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Al Grand Palais di Parigi, Chanel ritrova se stesso

La prima collezione dopo l'addio di Virginie Viard

Al Grand Palais di Parigi, Chanel ritrova se stesso La prima collezione dopo l'addio di Virginie Viard

A pochi mesi dall’addio della direttrice creativa Virginie Viard, Chanel ha portato in passerella uno show libero dei preconcetti che la designer gli aveva cucito addosso. Ombelichi, gambe nude, platform shoes hanno offerto un volto nuovo della maison alla collezione SS25, presentata ieri al Grand Palais di Parigi e creata interamente dall’ufficio stile del brand. Certo, i grandi classici da cui Chanel non si è mai separato ci sono sempre, ma questa volta tweed, bouclé e chiffon sono stati investiti di una freschezza di cui la maison, dalla scomparsa del defunto Karl Lagerfeld, sentiva la mancanza. Con uno slancio sorprendente verso una visione contemporanea del corpo femminile, la collezione ha ripescato silhouette anni ’60, esplorato l’estetica lolita con deliziosi completi a quadretti e poi aggiunto un po’ di brio con mesh morbido e svolazzante. Durante gli ultimi mesi, in giro per Parigi circolavano voci disparate sul prossimo direttore artistico che avrà l’onore di seguire Viard: mentre Lagerfeld, in una vecchia intervista, aveva detto che Jeremy Scott sarebbe stato l’unico in grado di coprire il suo ruolo, nelle ultime settimane sono stati quotati anche Simone Porte Jacquemus, Marc Jacobs e persino Hedi Slimane - che tra l’altro avrebbe creato (secondo i pettegolezzi) con l'ultima collezione di Celine un dissing verso il brand. Ad ogni modo, non ci resta che sperare che il prossimo direttore artistico della maison sarà in grado di esortare gli abili sarti dell’ufficio stile a lasciarsi andare un po’ di più. La SS25 è già un buon inizio. 

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Con ben settantasette look che includevano modelle di età e di taglia differente (tra cui è tornata l’amata Jill Kortleve) la nuova collezione ha sfilato su un set privo di trucchi e smancerie, sebbene ambientato nel fantastico Grand Palais - sfondo, tra l’altro, delle ultime Olimpiadi. I primi outfit hanno dato un taglio netto al tradizionale tailleur Chanel, ringiovanito da spacchi e accorciamenti che hanno permesso alle cosce e alle pance di respirare, mentre hanno debuttato francesine platform in pieno stile anni ’30, ma rialzate da uno spesso pleateau bianco. Bomber in mohair color pastello hanno mostrato il lato più adorabile della maison, aggiungendo grandi colletti spumosi che evocavano l’immagine del fiore della camelia, storica icona del brand. Su tute workwear blu e color avorio sono stati accentuati i fianchi delle modelle con cinture di brillanti e poco dopo hanno fatto il loro ingresso un trench in pelle alquanto spigliato e un abito da sera nero glitterato.

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Lo show comincia a fare sul serio portando sotto i riflettori dolci completi in cotone a scacchi e a righe color sorbetto, reggiseni a vista in pendant con il set abbinato, che ricordavano lo Chanel anni ’90 di Lagerfeld, o ancora lunghi abiti in maglia larga vedo-non-vedo, anche loro con il punto vita messo in risalto da una cintura. Le proposte in pizzo nero hanno dimostrato nuovamente il lato più suntuoso della maison, con abiti a fiori che riprendevano simpaticamente lo stesso motivo riportato sui calzini. Diversi look riportano una stampa antica in azzurro gentile e piume colorate su mantelle, ampie gonne e camicioni, ma poi il denim ha rispolverato lo stile riportando lo stesso piumaggio sotto forma di strass in silhouette moderne. È sul finale che Chanel prende il volo, grazie ad abiti in piume che coprono gli orli delle giacche e dei vestiti, un’altra tuta, questa volta in seta, impreziosita da una pesante catena argentata sui fianchi, e un sovrabito trasparente che rivela un piccolo bodycon suit aderente. Un look verde acqua anni 2000 che include gonna plissettata a vita bassa, tank top trasparente e una spessa cintura in pelle nera sgancia definitivamente Chanel dalla visione agé che la fashion industry si era fatta del brand durante le precedenti stagioni: con uno show “di pancia”, l’ufficio stile della storica maison ha dimostrato di non aver paura di rinnovarsi. Per farlo al meglio, basterà l’aiuto di un designer geniale.