John Galliano potrebbe lasciare Margiela per Dior
Il gossip dell’estate è servito
22 Luglio 2024
La chiacchiera, tra i fashion insiders più appassionati di predizioni, era iniziata quando sia John Galliano che Kim Jones avevano cancellato tutti i propri post da Instagram. Poi, venerdì pomeriggio, è giunta la notizia che il designer di scarpe di Dior, Thibo Denis, una figura di culto nei circoli parigini, aveva detto addio al brand dopo sei anni diretto ora, dicono le voci, da Louis Vuitton. Le cime degli alberi non si scuotono se non soffia il vento: qualcosa sembra sul punto di accadere. Poi, negli scorsi giorni, è arrivato un gossip più credibile degli altri, non la classica voce che circola tra PR e giornalisti, ma un articolo vero e proprio firmato da Miss Tweed, alias di Astrid Wendlandt, che di voci interne ne capisce parecchio: John Galliano, a quanto pare, potrebbe non rinnovare il suo contratto quinquennale con Maison Margiela il prossimo ottobre per riavvicinarsi alla maison da cui era stato originariamente cacciato, ovvero Dior. Un ritorno sulle scene così straordinario che, in effetti, suona sia in grado di riportare un senso di novità al secondo brand più grande di LVMH sia di distogliere l’attenzione del pubblico dalle spiacevoli questioni legate allo scandalo degli sweatshop italiani che hanno portato il brand a discolparsi pubblicamente dopo le accuse del Codacons.
@modelsphase Dior Couture Spring Summer 1998 by John Galliano #fashion som original - ɴᴇᴡ ᴘʟᴀʏʟɪsᴛ
Sempre secondo Miss Tweed, la tessitrice di questa trama sarebbe una delle più potenti alleate di Galliano, ovvero Anna Wintour, che avrebbe in breve convinto Bernard Arnault e sua figlia Delphine (CEO di Dior, nonché importantissimo player nella scelta di designer e direttori creativi), mettendo anche i design dello stilista inglese al centro dello scorso Met Gala. Nonostante le voci, LVMH ha rifiutato di confermare il possibile trasferimento. La notizia, comunque, denota la rincorsa ai talenti che sta avvenendo ai piani alti della dirigenza della moda, con i grandi gruppi e grandi brand che competono per avere i migliori designer. Il potenziale ritorno di Galliano a Dior potrebbe, come si diceva, sollevare una grande attenzione mediatica intorno al brand in un momento di raffreddamento delle vendite e anche inaugurare l’epoca in cui, un po’ come negli anni ’90, i designer di grido definiscono i brand di grido – in cui le nomine professionali diventano tanto importanti quanto i casting di un franchise cinematografico. Se tra le nostre predizioni c'era stata quella sulla fine dei designer-star, la realtà che l'industria del lusso conosce, in epoca di moda che diventa intrattenimento, potrebbe fare esattamente l'opposto e raddoppiare l'attenzione sui direttori creativi, per elevarne la misticità e, con la loro, quella dei brand. In tal senso, la predizione di Miss Tweed è che nei prossimi mesi sentiremo molte e diverse notizie sui nuovi ruoli dei designer.
Ad esempio, Sarah Burton dovrebbe andare da Givenchy mentre era già nota l’ipotesi (al momento da verificare) che Hedi Slimane potesse essere sostituito da Michael Rider da Celine. Invece, risulta sempre più nebulosa l’identità del futuro direttore creativo di Chanel, dato che sembra al momento che i Wertheimer, che ne sono a capo, vogliano prendere tempo e scegliere la figura giusta. Sia la potenziale nomina di Galliano da Dior (sottolineiamo potenziale) che quella di Burton da Givenchy darebbero modo a entrambi i brand di potenziare la propria divisione di Haute Couture, che in questo momento rappresenta una preziosa fiche da giocarsi nella partita, sempre più ardua, della value proposition dei brand. I servizi di Haute Couture potrebbero inoltre servire a trattenere nel mondo dei brand i preziosi VIC, una fascia di clientela fedele ma soprattutto disposta a spendere le cifre sempre più alte che i brand stessi ormai fanno pagare.