
Non parliamo abbastanza dello stile di Valentino Rossi
Non sappiamo scegliere tra la collezione di Air Max 95 e i suoi caschi personalizzati
16 Febbraio 2025
Se si cerca su Google lo stile di Valentino Rossi, centinaia di risultati raccontano dello “stacco” del pilota, di come ha imparato ad adattarsi ai cambiamenti della MotoGP, dei suoi avversari e di come è riuscito a diventare Campione del Mondo per ben nove volte nel corso della sua carriera. Se invece si cerca sui motori di ricerca online la moda di Valentino Rossi, sbucano un’infinità di cappellini, t-shirt, tute sportive e adesivi per la moto VR46 nei colori preferiti del Dottore: blu elettrico, verde e giallo fluo. Un paio di ricerche online e si capisce subito l’impatto che Valentino Rossi ha avuto sul mondo della MotoGP e dello streetstyle; non molti, però, sanno che il pilota è stato anche una star dello streetwear anni ’90, tra Air Max 95, full look in denim, bucket hat in tessuto tecnico e tinta verde (anni prima che lo facesse Frank Ocean). Insomma, il Doc è un fuoriclasse sia in pista che fuori.
Come tutti i ragazzi cresciuti negli anni ’90 (Valentino Rossi è nato il 16 febbraio 1979), lo stile del Dottore seguiva la moda sportiva all'avanguardia dell’epoca, sebbene con una marcia in più. Al polso portava orologi G-Shock in tutti i colori, un grande classico dell’era della rivoluzione digitale; sul viso occhiali da sole sportivi in total black o argento della Oakley. Da piccolo poi, tantissime t-shirt oversize con le stampe dei Looney Tunes (del resto, il cult Space Jam con Michael Jordan e Bugs Bunny è uscito nel 1996) e scritte graffiti-style, tra cui la più significativa, “No Fear”. Sotto il casco, i capelli del giovane Valentino Rossi erano ribelli come lui, biondi e lunghissimi oppure rasati e tinti di tutti i colori, dal verde brillante al platino, passando per lo split-dye bianco e nero. Da vero fan dello streetwear, nell’armadio del Dottore c’era una collezione vastissima di Nike Air Max 95 ma anche Air Jordan 1 Retro High, Vans, Converse All Stars e Oakley Flesh Sandal.
Se sneaker, occhiali da sole, t-shirt over e baggy jeans raccontano delle influenze americane sullo stile di Valentino Rossi - l’esordio al motomondiale è nel 1996 al Gran Premio della Malesia, lo stesso anno dell’uscita di Space Jam - denim, giubbotti paninaro-style e persino quella volta in cui si è tinto i capelli a strisce bianco, rosso e verde esprimono al meglio il suo DNA tricolore. Oltre allo stile fuoripista, il vero animo caotico, irriverente e mai scontato di Valentino Rossi ha sempre brillato su due ruote. Dal casco di Sepang 2014, decorato con gli occhi sbarrati del Doc sul retro, alle collaborazioni con il designer Aldo Drudi per il Mugello, sono infiniti i dettagli che hanno reso il 46 un’icona intramontabile nella storia del motociclismo e non solo. Anche in questo caso, l’italianità si è fatta sentire più e più volte nelle scelte stilistiche del pilota, come quella volta in cui ha chiesto a Drudi di ricoprire il suo casco con i rigatoni per citare «La pasta di Vale non è mai scotta», una frase che faceva riferimento al fatto che, col passare degli anni, Rossi restava comunque imbattuto. Ma non bisogna scambiare l’ironia dello stile del Doc per superficialità: come ha raccontato una volta il designer Drudi, tutte le scelte stilistiche di Rossi erano pensate con un fine specifico in mente. «Un casco speciale lo aiuta a entrare nell'atmosfera della gara, per questo deve essere fatto alla perfezione. Quando si fa tutto alla perfezione, casco compreso, si vince la gara».