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Che fine ha fatto il liceo Made in Italy?

L'iniziativa del Governo Meloni non raggiunge la soglia minima di iscritti

Che fine ha fatto il liceo Made in Italy?  L'iniziativa del Governo Meloni non raggiunge la soglia minima di iscritti

Le iscrizioni per il liceo Made in Italy, fortemente voluto dal Governo Meloni, sono state aperte il 23 gennaio, ma il numero di alunni che verranno accolti tra le aule di quello che molti hanno chiamato "il vecchio liceo" (perché ha più ore d'arte e meno di lingue straniere rispetto a un indirizzo tradizionale) arriva a malapena a 375. A due mesi dall'inizio delle lezioni, la scuola non raggiunge il minimo legale di studenti per classe, e così l'intero progetto rischia di finire miseramente nel cestino ancora prima di iniziare. I 375 studenti sarebbero da dividere in 92 istituti, divisi tra Sicilia (17), Lombardia e Lazio (12), Puglia (9), Marche e Calabria (8), Abruzzo (6), Toscana (5), Liguria, Piemonte e Veneto (3), Molise (2), Basilicata, Emilia–Romagna, Sardegna e Umbria (1). Nonostante il numero scarseggiante di iscritti fosse già noto a febbraio, come riporta L'Espresso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si era detto ottimista. Eppure da allora la quota non è ancora cambiata. 

Presentata inizialmente dal ministro Giuseppe Valditara come un liceo che avrebbe formato artigiani professionisti nelle pratiche «della moda, dall’abbigliamento, dall’arredo, dalla ceramica italiana» ma anche «dell'aerospazio», la scuola del Made in Italy ha in verità poco a che fare con il mondo del fatto a mano. Da quando sono state condivise le prime informazioni sul programma del primo biennio, online hanno cominciato a circolare aspre critiche circa l'utilità di un liceo che offre una formazione pressoché identica a quella di un liceo di Scienze Umane, con le stesse materie a parte un incremento di ore per storia dell'arte. Secondo quanto condiviso, i primi due anni del liceo non includeranno le lezioni legate ai settori del Made in Italy promesse dal Governo, mentre sulle materie del triennio aleggia ancora un enorme punto di domanda. 

Per risolvere il problema della carenza di iscritti al nuovo Liceo, a maggio il ministero dell'Istruzione e del Merito aveva provato a derogare la legge che obbliga un minimo legale di 27 alunni per classe nelle scuole secondarie di secondo grado. Lo scorso mese, invece, Giorgia Latini, deputata della Lega, aveva proposto un emendamento del "decreto Caivano" per consentire la deroga in maniera eccezionale, ma è stato ritirato. «Stiamo valutando intese differenti e specifiche. È un problema che sarà affrontato in Commissione VII della Camera. Il ministero è impegnato a trovare una soluzione», aveva detto Latini al Fatto Quotidiano. In pratica, una lezione di artigianato il Governo la sta già insegnando: cucire le toppe.