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Le guerriere minimal di Di Felice per l'haute couture di Jean Paul Gaultier

Un sodalizio romantico tra drammaticità e geometria

Le guerriere minimal di Di Felice per l'haute couture di Jean Paul Gaultier  Un sodalizio romantico tra drammaticità e geometria

Con la collezione Haute Couture 2024 di Jean Paul Gaultier, il guest designer Nicolas Di Felice ha dimostrato cosa avviene quando un designer minimalista incontra l’archivio di una maison notoriamente massimalista. Le silhouette si asciugano, gli accessori si rimpiccioliscono, la palette diventa monocromatica e i look ancora più scultorei. Invece di provare a mettersi nei panni dell’enfant terrible della moda, il direttore creativo di Courreges ha scelto di riscriverne i codici estetici secondo il proprio metro artistico. Per assurdo, il risultato è riuscito a indirizzare la maison verso una dimensione più moderna pur conservando tutto ciò che al pubblico della fashion industry è più caro di Gaultier: corsetti, teatralità, un’attenzione scientifica per il corpo femminile e infine appassionati riferimenti a culture lontane. È la prima volta nella storia del progetto di guest design di Jean Paul Gaultier Couture, cominciato nel 2020, che il brand sperimenta con un direttore creativo così “severo”. Con Glenn Martens la maison si è divertita sperimentando con il mondo tessile, con Simone Rocha ha tastato il terreno della moda iper-femminile, mentre con Haider Ackermann ha scoperto la couture nella sua forma più essenziale. Con Di Felice, la Couture di Jean Paul Gaultier entra in un capitolo tutto nuovo, fatto di una sensualità confortante che porta il viso coperto ma il corpo in bella vista. 

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In occasione dello show, che si è tenuto presso il quartier generale del brand, la stanza è stata resa interamente bianca, una tela spoglia che Di Felice conosce molto bene. Tra le panche, come sempre, studenti di moda, invitati in drag e altri visionari della fashion industry si sono raccolti attorno a Jean Paul Gaultier, seduto front row. Con i primi look che coprivano interamente il corpo delle modelle dalla fronte in giù, le aspettative dei presenti sono state completamente sgretolate, mentre il loro volto prendeva un’espressione di stupore di fronte a giacche in pelle e trench con grosse maniche a pipistrello che salivano fin sopra la nuca e abiti aderenti che salivano fin sopra gli occhi delle modelle. Il blazer, che nel mondo di Gaultier ha sempre avuto le spalle belle ampie, qui è stato attorcigliato attorno ai fianchi come se fosse stato strizzato, abbinato al pizzo, mentre interessanti impalcature sostenevano per aria gli abiti, anch’essi drappeggiati tout autour ai corpi, aggiungendo forme geometriche a silhouette altresì organiche. Dopo un paio di look che ammiccavano al processo di creazione di un abito, con completi-prototipi blu e neri gessati volutamente cuciti a metà, lo scudo che Di Felice ha costruito sui dorsi, sui petti e sui volti delle modelle cade per scoprire i corpi quasi nella loro interezza. La struttura Gaultier-esca rimane, con la lisca bianca del corsetto che tiene su veli di organza trasparente annodata all’altezza dell’ombelico. Il trench di prima diventa cachi e beige e si trasforma in un pezzo di armatura con solo una manica accorpata alla minigonna, le giacche in pelle diventano gonne lunghe portate sopra a pantaloni sartoriali che scendono al millimetro fino a sfiorare il pavimento.   

A parte la scelta di celebrare l’archivio di Gaultier in maniera così pulita, ciò che ha reso la prima collezione couture di Di Felice così entusiasmante è stato l’alternare di riferimenti tra un designer e l’altro. Se da prima il corsetto e la struttura sul volto ammiccavano sia a Gaultier che a Di Felice, il guanto, il gessato, la maglia metallica e i gioielli in argento come l’anello al naso prendevano velatamente spunto dalle collezioni anni ’90 del fondatore del brand. Nel frattempo, dettagli come la tasca sul pube e il concetto di vedo-non-vedo portato all’estremo guardavano alle ultime collezioni di Di Felice per Courreges. Con uno show essenzialmente distante dall’universo dinamico, ricco e originale di Jean Paul Gaultier, Di Felice ha agito nella propria comfort zone. Forse un po’ più di audacia sarebbe stata apprezzata considerata l’unicità dell’evento, ma comunque lo show ha lasciato tutti estasiati, Gaultier compreso.