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Che impatto avranno le elezioni in Francia sulla moda?

Un vento politico che solleva il dubbio nei mercati

Che impatto avranno le elezioni in Francia sulla moda? Un vento politico che solleva il dubbio nei mercati

Le recenti elezioni anticipate in Francia, indette dal presidente Emmanuel Macron, stanno creando una notevole incertezza nei mercati finanziari. Se già le elezioni europee avevano evidenziato un panorama politico instabile a causa dell'avanzata dell'estrema destra sovranista, adesso le borse si trovano a fare i conti con l’esito delle elezioni legislative anticipate in Francia, durante le quali il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha ottenuto oltre il 30% dei consensi nelle elezioni europee. Circa 50 milioni di francesi sono chiamati alle urne per rinnovare l'Assemblea nazionale, con il primo turno tenutosi il 30 giugno e il secondo turno domenica prossima. Attualmente, i sondaggi indicano che il partito di Le Pen e i suoi alleati, guidati da Eric Ciotti, sono in testa con circa il 36% delle intenzioni di voto per il primo turno, seguiti dal blocco di sinistra Nouveau Front Populaire al 28-29% e dalla coalizione presidenziale Ensemble pour la République al 20%. Ora, anche se i francesi non stanno di fatto eleggendo un nuovo presidente, stanno scegliendo la composizione dell’Assemblea Nazionale, quella che in Italia è la Camera dei Deputati, per intenderci, alterando la maggioranza parlamentare del governo - Macron resterà, dunque, e ha detto di voler concludere il suo mandato, ma il governo del paese potrebbe diventare assai difficile. E questa nuova tornata elettorale potrebbe avere influssi anche sul mercato del lusso, che ora si trova al centro di un momento storico di generale debolezza.

La situazione politica francese appare particolarmente delicata anche a causa delle fragili finanze pubbliche del paese. Il debito pubblico francese (che secondo AGI è tra i più alti in tutta Europa) in rapporto al PIL nazionale si aggirava intorno al 110,6% nel 2023, con un debito pro capite di 45.000 euro che dovrebbe salire a 50.000 entro due anni. Il governo ha chiuso l'anno scorso con un deficit del 5,5% del PIL, spingendo l'Unione Europea ad avviare una procedura di infrazione. Inoltre, il 50,5% del debito pubblico francese è detenuto da investitori stranieri, rendendolo più vulnerabile a instabilità speculative. Le agenzie di rating Fitch e Moody's hanno espresso preoccupazioni riguardo le conseguenze di questa incertezza politica, anche se ancora il rating del paese non ne è influenzato e dunque la situazione francese risulta al momento immutata anche se incerta. Nello specifico, secondo Fitch l'incertezza sul percorso di consolidamento fiscale della Francia e sulle prospettive di ulteriori riforme economiche potrebbe avere implicazioni negative mentre Moody's teme che un prolungato periodo di instabilità politica post-elezioni potrebbe avere "un impatto negativo" sull'ambiente operativo delle banche francesi e potrebbe portare a un taglio dell'outlook da stabile a negativo. Una vittoria del Rassemblement National potrebbe aumentare la volatilità, poiché Marine Le Pen intende perseguire un programma populista e fiscalmente espansivo. D'altra parte, una possibile vittoria della coalizione di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare, spaventa i mercati con un programma radicale che include una maggiore progressività fiscale, il blocco dei prezzi sui beni di prima necessità, la riforma delle pensioni, l'aumento del salario minimo e l'ampliamento del settore pubblico con la nazionalizzazione delle principali infrastrutture.

@cnn Marine Le Pen’s far-right National Rally (RN) party has taken the lead in the first round of France’s parliamentary elections, initial projections show, with President Emmanuel Macron's party dropping to third place. The second round of voting takes place Sunday July 7th. #france #parliament #election #cnn #news original sound - CNN

Ma dato che anche un’eventuale vittoria di Le Pen potrebbe non significare una maggioranza assoluta – e dunque potrebbe comportare diversi tipi di alleanze tra partiti, alla questione già spinosa si va a sommare il problema dell’ingovernabilità. Questa volatilità sta già determinando anche l'aumento dello spread tra Oat e Bund tedeschi e la caduta dei corsi azionari delle grandi banche parigine, a far sentire malsicuri i player economici c’è anche l’aumento di spesa pubblica e deficit, previso a prescindere a prescindere dall’esito delle elezioni. Un’altra fonte di preoccupazione sono i rapporti con l’Europa, che i sovranisti in realtà avversano. Secondo Il Sole 24Ore, investitori esteri e i grandi gruppi industriali francesi sembrano preferire, come male minore, una vittoria del partito di Marine Le Pen rispetto alla sinistra radicale, temendo l’instabilità politica e l'incertezza economica che potrebbero derivarne. Sicuramente, l’industria della moda francese, così grande per il paese, vorrebbe evitare quei rischi: basti pensare che l’anno scorso soltanto LVMH rappresentava il 4% degli export del paese, superando persino le esportazioni di vino. Un’altra questione in sospeso, più marginale relativamente al generale scacchiere politico, è quella della legge contro il fast fashion e del ban agli export di indumenti usati diretti in Africa – che però alla Camera era già passata all’unanimità e dunque non sembra oggetto di contesa politica.

Ma come spiega Bloomberg entrambi i partiti hanno manifestato il proposito di far pagare più tasse ai ricchi – cosa che potrebbe spingere sia gli Arnault e ai Pinault che le restanti undici dinastie di miliardari del paese di manovrare i propri asset per ridurre le proprie tasse. Un po’ l’opposto di quanto ha fatto Macron che invece le aveva ridotte, come spiega sempre Bloomberg, con l’obiettivo di stimolare gli investimenti sia domestici che esteri riducendo tasse sui patrimoni e sull’eredità. Qualcosa di simile era accaduto negli anni ’80 con Mitterand e poi ancora nel biennio di Hollande quando moltissimi avevano aperto conti all’estero per sfuggire alle imposte. E se con Macron il ruolo del magnate più importante del paese, e cioè Bernard Arnault, è stato magnificato, facendo del fondatore di LVMH un personaggio pubblico che ha anche accompagnato il presidente in diversi viaggi diplomatici, tanto la destra che la sinistra hanno annunciati futuri giri di vite sui mega-ricchi del paese. A prescindere da come vadano le elezioni legislative, per i prossimi tre anni Macron manterrà il suo seggio (le presidenziali in Francia si svolgeranno nel 2027) ma anche con questa sembianza di continuità, l’Assembla Nazionale che si troverà a presidiare potrebbe risultare radicalmente diversa dopo le elezioni, a partire dal primo ministro. La moda, sicuramente, ne risentirà.