The best five things about Paris Women Fashion Week
Give me five
11 Marzo 2014
La Fashion Week di Parigi coincide con l'ultimo atto di una pièce teatrale, con il gran finale della stagione Fall/Winter 2014 che noi tutti eravamo desiderosi di scoprire. Give Me Five: vi proponiamo oggi i cinque designer che più di tutti ci hanno rapito il cuore assistendo allo spettacolo della Ville Lumière.
Sperimentazione costante, instancabile estro, genialità innegabile. Gareth Pugh non è solo un designer, è un dio creatore che riesce a dare una fisicità al suo surreale modo di percepire il mondo. E' una figura eversiva che crea a sua volta un piccolo esercito di figure altrettanto eversive, in grado di far stropicciare gli occhi ad un pubblico con la bocca perennemente aperta. La sua ultima collezione è una sorta di esercizio perverso che ha il fine di mostrare che ciò che è immaginabile, per Pugh è anche realizzabile. Un total white asettico rende paradossalmente vivi abiti sculturali, che descrivere a parole è pressoché impossibile.
La collezione "Biopiracy" di Iris Van Herpen parte da una domanda: "Siamo i soli proprietari del nostro corpo?". Quesito affascinante ma anche inquietante, così come l'atmosfera del catwalk stesso, reso unico dalle installazioni di Lawrence Malstaf, eteree modelle impacchettate e sospese in un asfissiante involucro di plastica. Il pubblico si trova quindi a fare i conti con un voyerismo imposto, tra senso di turbamento e curiosità morbosa. La scenografia imponente fa da cornice ad una collezione non meno significativa: le silhouette - caratterizzate da spigolose geometrie - e le sculptural platform, conferiscono ai capi in passerella un sapore alieno e suggeriscono una profonda conoscenza sartoriale.
Prima dell'inizio del runaway show di Jacquemus, ogni ospite è stato dotato di una tunica ed invitato ad indossarla. Facile immaginare lo stupore del pubblico al Palais de Tokyo, intimorito dalla minaccia "sostanze-macchia-outfit" sul catwalk. E invece no, nulla di tutto ciò. La passerella ha visto solamente alternarsi - innocue - modelle dai look oversize in neoprene e organza, caratterizzati da tre sfumature di blu, giallo canarino, arancio e B/W. Per condire il tutto, Adidas Superstar ai piedi. Perchè dunque la tunica? Per far concentrare al massimo un pubblico che, temendo "sporchi" colpi di scena, non ha mai staccato lo sguardo dalla passerella. Ma anche per far divertire e coinvolgere gli ospiti nell'esperienza visiva, eliminando le classiche gerarchie da fashion week. Un applauso per Simon Porte.
La collezione FW14 di Valentino è formata da due anime che, nutrendosi delle reciproche differenze, si incastrano come pezzi di un puzzle. La prima, raffinata, delicata, dolce e deliziosa, si concretizza in abiti leggeri e svolazzanti con inserti preziosi, stampe animali, trasparenze e sovrapposizioni. La seconda è un inno agli anni '60, alla pop art e alle opere di Giosetta Fioroni. Valentino si conferma stagione dopo stagione un sogno ad occhi aperti dal quale, fortunatamente, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli non sembrano avere la minima intenzione di svegliarci.
Trionfo parigino per Alessandro Dell'Acqua che, prendendo il posto di Marco Zanini alla direzione di Rochas, ha ricevuto la benedizione del difficile pubblico francese."Per questo debutto, ho fatto una grandissima ricerca sui tessuti. Ho poi preso alcuni codici di Rochas, come la linea ad A senza pulsioni nostalgiche, anzi, provando a trasportare quell'estetica nella contemporaneità, senza essere rétro. Ho poi giocato con le sovrapposizioni, quasi cercando di staccare gli abiti dal corpo per dare più importanza al look". Una collezione scenografica che rinnova ed al tempo stesso rispetta la tradizione del brand.