I 5 migliori fashion moment di Haider Ackermann
Ecco le principali tappe della carriera di uno dei designer più amati dell’industria
05 Settembre 2024
È difficile incasellare Haider Ackermann in una precisa categoria di designer. In primo luogo perché nel corso di una carriera lunga 26 anni, iniziata nel ’98 con uno stage da John Galliano prima di fondare il proprio brand eponimo nel 20003, il designer colombiano ha zigzagato numerose volte tra il mondo della moda indie e di quella istituzionale, flirtando spesso con quest’ultima ma soprattutto guadagnandosi la stima profonda di tutta quanta l’industria. Se altri creativi hanno passato la propria carriera a dirigere brand storici, lavorando ora per gli Arnault e ora per i Pinault, diventando anche celebrità in certi casi, Ackermann è sempre rimasto per pochi, pur essendo amato da tutti. Dopo la fondazione del brand che porta il suo nome, Ackermann si conquistò molta fama nei circoli della moda, rimanendo sempre indipendente e concentrato sul proprio progetto, e raggiungendo il primo punto di svolta della propria carriera nel 2010 quando furono gettati i semi di ciò che la sua carriera sarebbe diventata 14 anni più tardi. Il suo prossimo ingresso da Tom Ford, che lo vedrà presentare una collezione di debutto per il brand nel marzo 2025, è stato salutato come un match made in Heaven dall’intera industria, uno dei più indovinati e attesi abbinamenti tra designer e brand degli ultimi anni.
E proprio in occasione di questa nomina, ecco un rapido ripasso dei cinque momenti più emblematici della carriera di Haider Ackermann.
1. I complimenti di Lagerfeld
Siamo nell’ottobre del 2010. Non in pochi notano, a Parigi, la presenza di Haider Ackermann tra gli invitati dello show SS11 di Chanel. Il designer è il più hot degli hot ticket: solo l’anno prima aveva rifiutato di diventare il successore diretto di Martin Margiela, ritiratosi definitivamente dalle scene quell’anno; dopo il debacle di John Galliano da Dior aveva anche rifiutato l’offerta di dirigere il brand, andata poi a Raf Simons. Un mese dopo lo show di Chanel, Karl Lagerfeld viene intervistato da Numero Magazine, che gli domanda chi vorrebbe vedere come suo successore al timone del leggendario brand francese. «Ho un contratto a vita, quindi dipende tutto dalla persona a cui vorrei passarlo», dice Lagerfeld. «Al momento direi Haider Ackermann». Un complimento che entusiasmò parecchio Ackermann, il cui nome era sulla mappa da poco meno di un decennio ma che, dopo l’endorsement di Kaiser Karl, entrò con tutti i crismi nella coscienza collettiva della moda e del suo establishment. Per i successivi 14 anni, fino alla nomina da Tom Ford, Ackermann rimase uno dei potenziali candidati per la direzione creativa di Chanel.
2. Il debutto del menswear a Firenze
Ackermann si è sempre definito un designer di womanswear. Per questo il suo show fiorentino A Carte Blanche Named Opium, presentato al Pitti Immagine Uomo del giugno 2010, Ackermann uscì dalla comfort zone e presentò la sua prima collezione di menswear – una sorpresa considerato che il designer era stato invitato come rappresentante del womanswear. La collezione era relativamente piccola, ma venne paragonata nel tempo ai lavori di Romeo Gigli e di Yves Saint Laurent, trovò subito dei buyer (quelli dell’americano Barneys in testa) e non solo segnalò che Ackermann era divenuto un designer a tutto tondo, non più una semplice gemma nascosta della programmazione di Parigi, ma gettò il seme di quella che sarebbe diventata la sua linea maschile tre anni più tardi, innescando una catena di eventi che gli avrebbe portato l’endorsement di Kanye West, l’ingaggio da Berluti e, oggi, la direzione creativa di Tom Ford.
3. La campagna di Mercedes-Benz con Tilda Swinton
Dopo aver abbandonato i suoi investitori ed essere diventato del tutto indipendente, Ackermann era all’apice della sua fama di designer di culto. L’endorsement di Kanye West (presentatosi allo show SS15 di Dries Van Noten in un maglione in velluto, jeans strappati e stivali di Bottega Veneta) gli aveva non solo portato clienti d’eccezione come A$AP Rocky, Usher, Luka Sabbat e Miguel Pimentel ma anche un business di successo. Nel luglio 2014, per promuovere i propri sforzi attraverso diverse fashion week in giro per il mondo, Mercedes-Benz commissiona al regista Andre Chemetoff un cortometraggio che vede Tilda Swinton guidare per la brughiera scozzese avvolta in un cappotto decostruito color tortora e un ensemble interamente firmati da Ackermann. È il coronamento definitivo di un’amicizia e sodalizio creativo avviati nel lontanissimo 2003 e che continuano fino a ora sui red carpet di mezzo mondo.
4. Il debutto da Berluti
Siamo nel 2016. Alessandro Sartori annuncia il suo prossimo ingresso da Zegna, già allora un brand dalla presenza enorme sul mercato, e lascia un posto vacante da Berluti, realtà più piccola ma parte del portfolio di LVMH che aveva trasformato da brand di scarpe a nome di rilievo nella sartoria quintuplicandone il giro d’affari. L’idea di Antoine Arnault, presidente del marchio, è di modernizzare, portare novità e clienti ancora più giovani e Ackermann è il nome ideale: sì, è specializzato nel womanswear, ma adesso l’intero mondo dell’hip-hop lo venera, rappresenta una novità per una moda che sta già piegandosi verso lo streetwear. Lo show di debutto è semplicemente stupendo, il migliore che Berluti abbia avuto (o avrà) in anni – purtroppo il sodalizio durerà solo tre, fortissime stagioni, prima che Ackermann decida di andarsene a sua volta. Ma in occasione dell’ultimo show un altro seme che sboccerà in futuro è stato gettato: è il primo show a cui viene invitato Timothée Chalamet, presentato al designer da Tilda Swinton, che dal 2018 in avanti indosserà Ackermann per i propri red carpet - assicurando al designer la propria fama per una nuova generazione di clienti e ammiratori.
5. I red carpet di Timothée Chalamet
La Gen Z ha sentito parlare di Haider Ackermann grazie a Timothée Chalamet. Il primo look fu agli Oscar del 2018, uno smoking bianco, che non lasciava prevedere cosa sarebbe arrivato anni dopo. Ci fu il completo grigioperla con doppia cintura e una blusa coordinata visto al Festival di Venezia del 2019, poi il completo argento indossato a Cannes nel 2021 e, infine, la bomba definitiva: l’Halter Top rosso che lascia la schiena scoperta visto nuovamente a Venezia nel 2022. Solo i tre momenti più iconici di una collaborazione o sodalizio artistico che prosegue ancora oggi, con Chalamet che è diventato l’ambassador ufficioso del brand di Ackermann e che, presumiamo, inizieremo a vedere presto ricoperto di Tom Ford dalla testa ai piedi.