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In Cina, Chanel potrebbe licenziare il 50% del personale

Di fronte alla crisi, anche i brand più affermati tirano i freni

In Cina, Chanel potrebbe licenziare il 50% del personale  Di fronte alla crisi, anche i brand più affermati tirano i freni

A pochi giorni dall'annuncio dei risultati demoralizzanti del fatturato del gruppo LVMH, da maison Chanel arriva una notizia perfettamente in linea con la crisi che sta affliggendo il mercato del lusso. Secondo quanto riportato da Pambianco, in preparazione per un eventuale calo di vendite in Cina, il brand starebbe studiando un enorme taglio del personale, che secondo voci di corridoio (che comunque arrivano dalla stampa) in alcune divisioni potrebbe arrivare fino al 50%. Oltre ai commessi delle boutique Chanel cinesi, la riduzione coinvolgerebbe principalmente il personale amministrativo e manageriale, nonostante per adesso uno dei portavoci della casa di moda abbia smentito l'informazione, sostenendo che non sia stato ancora comunicato nulla di ufficiale. Inoltre, si dice che la maison abbia fermato tutti i progetti di assunzione dello Stato cinese, anche quelli già avviati. 

La notizia dei possibili tagli al personale di Chanel sembra arrivare come un fulmine a ciel sereno, malgrado la crisi del lusso divaghi da tempo in ogni angolo del mondo - e specialmente in Cina, dove fenomeni come il "luxury shame" frenano le vendite di beni di alto profilo. Ciò che sembra particolarmente strano non è tanto la decisione di diminuire il personale, quanto il fatto che la notizia coinvolga un brand come Chanel, un'istituzione nel settore del lusso che nel corso degli anni ha dimostrato, anche a fronte di crisi e rallentamenti, di non conoscere ostacoli. Come Brunello Cucinelli, che a differenza di tutti gli altri marchi di lusso quest'anno ha registrato una notevole crescita del fatturato, il brand delle due C è un sempreverde, un'azienda che di fronte ai momenti di incertezza può trovare riparo nella brand equity che ha saputo coltivare nel corso dei decenni. Gli ultimi investimenti da parte del brand dimostrano quanto Chanel stia però diminuendo la sua dipendenza dalla Cina: nell'ultimo anno ha investito nel mattone a Parigi, in attività di filiera in Italia e in The Row. Il piano di ridimensionamento in Cina, se confermato, seguirebbe la filosofia di mercato che ha portato Cucinelli al successo nell'ultimo anno fiscale, ossia una minore attenzione nei confronti delle vendite in Oriente e una maggiore dedizione ai principali clienti "kilometro zero" del brand.     

Dopo aver condiviso i risultati positivi dell'anno fiscale 2023, il direttore finanziario di Chanel Philippe Blondiaux aveva spiegato i piani di espansione della maison in Cina, ma subito dopo il lusso ha cominciato a subire perdite in tutto lo Stato. A maggio, la CEO Leena Nair aveva invece affermato che la domanda per i prodotti Chanel era diminuita, anche se prometteva una buona ripresa. Mentre le voci circa il grosso taglio del personale cinese divampano, Chanel si sta preparando a due grandi eventi in Cina: la Cruise 2025, il 5 novembre a Hong Kong, e la presentazione Métiers d’Art, il 3 dicembre a Hangzou. Proprio la settimana scorsa ha annunciato che la prossima Cruise 2026 si terrà sul Lago di Como