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Shein vuole lavorare con le piccole imprese italiane

L’azienda dell’ultra fast-fashion inizierà a fare artigianato?

Shein vuole lavorare con le piccole imprese italiane L’azienda dell’ultra fast-fashion inizierà a fare artigianato?

Per Shein, una delle principali aziende di ultra-fast fashion al mondo, l’Italia sta diventando sempre più importante. Lo ha spiegato in un’intervista a MF Fashion il presidente EMEA, Leonard Lin, ma lo confermano anche i dati relative alle vendite del marketplace nel Paese. Secondo un recente studio di Stileo, sono sei italiani su dieci i consumatori che hanno acquistato prodotti considerati ultra-fast fashion; solo il 19% degli intervistati del sondaggio afferma di non aver mai fatto shopping su piattaforme come Temu e Shein e di non avere intenzione di farlo in futuro. Adesso, come affermato da Lin a MF Fashion, l’azienda si sta preparando a rafforzare il proprio posizionamento in Occidente: prima con l’ingresso in borsa a Londra, di cui non ha potuto divulgare informazioni, poi con un progetto di collaborazione con le piccole e medie imprese italiane. Assieme al Bel Paese, secondo quanto riportato da Lin Shein starebbe lavorando per affermarsi ulteriormente in Turchia, dove punta di aprire un hub per ridurre i costi di spedizione in vista dei possibili dazi dalla Cina che imporrà l’Europa. 

@teleport.app Gen Z loves both Shein and thrifting. How do younger consumers reconcile shopping ultra fast fashion on one hand, and secondhand on the other? CBInsights found that 1 in 7 U.S. fashion consumers think it’s a faux pas to be photographed in an outfit more than once. More than once. We need more Lizzie McGuire outfit repeaters! Source: The New Consumer & Coefficient Capital 2024 Consumer Trends Report #sustainablefashion #secondhandfashion #fashionrevolution #fastfashion #thrifting #shein #genz #sustainability Succession Main Theme - L'Orchestra Nazionale di Mendoni

Negli ultimi due anni, Shein ha aperto un centro di distribuzione a Stradella, Pavia, che serve principalmente «il Sud Europa, comprese l’Italia, la Spagna e il Portogallo», ha affermato Lin. In più, ha aggiunto il Presidente EMEA dell’azienda, «siamo attualmente membri di Assolombarda e Anitec, associazioni di categoria italiane che ci supportano nella nostra integrazione e sviluppo nel contesto locale». Adesso Shein sta lavorando per garantire l’ingresso sul proprio marketplace a sempre più brand italiani, aggiunge Lin, mentre al progetto “incubatore” Shein X (un progetto che permette a creativi e stilisti di accedere alle infrastrutture dell’azienda cinese per produrre e mettere in vendita le proprie collezioni) per adesso hanno partecipato 155 designer italiani. «L’Italia è il Paese più rappresentato in Europa», ha detto Lin. 

Nonostante la moda di Shein abbia attirato un grande numero di consumatori italiani, il Paese sembra essere combattuto tra la moda a basso costo e i dubbi etici. Secondo il report di Stileo, Fashion Research 2024, il 53% degli intervistati è disinteressato a comprare sui siti di ultra-fast fashion poiché ritiene che i prodotti da loro offerti siano di bassa qualità. Il 31% è preoccupato nei confronti dell’impatto di marketplace come Shein e Temu sull’ambiente, come anche delle condizioni di lavoro degli impiegati che operano nelle loro fabbriche. In merito ai dazi che l’Europa vorrebbe imporre alle importazioni di ultra-fast fashion - un’iniziativa che mira ad aiutare produttori e aziende locali - il 54% degli utenti intervistati da Stileo si dice favorevole, anche a costo di dover pagare di più i prodotti acquistati sui siti oltreoceano. Se fino ad adesso la scalata al potere di Shein sembrava priva di ostacoli, adesso nuove leggi come il Passaporto Digitale degli articoli potrebbero rallentare la crescita del gigante cinese. Shein si sta comunque preparando all’impatto: contemporaneamente all’ingresso in borsa in Regno Unito e al posizionamento di un hub di spedizione in Turchia, Lin afferma che l’azienda sta lavorando a un passaporto digitale che segue gli standard europei.