Jared Leto
The game of males
27 Marzo 2014
Il microfono gracchia, le casse rimandano il suo respiro concitato, la città è tutta lì sospesa, aspetta la sua voce prima del grido liberatorio: “Ragazzi, siete nel mezzo di qualcosa di meraviglioso. Le cose possono essere difficili, ma non esiste un prezzo troppo alto per il privilegio di essere padroni della propria vita”, Kiev si libera in un boato. Jared Leto ha appena sfidato, sul palco della capitale Ucraina, la Russia apertamente. Lo Yankee ha fegato.
Poteva starsene comodamente acciambellato sul suo divano hollywoodiano a godersi, nella scintillante vetrinetta, la statuetta appena vinta come miglior attore non protagonista in Dallas Buyers Club, invece Leto è nell’ Ucraina in rivolta a portare una voce di riscatto, dove molti suoi colleghi cantanti non hanno avuto il coraggio di presentarsi.
Per chi non conoscesse la profondità e la polivalenza artistica e sociale di Jared Leto diciamo: Male…. molto Male.
Parliamo di un Uomo che in bilico fra la scelta di due percorsi, ha sempre deciso di affrontare il più impervio ma gratificante: perchè accettare la parte di Jack Dawson offertagli da Cameron per il "Titanic", quando poteva saltare da un ruolo secondario all’altro in film spesso rischiosi e provocatori (Ragazze Interrotte, Fight Club, American Psyco)? La sua prima interpretazione come protagonista sarà quindi in "Requiem for a dream" dove si calerà nei panni complessi e borderline del tossicomane Harry Goldfarb. Il suo ruolo da Oscar non poteva essere da meno, Leto per "Dallas Buyers Club" si fonde con Rayan, transessuale tossicodipendente malato di AIDS.
Per quanto riguarda la sua carriera musicale, Mr. Leto fonda con il fratello Shannon nel lontano 98 i Thirty Second to Mars. Ovviamente anche in questo caso non si accontenta di rifugiarsi nella musica come pittoresca evasione dalla “stressante” vita hollywodiana, seguendo le orme di una moltitudine di suoi colleghi (Mr Deep solo per fare un nome). In una decade Leto porta la sua “orchestrina” sulle cime innevate delle Top Chart Mondiali, chiudendo in questi giorni con 311 concerti il tour mondilale più lungo della stora della musica, con buona pace di Rolling Stone e compagnia bella. Il giovanotto oltretutto con il video "From Yesterday" tratto dall’album "A Beautiful Life" si aggiudica il primato come unica band americana ad aver girato un video tape nella sua interezza nella Repubblica Popolare Cinese.
Nel frattempo Leto fra una querela alla EMI Records e una selfie da “Oscar” (la foto scattata da Bradley Cooper la notte degli Oscar è la più retwettata nella storia del Web), con la sua folta e lunga chioma mesciata, si divide fra missioni filantropiche (Ultima la creazione di una raccolta di foto a sostengo della ricostruzione di Haiti) ed il sogno di un ruolo finalmente in una commedia al fianco di Meryl Streep.
Fame e voracità di fama e sperimentazione cross settoriale, artisti polimorfi che si muovono agilmente da una disciplina all’altra mossi da una tensione al successo competitiva e volta a primeggiare in ogni ambito che si abbraccia: Jared Leto è l’esempio cardine di questa nuova generazione di artisti bionici, creature dai molteplici talenti e con una fame insaziabile di padroneggiare nuove competenze. Che dire….. tempi duri per i “tronisti”.
“I think that to explore the uncomfortable and the politically incorrect is the job of the artist.” Jared Leto