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Il mistero dei 12 miliardi dell'eredità Hermès spariti nel nulla

L'ereditiere Nicolas Puech ha dichiarato di essere senza un soldo

Il mistero dei 12 miliardi dell'eredità Hermès spariti nel nulla L'ereditiere Nicolas Puech ha dichiarato di essere senza un soldo

Dirimere questioni ereditarie può essere qualcosa di estremamente difficile - ma prima serve sapere dove si trovi l'eredità. In una storia insieme comica e drammatica, Nicolas Puech, l'ottuagenario erede della fortuna Hermès e un tempo miliardario con una grossa partecipazione nell’azienda, si trova al centro di un mistero finanziario che ha visto una fortuna di 13 miliardi sparire senza traccia apparente – almeno, secondo la sua versione. Le domande intorno alla vicenda sono molte. L'anno scorso, l’intero mondo della moda (oltre che un nutrito gruppo di lettori curiosi in tutto il mondo) aveva scoperto dell’esistenza dell’81enne Puech quando il miliardario aveva annunciato il suo piano non convenzionale di lasciare la sua fortuna al suo giardiniere. Ma gli sviluppi recenti suggeriscono che la fortuna che intendeva donare potrebbe non esistere più. Come spiega Bloomberg, na sentenza di un tribunale svizzero di questo mese ha respinto le accuse di Puech secondo cui il suo ex gestore patrimoniale, Eric Freymond, avrebbe avuto un ruolo nella scomparsa dei suoi beni e adesso la caccia al tesoro perduto è aperta. Non aspettatevi di trovare un forziere da qualche parte però. 

Di recente, gli avvocati di Puech hanno rivelato in tribunale che il loro cliente non possiede più di circa 6 milioni di azioni, valutate approssimativamente 12 miliardi di euro, che una volta deteneva in Hermès International. Questa partecipazione lo avrebbe reso il singolo investitore più grande della società, che si trova in perenne crescita da anni, tanto che la famiglia degli attuali proprietari, un clan di oltre cento membri che possiamo definire per comodità gli Hermès-Dumas, è la terza famiglia più ricca del mondo, con un patrimonio netto complessivo di circa 155 miliardi di dollari secondo il Bloomberg Billionaires Index. Ad ogni modo, inizialmente si pensava che la scomparsa dei soldi fosse dovuta alle malversazioni del gestore patrimoniale, Freymond, ma a inizio luglio il tribunale d'appello di Ginevra non ha trovato prove che l’uomo avesse gestito male la fortuna di Puech o che Puech fosse stato ingannato durante il periodo di oltre due decenni durante il quale alcune delle azioni sono state vendute. Il documento del tribunale ha affermato che la "gigantesca frode" di cui Puech sosteneva di essere vittima non aveva lasciato alcuna traccia, i magistrati hanno anche indicato che le accuse erano poco chiare e insufficientemente supportate. L'avvocato di Puech, Gregoire Mangeat, ha rifiutato di commentare la sentenza.

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La decisione del tribunale è un capitolo nella saga più ampia che coinvolge il magnate del lusso Bernard Arnault, fondatore di LVMH, che tentò di prendere il controllo di Hermès più di un decennio fa ammassando azioni nella stessa maniera in cui ha fatto di recente con Richemont. Sebbene Arnault abbia fallito, Puech è diventato un emarginato della famiglia a causa del suo presunto coinvolgimento nell'acquisizione furtiva di una partecipazione nella società da parte di Arnault. La partecipazione del 5,7% di Puech rimane un enigma irrisolto dal confronto del 2014, quando Arnault iniziò a disfare la sua partecipazione del 23% e Puech si dimise dal consiglio di Hermès. Puech ha affermato che la sua ricchezza, derivata principalmente da quelle azioni, fosse scomparsa senza che lui ne fosse consapevole, poiché Freymond gestiva tutti quanti i suoi conti. I documenti del tribunale descrivono un periodo di 24 anni a partire dal 1998, quando Puech iniziò a trasferire azioni Hermès a banche svizzere, accumulandone 6 milioni. Freymond ricevette mandati per supervisionare questi conti, con transazioni iniziate nel 2001. Durante un periodo di quasi due anni, terminato nell'ottobre 2010, fu registrato un profitto di 53,7 milioni di euro dalla vendita delle azioni, in coincidenza con la rivelazione di Arnault della sua partecipazione in Hermès.

Nonostante l'opposizione della famiglia, Puech considerava Arnault un alleato, non obiettando alla sua entrata tra gli azionisti di Hermès. Tuttavia, la famiglia riuscì a respingere le avances di Arnault, temendo che il suo modello di business iper-aggressivo (non a caso il magnate del lusso è soprannominato “il lupo vestito di cachemire”) rovinasse la cura artigianale e l’autenticità del loro brand. Puech annullò i mandati di Freymond nell'ottobre 2022, iniziando una valutazione della sua ricchezza e una pianificazione della successione. L'anno successivo, presentò tre cause contro Freymond, sostenendo la mancata comunicazione di informazioni, la cattiva gestione della sua fondazione, di diversi prestiti e altri investimenti e aprendo il caso che avrebbe rivelato la sparizione della sua fortuna. Il tribunale svizzero concluse che Puech aveva volontariamente affidato la gestione dei suoi affari a Freymond, firmando numerosi documenti in bianco e concedendo l'accesso ai suoi conti bancari. Puech non ha mai affermato di essere stato ingannato o di non aver compreso ciò che stava firmando, solo di aver lasciato le decisioni sulla crescita della sua ricchezza a Freymond. Il tribunale ha dichiarato che Puech avrebbe potuto revocare l'accordo in qualsiasi momento e non ha trovato prove della disonestà di Freymond, attribuendo la fiducia cieca di Puech alle sue scelte personali. Al momento, comunque, la destinazione delle azioni è ancora sconosciuta, una specie di mistero per gli analisti finanziari. Axel Dumas, presidente esecutivo di Hermès, interrogato sulle azioni di Puech durante una chiamata sugli utili, ha dichiarato: «Non abbiamo modo di vederle e controllarle».