Y/Project ha chiuso
Addio al brand avant-garde che ha dato alla moda Glenn Martens
09 Gennaio 2025
Y/Project ha annunciato oggi la sua chiusura definitiva dopo non essere riuscita a trovare investitori. Tra le tante chiusure di brand indipendenti che hanno colpito la moda, tra le cui vittime si contano anche The Vampire’s Wife e Dion Lee, il brand francese è forse il nome più illustre a dire addio alla scena della moda. Il marchio sarà ricordato principalmente per aver messo sotto i riflettori uno dei talenti più multiformi della moda contemporanea, Glenn Martens, che lo ha diretto per 13 lunghi anni vincendo il premio ANDAM e l’LVMH Prize e succedendo al co-founder Yohan Serfaty di cui era stato l’assistente. Nella seconda metà del 2024, il brand non aveva solo perso l’altro co-founder Gilles Elalouf ma anche il CEO Pascal Conte-Jodra e Martens stesso che, dopo l’enorme successo di Diesel, potrebbe adesso essere indirizzato verso la direzione creativa di Maison Margiela. Per aggiungere al danno la beffa, come rivelato da WWD, il fondo d’investimenti AA Investments basato a Hong Kong si era offerto di acquistare il brand per 45.000 euro – una cifra ridicola su cui i dirigenti del brand non hanno voluto esprimere commenti.
Adesso il brand donerà alcuni dei suoi più importanti look d’archivio ai più importanti musei della moda al mondo: il Metropolitan Museum of Art di New York, il MoMu di Anversa, Palais Galliera e il Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Un triste destino senza dubbio per un brand che specialmente negli ultimi cinque anni non solo era riuscito a entrare in dialogo con i pesi massimi della moda, collaborando all’Haute Couture di Jean-Paul Gaultier e vestendo celebrity come Rihanna e Kylie Jenner, ma aveva avvicinato moltissimi giovani appassionati del design verso un’estetica anti-convenzionale e avanguardistica. Rimane comunque vero che la sua fama era ormai indissolubilmente legata a quella di Glenn Martens (si potrebbe quasi arguire che nel tempo sia stato il designer ad accendere i riflettori sul brand e non al contrario) e che dunque la sua sopravvivenza sarebbe stata comunque pregiudicata dal suo addio.
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A differenza di tanti altri brand più o meno storici tenuti in vita da ciò che potremmo definire un “accanimento finanziario” in un continuo ciclo di chiusure e reboot, Y/Project era forse quello che meritava meno di ricevere il proverbiale colpo d’ascia. Lo status di culto che molte dei suoi prodotti avevano assunto, comunque, come ad esempio numerosi modelli di jeans e le maglie trompe-l’oeil, potrebbe comunque non escludere un futuro reboot. E se la decisione di chiudere è stata sicuramente forzata dalle circostanze, rimane comunque coraggiosa come quella fatta anni fa da Raf Simons: meglio concludere le proprie operazioni dignitosamente e lasciare le scene come un ospite ammirato e rispettato che svendersi e rovinare quanto costruito in lunghi anni di lavoro.