Gucci ha acquisito tre concerie in Toscana
Un forte investimento in un momento nero per il settore
27 Novembre 2024
Gucci ha acquisito di recente il 100% del gruppo Colonna attraverso la controllata Gucci Logistica, incrementando la partecipazione del 51% che già deteneva dal 2019. Il gruppo Colonna è un fornitore storico di Gucci e comprende tre importanti concerie: Marbella Pellami, Conceria 800 e Falco Pellami, che si trovano tutte in Santa Croce sull’Arno, un distretto della regione dove la lavorazione del pellame è un’arte vecchia di secoli. L’operazione si iscrive nel più ampio trend di brand che verticalizzano la propria supply chain acquisendo realtà produttive in passato indipendenti (Zegna, Chanel, Prada e Brunello Cucinelli hanno fatto numerose di queste acquisizioni-chiave in passato) e rafforza ulteriormente la posizione di Gucci nella gestione diretta della filiera produttiva, un tipo di acquisizione sempre più importante oggi dato che dà al brand il controllo della qualità e la sostenibilità dei processi. Gucci non è nuova a investimenti in concerie: già nel 2004 aveva creato in joint venture con Colonna la conceria Blutonic e, con l’appoggio di Kering, aveva acquisito la Luxury Tannery in Serbia e Caravel in Toscana. Ma dopo tutto, la pelletteria è centrale nella strategia di espansione e consolidamento del brand, soprattutto in un momento in cui il lusso punta sempre più alla sostenibilità e al controllo diretto della produzione.
L’acquisizione arriva in un momento critico per il settore conciario e, più in generale, per l'intero Made in Italy. La crisi, aggravata dagli effetti post-pandemici e dalle dinamiche di mercato, ha portato a un incremento del 214% delle ore autorizzate di cassa integrazione e dei fondi di solidarietà nei primi nove mesi del 2024, come riportava La Nazione la settimana scorsa. Le difficoltà colpiscono soprattutto le piccole e medie imprese del settore pelletteria, che rappresentano una quota significativa dell’economia regionale. Secondo i dati di Unioncamere, nel primo semestre del 2024 in Toscana hanno cessato l’attività 304 imprese del settore moda, di cui 182 operanti nella pelletteria. Le province più colpite sono Firenze e Pisa, dove la chiusura di attività storiche è diventata una tendenza preoccupante. A Firenze, per esempio, il numero di aziende registrate è passato da 2.470 alla fine del 2023 a 2.358 a metà 2024, con una perdita di 112 unità. Il ricorso alla cassa integrazione è aumentato drasticamente: nel settore della pelletteria, le ore autorizzate sono passate da 200.000 nel 2023 a 400.000 nei primi sei mesi del 2024. Una situazione che richiede, oltre che interventi urgenti e mirati, anche un ripensamento delle filiere produttive con un’ottica di lungo periodo, che include istituzioni, associazioni di categoria e aziende come Gucci che, con questa acquisizione, si posiziona come leader nell’affrontare le sfide del settore dato che il controllo diretto della filiera consente non solo di assicurare qualità e sostenibilità, ma anche di supportare l’economia locale oltre che le culture locali dell’artigianato. Ma la risposta alla crisi non può essere delegata ai grandi brand: occorrono politiche industriali più incisive e un supporto istituzionale adeguato per preservare un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy.