Vedi tutti

Perchè sempre più designer stanno diventando dei talent?

L'ascesa alla fama dei direttori creativi

Perchè sempre più designer stanno diventando dei talent? L'ascesa alla fama dei direttori creativi

Il mondo del talent management sta aprendo nuove prospettive ai designer di moda, un fenomeno che, pur essendo in crescita, rimane in parte ancora inesplorato. Non è del tutto chiaro come si svilupperanno le attività di un designer sotto la gestione di un’agenzia di talenti, dato che la loro carriera tradizionalmente ruota attorno alla creazione di collezioni e alla gestione di brand nel contesto del settore moda. Come riporta il Financial Times, il recente ingresso di Jonathan Anderson, direttore creativo di Loewe e fondatore di JW Anderson, nella United Talent Agency (UTA) rappresenta un passo significativo in questa direzione. L’agenzia, una delle più prestigiose a Beverly Hills e rappresentante di figure di spicco come Timothée Chalamet e Cynthia Erivo, ha lanciato nel febbraio 2023 una divisione dedicata alla moda. Il caso di JW Anderson non è un’eccezione: anche Riccardo Tisci, ex direttore creativo di Burberry e Givenchy, è entrato nella divisione moda di UTA. Questo approccio alternativo sta guadagnando terreno anche presso altre agenzie, come la Creative Artists Agency (CAA), che rappresenta grandi nomi della moda come Tom Ford, Tommy Hilfiger e Daniel Roseberry di Schiaparelli. A dimostrazione del suo interesse strategico per il mondo della moda, CAA ha acquisito una partecipazione di maggioranza in Artémis, la holding di François-Henri Pinault. Anche WME sta seguendo la stessa scia, rafforzando il proprio portafoglio con nomi emergenti come Colm Dillane di KidSuper e Casey Cadwallader di Mugler. L’adesione di Anderson alla divisione sottolinea l’evoluzione del ruolo dei designer nella gestione dei talenti e amplia il dibattito su come queste collaborazioni possano concretamente strutturarsi. In questa grande crisi dei direttori creativi, la soluzione potrebbe essere concentrarsi ancora di più su il designer in quanto figura e non sui brand?

Storicamente, i designer sono stati figure perlopiù dietro le quinte, concentrati sul loro mestiere e lontani dal grande pubblico, ma i social media e la democratizzazione della moda hanno trasformato il loro ruolo. La crescente visibilità ha dato ai designer l’opportunità di costruire un brand personale che va oltre la semplice creazione di collezioni, rendendoli figure influenti e capaci di aprire nuove opportunità di business. La transizione da meri designer a parte dello showbiz sta spingendo il mondo della moda a riconoscere l’importanza di rappresentare i designer come talenti poliedrici, in grado di navigare tra creatività, immagine pubblica e collaborazioni trasversali. Basti pensare anche al fatto che ormai anche i designer hanno onde di fanatici, che li considerano “idoli” dello stesso calibro delle star di Hollywood. Daniel Marks, fondatore di Townhouse, una consulenza che rappresenta talenti creativi, ha sottolineato al Financial Times come i designer stiano acquisendo una rilevanza che trascende il loro lavoro tradizionale. Secondo Marks, il valore dei designer oggi risiede non solo nelle loro creazioni, ma anche nelle storie e nelle esperienze che riescono a comunicare al pubblico.

@voguemagazine What didn’t go down on the 2024 #MetGala livestream? For starters, #LalaAnthony dubbed #TomFord original sound - Vogue

L’esempio di Pharrell Williams, recentemente nominato direttore creativo di Louis Vuitton, evidenzia come il fenomeno si stia allargando a macchia d'olio nella fashion industry. Già noto come musicista e imprenditore, Williams incarna il ruolo del designer come ambasciatore culturale, capace di influenzare non solo il mondo della moda ma anche quello dei trend culturali globali. In un’epoca dominata dal culto dell'individuo alimentato dai social media, i designer stanno assumendo un ruolo simile a quello delle celebrity. Allo stesso tempo, non tutti i designer hanno intenzione di buttarsi sotto i riflettori: molti continuano a preferire un profilo basso, come Matthieu Blazy e Peter Copping. Ciononostante, il fatto che i designer stiano diventando talent segna un cambiamento profondo nella percezione del loro ruolo, in un settore in cui creatività e visibilità personale diventano sempre più interconnesse. Chissà se i prossimi "stan account" sui social saranno proprio per i direttori creativi - Phoebe Philo ce li ha già.