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È iniziata la plain boy summer

Minimalismo? Menefreghismo? Forse solo semplicità

È iniziata la plain boy summer Minimalismo? Menefreghismo? Forse solo semplicità
Hed Mayner SS25
1017 Alyx 9SM Resort 2025
AMI SS25
Auralee SS25
Balenciaga Resort 2025
Bianca Saunders SS25
Brioni SS25
Craig Green SS25
Dolce&Gabbana SS25
Doublet SS25
Emporio Armani SS25
Eytys SS25
Fear of God SS25
Fendi SS25
Giorgio Armani SS25
Gucci SS25
Hermès SS25
Kolor SS25
Lemaire SS25
LGN Louis Gabriel Nouchi SS25
Loewe SS25
Magliano SS25
MM6 Maison Margiela Resort 2025
Nanushka Resort 2025
Neil Barrett SS25
Our Legacy SS25
Prada SS25
sacai SS25
Stussy SS24
The Row SS25

Quando un mese fa Alessandro Michele venne avvistato a Roma insieme a Harry Styles, il popolo di Internet aveva reagito con sorpresa: come mai i re della moda barocca indossavano solo camicie azzurre, pantaloni beige e mocassini? Eppure la semplicità dei due non è un caso unico in questa stagione: anche Kim Jones, alla fine del suo show di Dior, ha combinato la camicia e il chino (presupponiamo di Miu Miu ma non c’erano loghi in vista) mentre Kendrick Lamar ha indossato jeans e una semplicissima hoodie rossa di The Row per il suo concerto The Pop Out; persino Bad Bunny, pur non esattamente minimale, indossava un sobrio outfit da sera nero per una cena parigina al Giraffe con Kendall Jenner negli scorsi giorni. Un po’ ovunque, sia negli street style di fashion week che nelle mise quotidiane di questo o quell’influencer, sembra essere emerso uno stile maschile semplificato, relativamente casto o comunque non provocante quanto le camicie trasparenti e le canotte dell’estate scorsa – né è un caso che secondo Tagwalk la presenza di canottiere nelle ultime sfilate sia scesa del 24%. È uno stile rassicurante e assai portabile, in cui l’originalità dello spirito si traduce nella generosità dei volumi e nella consistenza dei materiali ma in cui perde progressivamente posto l’irriverenza forse un po’ immatura di fantasie tribali, colori fluo, occhiali futuristici, distressing espressionistico e in genere l’intero repertorio Y2K. La nuova divisa è una camicia fuori dai pantaloni, chino larghi e leggeri o pantaloni bootcut, scarpe basse e anonime, un po’ come Paul Mescal allo show di Gucci, ma con più pantaloni. Si preannuncia un’estate perfetta per essere plain - la semplicità, dopo tutto, riserva meno mal di testa della sua ovvia alternativa.

Tradizionalmente la società non si aspetta molto dal vestiario maschile: quando Valentino Garavani venne intervistato da Gianni Minoli, nel 1981, la sua opinione sul menswear è che dovesse essere classico, né più né meno; e vent’anni più tardi, nel 2003, anche un genio come Lee McQueen doveva ammettere in un’intervista che vestire gli uomini era difficile perché, come audience, rifiutavano consigli o esortazioni. Due rimandi che servono a capire che anche dei visionari della moda non nutrissero enormi aspettative per il menswear che in effetti, anche con il boom dello streetwear prima e della gender fluidity dopo, non si è spostato eccessivamente in avanti per quanto riguarda la stragrande maggioranza del pubblico maschile. Ma la pervasività della moda oggi, che ha portato la moda addosso a rapper e atleti e celebrità di ogni tipo, ha fatto sì che anche i più avversi alle frivolezze del vestire iniziassero a confrontarsi con questo mondo: come dissero molti all’epoca, il primo momento in cui gli uomini si misero a discutere di Gucci fu quando Sinner si presentò con un borse del brand a Wimbledon. L’arrivo del quiet luxury come trend dominante dell’anno scorso, grazie al quale brand come Loro Piana ha trovato nuova preminenza, ha per certi versi validato la bellezza del look maschile basic – così come ha fatto, l’anno scorso, la collezione SS24 di The Row che si apriva precisamente con un look maschile simile a quello visto indosso a Michele e Styles nello scatto dei paparazzi: larga camicia blu, chinos beige, semplici slide di pelle. Ancora una volta, l’assenza di originalità del look è controbilanciata dalle ampie e morbide proporzioni: è comodità senza volgarità, eleganza senza superbia, morbidezza senza affettazione - un po’ come nei vecchi cataloghi americani di J.Crew.

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Prada SS25
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Gucci SS25
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Giorgio Armani SS25
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Fendi SS25
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Hermès SS25
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Magliano SS25
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MM6 Maison Margiela Resort 2025
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Nanushka Resort 2025
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The Row SS25
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Stussy SS24
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sacai SS25
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Our Legacy SS25
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LGN Louis Gabriel Nouchi SS25
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Lemaire SS25
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Kolor SS25
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Hed Mayner SS25
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Fear of God SS25
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Eytys SS25
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Emporio Armani SS25
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Doublet SS25
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Dolce&Gabbana SS25
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Auralee SS25
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Balenciaga Resort 2025
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Bianca Saunders SS25
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Brioni SS25
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Craig Green SS25
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AMI SS25
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1017 Alyx 9SM Resort 2025

E il lookbook SS24 di The Row rappresenta forse la manifestazione più pulita del “plain boy: pantaloni larghi, ensemble tonali o monocromatici, un’impronta di sartoria e la tendenza a creare look con blocchi di colore netti ed essenziali. Unica concessione all’estro sono le linee allungate, l’enfasi sui colletti, i volumi ampi e il drappeggio, l’occasionale strappo sul jeans. La semplicità stessa di questo insieme impone rendere interessanti le singole parti: ariosità, morbidezza e texture sono le tre parole d’ordine. E la tendenza si è manifestata con forza nella stagione SS25 maschile appena conclusasi in cui, secondo il report stagionale di Tagwalk, i colori neutri e il color blocking sono aumentati rispettivamente del 30% e del 25% mentre la popolarità della polo è raddoppiata. Si sono visti diversi esempi di questo “filone”: il più notevole è forse Prada, che ha simulato la semplicità, mescolando un maglioncino blu e pantaloni grigi come apertura del suo ultimo show; anche Gucci si è mosso, seppur con altre silhouette, verso territori riduzionistici mentre brand come Bianca Saunders e Craig Green hanno mantenuto questa semplicità animandola però attraverso le proporzioni e il layering rispettivamente – nessuna delle due collezioni potrebbe dirsi minimale, infatti, ma è degno di nota che il look plain abbia fatto la sua comparsa anche lì, anche se dissimulato dallo styling. Lo stesso si dica per l’ultima collezione di Our Legacy, non proprio minimalistica, ma nel cui lookbook ha trovato spazio una combo di jeans e t-shirt, mentre la Resort di 1017 Alyx 9SM, il soft comeback di Matthew Williams, si è mossa sulle linee di questa semplificazione della silhouette come ha fatto nel suo ultimo lookbook anche Stussy. Tanti altri, da Dolce&Gabbana a Hed Mayner, passando per Fendi, Doublet o Sacai hanno a modo loro reinterpretato il look dando nuove forme o drappeggi alle camicie, ma la loro semplicità resta.