck, da un ventennio direttore creativo della scuola, hanno sfilato dandi psichedelici, irriverenti bad girls, bellezze malinconiche e sofisticati caleidoscopi.
La giapponese Hyein Seo ruba le perle delle madre e le reinventa orpello di ribellione nel suo look. E' una divisa street rivisitata con lo slogan "School ruined my life", minigonne e giacche varsity in satin con i teschi che hanno già conquistato la cantante Rihanna.
Dalla ragazza maleducata si passa a quella femminile e triste per il perduto amore di Virgina Burlina. La giovane italiana si lascia ispirare dall'art brut di Madeleine Sir, che, abbandonata all'altare ha trascorso la sua vita in cura psichiatrica realizzando abiti nuziali con lenzuola strappate. Il risultato è un lavoro evocativo, malinconico e delicato. Clara Jungman Malmquist gioca con stratificazione e colori, mentre Emmanuel Beguinot porta il neorealismo nello stile androgino. L'austriaca Raffaella Graspointer omaggia Joan Mirò e David Hockney con una collezione caleidoscopica in cui sihouette pulite vibrano di colore e fiori.
Sofisticata ed aristocratica, Kristina Kharlashkina sceglie tinte delicate per evocare in passerella lo spirito delle zarine di Russia, mentre con Madeleine Coisne vediamo un ibrido tra Giappone, Gaugin, architettura bizantina e ceramiche. Se Yens Cuyvers mescola sportswear e psichedelia, Eran Shanny crea una collezione maschile vitale con dettagli infantili e stratificazioni.
Anno dopo anno i giovani della Royal Academy of Fine Arts continuano a stupire, interessare ed incuriosire.