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Anche Kering è sulle spine

I profitti del gigante del lusso non sono in buona salute

Anche Kering è sulle spine I profitti del gigante del lusso non sono in buona salute

Ieri sera, Kering ha riportato un significativo calo delle sue prestazioni finanziarie, emettendo un nuovo avviso di profitto a causa di un drastico rallentamento nella spesa per prodotti di lusso. Nei primi sei mesi dell'anno, l'utile netto di Kering è crollato del 50% a 878 milioni di euro, al di sotto delle previsioni degli analisti che si aggiravano intorno ai 930 milioni di euro. L'utile operativo è diminuito del 42% a 1,58 miliardi di euro, allineandosi con le proiezioni di aprile aprile ma il gruppo prevede un ulteriore calo del 30% dell'utile operativo per la seconda metà dell'anno. Jean-Marc Duplaix, vice CEO di Kering incaricato delle operazioni e delle finanze, si è detto preoccupato dalla volatilità del mercato, parlando di «un deterioramento delle tendenze a giugno che finora sta continuando a luglio. In questo ambiente molto volatile, è molto difficile prevedere cosa accadrà ad agosto e settembre, quindi non prevederò nulla riguardo alle tendenze per il resto del trimestre».

La nave ammiraglia di Kering, Gucci, non naviga nelle migliori delle acque: le vendite organiche sono calate del 19% nel secondo trimestre (gli analisti si aspettavano un calo del 17%) mentre i ricavi sono diminuiti del 20% a 2 miliardi di euro. Una performance lenta influenzata da una riduzione del traffico retail che ha penalizzato la collezione carry-over, che rappresenta i tre quarti dei suoi ricavi nel secondo trimestre. Nonostante gli investimenti in corso nelle comunicazioni e nei negozi, oltre agli sforzi per migliorare qualità e operazioni logistiche, Francesca Bellettini, vice CEO di Kering incaricata dello sviluppo del brand, ha ribadito che la strategia in attuazione non sarà compromessa per guadagni a breve termine, affermando: «Non comprometteremo il lungo termine per scorciatoie facili a breve termine». Ha aggiunto che i prossimi lanci di prodotti saranno pianificati con una strategia di comunicazione disciplinata mirata ai giusti segmenti di consumatori con un occhio particolare per gli entry price. Ma al di là di Gucci, l’intero fatturato complessivo del gruppo è diminuito dell'11% nel secondo trimestre, totalizzando 4,51 miliardi di euro. A livello regionale, i ricavi al dettaglio sono diminuiti del 25% nell'Asia-Pacifico, dell'11% in Nord America, dell'8% in Europa e del 2% in altre regioni, mentre le vendite in Giappone sono aumentate del 27%, guidate dai consumatori cinesi alla ricerca di sconti che hanno approfittato della debolezza dello yen.

@__kana_oya__ an evening with Bottega Veneta to celebrate the 5th anniversary of their Ginza store #ボッテガヴェネタ #bottegaveneta Lovin On Me - Jack Harlow

Saint Laurent e Bottega Veneta hanno mostrato risultati contrastanti, con le vendite comparabili di Saint Laurent in calo del 9% e quelle di Bottega Veneta in aumento del 4% nel secondo trimestre. La divisione "altri marchi", che include Balenciaga, Alexander McQueen e Boucheron, ha visto una diminuzione delle vendite del 5%. Nonostante ciò, Bottega Veneta ha registrato ricavi record nel primo semestre, sebbene il suo utile operativo sia diminuito del 28% a causa degli investimenti in corso nell'esperienza del marchio, inclusa l'apertura di una residenza creativa e culturale a Venezia dedicata ai VIC del brand. Meglio ha fatto la divisione occhiali e beauty, che ha registrato un aumento del 5% delle vendite organiche. Per aggiustare il tiro, Kering ha deciso di posticipare i progetti non essenziali e ottimizzare le spese. Nonostante le difficili condizioni di mercato, Kering proseguirà con la sua strategia a lungo termine e si è anche detta ottimista sul rafforzamento di brand come Balenciaga che mantiene una buona performance e un positivo coinvolgimento dei consumatori.