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Perchè tutti fanno foto al cestino della loro bici?

Il nuovo fit-check dell'estate non prevede che gli abiti siano indossati

Perchè tutti fanno foto al cestino della loro bici? Il nuovo fit-check dell'estate non prevede che gli abiti siano indossati

Ora che su Instagram i cocktail e le tazze di Starbucks del 2016 sono stati sostituiti da vini naturali e frullati Erewhon, che le foto ipersature 1:1 di skinny jeans e magliette Brandy Melville sono state sostituite da video registrati con il grand’angolo, anche le foto “aesthetic” sono cambiate. Nell’era della post-falsità, le attività mondane diventano il soggetto perfetto degli appassionati di moda. Con l’ascesa dei servizi di bike sharing in tutte le principali città del mondo, come City Bike e Lime (che a Roma è particolarmente amata da Harry Styles), i cestini delle biciclette diventano il posto preferito dalla Gen Z per documentare gli accessori che portano con sé durante la giornata. Borse firmate (vintage), fiori, libri e altro diventano protagonisti di immagini contornate da quel particolare verde Brat di cui abbiamo sentito così tanto parlare. C’è persino chi ha provato a declinare il trend sui vassoi che vengono forniti in aeroporto, ai controlli di sicurezza.  

Come i contenuti video “What’s in my bag”, il format che coinvolge i cestini della bici potrebbe avere lunga vita: non solo rappresenta una maniera semplice ed efficace per comunicare il proprio stile, tra Dior Saddle Bag o borse di tela, cuffie AirPods o Walkman, ma racconta anche qualcosa di intimo sul proprietario. Del resto, siamo nell’era della personalizzazione, in un periodo in cui internet è così saturo di materiale già visto, di estetiche pre-impacchettate e di nostalgia, che gli unici creator che riescono a farsi notare dal pubblico sono i TikToker e gli influencer che aggiungono un po’ di farina del loro sacco ai look copia-e-incolla che vediamo sparpagliati per la For You page. Il primo segno di questo cambiamento è stato il successo della Messy Bag, che ha incitato il pubblico moda ad aggiungere ciondoli e altri frondoli alle loro borse firmate - possibilmente ridotte male come le Hermès di Jane Birkin. L’unico inconveniente è stato che, con l’esplosione del trend, tutta TikTok si è ritrovata con una borsa marrone piena di portachiavi, e così la credibilità del look è venuta un po’ meno. 

Dieci anni fa la cosa migliore che potevi postare su Instagram era un’immagine che assomigliava il più possibile a quelle sul profilo di Kendall Jenner, con i capelli a forma di cuoricini, di Alexis Ren, in spiaggia con un costume fluo colourblock. L’amalgamazione era il trend, la differenza neanche considerata, e il massimo della personalità che si poteva dimostrare sui social era una passione per il cibo (foodie era un termine all’ordine del giorno su Instagram) o per i viaggi (e qui citiamo il povero inflazionato Wonderlust). Sarà per merito dell’algoritmo, che cambiando strategia ha spinto i contenuti più particolari in cima ai feed degli utenti, o forse perché la gente si è stancata di vedere lo stesso scatto, gli stessi filtri, ma i nuovi social premiano la personalità. Non importa il brand che indossi, in che stato si trovano le tue cuffie o quanto hai speso per quella bottiglia di vino: va bene tutto, a patto che ci quello che scegli di infilare nel cestino della city bike sia unico.