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“The Watchers” è il film più strano che vedrete quest’estate

Il debutto alla regia di Ishana Night Shyamalan sfugge a ogni categoria, nel bene e nel male

“The Watchers” è il film più strano che vedrete quest’estate Il debutto alla regia di Ishana Night Shyamalan sfugge a ogni categoria, nel bene e nel male

Uno dei principali problemi per chi ha guarda molti film è guardarne troppi. E non perché il cinema, come hobby, prenda troppo tempo ma perché dopo il primo centinaio di film, molte trame diventano assurdamente prevedibili. Tanto più che oggi il cinema si è diviso tra mega-produzioni piene di effetti speciali e scontri tra mostri giganti e supereroi e lacrimose pellicole intimistiche girate in una stanza con budget stringati. Per questo il debutto alla regia di Ishana Night Shyamalan, figlia di M. Night Shyamalan, The Watchers – Loro ti guardano, basato sul romanzo folk-horror dell’irlandese A.M. Shine, sorprende così tanto: risulta quasi impossibile incasellarlo in un genere preciso e dunque risulta una visione, se non altro, originale. O meglio, strana. La stranezza del film però non è intenzionale, è il derivato di una storia che vorrebbe far paura ma il cui tono non è cupo, di una storia convenzionale nel suo articolarsi ma in fondo sorprendente nei diversi sviluppi. Diciamo che il film non è un capolavoro, ma lascia un'impressione. La storia racconta di una ragazza americana di nome Mina, interpretata da Dakota Fanning, che vive in Irlanda per sfuggire a un traumatico passato familiare, che si perde nel mezzo di una misteriosa foresta del tutto isolata dal mondo. Qui troverà un gruppo di tre altri dispersi che vivono in una sorta di bunker nella foresta, l’unico rifugio che li protegge dalle misteriose invisibili creature che si aggirano nel bosco la notte e uccidono chiunque incontrino. Queste creature guardano ogni notte i loro “prigionieri” attraverso una parete di vetro e questi ultimi dovranno capire come scappare dal bosco e salvarsi la vita. Della trama è meglio non dire altro, tanto più che le molte domande sollevate sollevate nel corso del film trovano più o meno la loro risposta sul finale. Basti sapere che se la storia del film sembra strana è perché lo è – ma in una maniera involontariamente rinfrescante in un momento in cui così tanti film sembrano voler aderire a delle convenzioni riconoscibili sempre e comunque.

Uscendo dalla sala non ci si sente propriamente esaltati, ma The Watchers – Loro ti guardano è uno di quei film che segue lo spettatore fuori dalla sala finchè non arriva a casa. Ancora una volta, il film non è propriamente un horror e se lo fosse, si tratterebbe comunque di un horror molto tiepido, lontano anni luce film dalla claustrofobia di film come The Descent o Cube. Come atmosfere il film richiama forse più Lost, oppure Signs (che è firmato dal padre della regista), ma anche una puntata di Ai confini della realtà. Ma in realtà è proprio questa capacità del film di sfuggire alla categorizzazione che mantiene la storia scorrevole sia abbastanza imprevedibile nell’andamento. Un sicuro merito del film è che in nessun momento si può dire che si è già capito il finale, in questo senso il film sembra essere un parente di Rovine, un B-Movie del 2008 anch'esso adattato da un romanzo horror parecchio strano, che nel tempo è diventato una mini gemma dell'horror estivo-vacanziero. Diversi critici si sono detti insoddisfatti del film, a loro avviso troppo campato in aria, o forse forzato in un messaggio di solidarietà ed empatia che in effetti non lascia lo spettatore entusiasta o sorpreso. Sicuramente, è un po’ deludente l’abbandono di tematiche come quella del doppio e della dualità umana, ma anche quella della dinamica dell’osservazione con metafore tra specchi, reality show e via dicendo che vengono abbozzate ma lasciate sostanzialmente cadere nella seconda parte. Se volessimo mettere un’etichetta sul film potremmo definirlo un “dark fantasy” abbastanza disimpegnato. 

L’unico vero difetto di The Watchers – Loro ti guardano è forse la macchinosità della sua storia e del suo mondo, un’aria di artificiosità che forse si sarebbe potuta evitare anche solo sul piano della direzione artistica rendendo il rifugio dei protagonisti meno moderno e più esplicitamente “gotico” – immaginate una diroccata casa di campagna o un qualche castello piuttosto che un box brutalista in vetro e cemento nel bel mezzo di una foresta ancestrale e isolata dal mondo. Proprio questa scelta di scenografia, più adatta a Maze Runner o a una serie Netflix, elimina l’aria di horror puro e sposta il film più vicino ai territori che Alex Garland ha esplorato in Annientamento o Ex Machina ma senza la profondità filosofica e le gelide realizzazioni che il cinema di Garland fornisce. Su una nota più generale, invece, The Watchers – Loro ti guardano rappresenta un esempio di un cinema che ha superato la fase di eccessiva autoconsapevolezza che ha dominato lo scorso decennio di film e prova a raccontare un’avventura fuori dai generi ma anche priva della pretenziosità che altri critici ci hanno visto dentro. A volte un film è solo un film, dopo tutto. Se nel caso del genere horror i molti eccellenti film prodotti negli ultimi anni hanno spinto l’acceleratore sull’aspetto della verosimiglianza, focalizzandosi sui traumi dei protagonisti o su situazioni poco esplicitamente soprannaturali, The Watchers – Loro ti guardano abbraccia senza indugi i suoi elementi fantasy senza volerli necessariamente giustificare con un eccessivo e cupo psicologismo. Il trauma della protagonista gioca un ruolo nella trama ma in una maniera solo superficialmente legata alla storia. Meglio presumere che il film non volesse essere un velato apologo a nulla, semplicemente un dark fantasy, un racconto finalmente fine a stesso – anche se il finale si chiude in un tono un po’ troppo edificante, anche se non diverso da molti altri film di genere visti negli scorsi decenni.