Storia e successo delle infradito
Uno dei trend urbani più controversi di sempre
02 Luglio 2024
Per inaugurare l'inizio dell’estate, Havaianas ha rilasciato una collaborazione con Dolce&Gabbana. Il design classico del brand brasiliano, con la suola in gomma e il nome in sovraesposizione sulle fascette, si è affidato al tono travolgente del marchio di lusso italiano presentando stampe animalier e motivi ispirati alla tradizione siciliana. La collaborazione è diventata l’ultima di una tendenza emersa sulle passerelle della SS23, che ha visto le infradito riaffermarsi come calzatura del momento. Solitamente relegate alla spiaggia o a situazioni in cui viene prediletta la comodità, il ritorno delle ciabatte a infradito riflette un cambiamento in atto ormai da tempo, una rivoluzione che abbandona le scarpe che donano verticalità favorendo invece modelli funzionali, con una conseguente predilezione per le scarpe basse, dalle ballerine alle scarpe da barca, fino, dunque, alle infradito.
Le origini delle infradito
Secondo alcuni, alle infradito dovrebbe essere riconosciuto il titolo di prime calzature della storia. Le prime prove storiche della loro esistenza risalgono infatti all’antico Egitto. Nella Tavoletta di Narmer, risalente al 3100 a.C, è raffigurato il “portatore di sandali,” una figura che aveva il compito di prendersi cura delle calzature del sovrano, dal significato sociale e simbolico poiché separavano lo separavano dalla terra. Su alcune suole, come quelle del faraone Tutankhamon, venivano addirittura rappresentati i nemici affinché venissero metaforicamente schiacciati dai piedi del sovrano. Nel corredo funebre di Tutankhamon sono stati ritrovati circa quaranta paia di sandali infradito, dai più semplici a quelli decorati con pietre e altre preziosità, ma se le prime infradito egiziane erano fatte in foglie di papiro e foglie di palma, in altre zone del mondo si ricorreva ad altri materiali: le popolazioni native del Messico le realizzavano con foglie di Yucca, la popolazione dei Masai in Africa Centrale utilizzava invece la pelle di animale, mentre in India ci si affidava al legno. È solo con la Seconda Guerra Mondiale che le infradito raggiunsero una popolarità globale, entrando nel mercato statunitense e ottenendo un'omogeneità stilistica. Al ritorno dal Giappone, infatti, i soldati americani portarono con loro gli zōri, i tradizionali sandali giapponesi fatti in paglia di riso o altre fibre naturali. In piena età d’oro del capitalismo americano, fu l'azienda brasiliana Alpargatas, di cui fa parte Havaianas, ad adattare la silhouette al mondo occidentale, proponendole in gomma e in varie tonalità di colore. Contribuì al rebranding anche il nome Havaianas, che in portoghese significa “delle Hawaii o hawaiane,” così da evocare l'immagine di un paesaggio di mare e un’atmosfera di relax.
Il successo delle infradito nella pop culture
Gli anni ‘90 segnarono il passaggio della moda verso uno stile minimalista. Abbandonati i volumi e le stampe eccentriche propri della decade precedente, la fine del millennio ridusse le proporzioni, prediligendo abbinamenti monocromatici in bianco e nero. Sulle passerelle arrivarono design eleganti ma sobri che seguivano la filosofia del “Less is more”, un quadro estetico che fece guadagnare popolarità immediata alle infradito anche nelle capitali della moda. Nel 1993, a Milano, la top model Helena Christensen sfilò per la Primavera Estate di Jil Sander con un vestito metallico e un paio di infradito bianche con il laccetto a V argentato. Qualche anno dopo, nel 1996, Calvin Klein le portò in passerella in versione platform assieme a lingerie a vista e slip-dress, mentre nel 1999 Jean Paul Gaultier le introdusse alla Paris Fashion Week riprendendo la fascetta a V e integrando il tacco. In poco tempo il trend arrivò anche sul red carpet: agli MTV Video Music Awards, la cantante Gwen Stefani ne indossò un paio che ricordavano gli zōri giapponesi, con una gonna futuristica sopra il pantalone e un top a triangolo di pelliccia azzurro. E se è vero che non si può parlare di minimalismo anni '90 senza citare lo stile di Gwyneth Paltrow, è anche inevitabile menzionare il suo look alla première del film spagnolo La lengua de las mariposas, quando l’attrice si presentò con un paio di infradito nere sotto un lungo e ampio vestito nero. A partire dagli anni 2000 la calzatura era ormai dappertutto, da Kim Cattrall AKA Samantha Jones e Kate Hudson sul set di Sex & The City alla it-girl y2K Paris Hilton, ma anche Kim Kardashian, che le abbinava alla tuta Juicy Couture in ciniglia. Nonostante la notorietà e il tentativo di alcune maison di inserirle nell’alta moda, le infradito rimasero calzature utilizzate principalmente per la loro praticità, con qualche eccezione nel mondo delle celebrity. Nel 2005, quando alcune componenti del team di lacrosse femminile della Northwestern University si presentarono alla Casa Bianca in infradito, il loro incontro con il presidente Bush divenne un caso mediatico. Alcuni le consideravano inadatte alla situazione, altri fuori luogo, altri invece difendevano la scelta perché richiamava l’abbigliamento sportivo.
Le infradito nella moda
Negli ultimi anni le infradito hanno fatto il loro ritorno grazie ad una crescente nostalgia per la moda Y2K. Questa calzatura ora offre una maggiore versatilità, adattandosi a contesti che spaziano dal casual al formale. Ne sono una prova le collaborazioni tra brand con clientele diverse, come Havaianas e Dolce&Gabbana. Maria Fernanda Albuquerque, vice presidente del marketing globale della società madre di Havaianas, Alpargatas, ha dichiarato che il brand sta attualmente cavalcando una nuova ondata di popolarità. Solo nel primo trimestre del 2024, i profitti sono aumentati del 9% e le vendite del 3%. A contribuire a questa crescita, oltre alla partnership con Dolce&Gabbana, sono state anche le collaborazioni con i brand Farm Rio e Maison Kitsuné. Secondo quanto riportato da Trendalytics, quest’anno le ricerche per le infradito con platform sono aumentate del 255%, mentre le infradito con il cosiddetto kitten heel, ovvero il tacco basso, hanno registrato una crescita del 700%. Tra le maison che hanno sfruttato questo trend ci sono Chanel, che ha proposto infradito nere in velluto o in cotone e seta con il logo doppia C di brillanti, Miu Miu con un sandalo riviere in pelle, cinturino di chiusura con logo e fascetta a V in corda colorata, e infine Saint Laurent, con diverse versioni–dalle infradito in pelle scamosciata con cinturino brillantinato, ai sandali in pelle con tomaia triangolare e medaglione oro, a quelli con il cinturino a T con logo in metallo. Per i nostalgici delle ciabatte in gomma della stagione precedente, i cosiddetti “sandali nuvola”, Diesel li ha proposti in bianco e nero. Ha ripreso la verticalità anche Burberry, che ha proposto un infradito con tacco, punta squadrata e un cinturino con motivo equestre. E lo stesso ha fatto Coperni con la zeppa e con sandalo minimal con tacco basso, in toni di bianco, nero, e verde.