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Quest’anno la moda non parteciperà alla COP29

Una scelta più sostenibile di quanto sembri

Quest’anno la moda non parteciperà alla COP29  Una scelta più sostenibile di quanto sembri

La COP29, la convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha preso il via questo martedì a Baku, in Azerbaigian. Questa volta mancano alcuni dei più importanti esponenti politici al mondo, tra cui i primi ministri della Francia, della Germania, dell’india e degli Stati Uniti e la Presidente dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen. All’appello non si sono presentati neanche i più grandi nomi della fashion industry, come i giganti del lusso Kering e LVMH, e alcune delle maggiori organizzazioni per la moda sostenibile:  Global Fashion Agenda ha comunicato di aver concentrato le proprie energie sul gala di Shangai della scorsa settimana e sul summit che sta organizzando a Copenhagen, mentre la no-profit Fashion Revolution ha comunicato che seguirà l’evento da lontano. Sono tante le controversie che avvolgono la nuova edizione della COP29, il che potrebbe spiegare l’assenza di brand e organizzazioni di moda all’evento. La location stessa, Baku, in Azerbaigian, è stata contestata per il grande coinvolgimento del Paese nella produzione e nella distribuzione di combustibile fossile, mentre il Governo è stato criticato per aver imprigionato attivisti e giornalisti in protesta. 

Nonostante la paura di essere accusati di greenwashing abbia allontanato diverse aziende di moda dalle iniziative sostenibili - un fenomeno conosciuto come greenhushing - la necessità di contribuire alla salute del Pianeta si fa sempre più sentire ai vertici della industry. Gli eventi climatici catastrofici degli ultimi anni hanno trasformato per sempre il funzionamento delle catene di approvigionamento, come anche il settore dell’artigianato. L’assenza delle aziende di moda alla COP29 quest’anno non rappresenta quindi un passo indietro da parte della industry nei confronti della sostenibilità, bensì un re-indirizzamento dell’attenzione da parte delle aziende: il mese scorso, alla conferenza per la biodiversità delle Nazioni Unite in Colombia, Kering è diventata la prima azienda di moda ad adottare standard scientifici per il miglioramento del suolo e dell’acqua, mentre a dicembre LVMH parteciperà alla riunione per la desertificazione organizzata dalle Nazioni Unite a Riyadh, in Arabia Saudita. In un’intervista con WWD, la CEO di Canopy, una no-priofit per la protezione delle foreste in pericolo di estinzione, si è detta contenta della nuova edizione di COP29 dato che molti brand hanno appena partecipato alla Climate Week di New York. «Dato il crescente riconoscimento da parte della industry dell'importanza della conservazione della natura e della biodiversità, questo è stato un risultato positivo della COP29, ospitata da un altro stato petro-chimico - ha affermato Nicole Rycroft - Un'affluenza inferiore non riflette l'importanza dell'azione aziendale nel nostro settore, né indica una mancanza di impegno dei brand verso l'azione climatica».