L'Active Jacket di Carhartt è il capo preferito di Hollywood
Ha ereditato lo status della Detroit Jacket
15 Giugno 2024
Lo stile off-duty delle celebrity è diventato un argomento molto discusso negli ultimi tempi. In questo svolgono certamente un ruolo fondamentale i paparazzi che si divertono ad immortalare gli outfit scelti dalle celeb durante i loro pochi momenti liberi, in cui si recano a prendere un caffè nel bar più vicino. Gli scatti dei paparazzi, il cui compito è quello di vendere ritratti esclusivi ad agenzie o magazine, hanno il potere di riuscire nell'apparente arduo compito di rendere mainstream un capo, regalandogli mesi di gloria e renderlo l'item più desiderato di tutti. È quello che è successo con la Active Jacket di Carhartt, anche se, per onor di cronaca, l'ultima VIP ad indossarla è stata Dakota Johnson sul set del nuovo film con Pedro Pascal e Chris Evans, Materialists, e dunque non proprio una situazione off-duty. L'Active Jacket è uno degli item di punta dell'archivio di Carhartt, e se è diventata così popolare il merito va attribuito a due forze convergenti: quello dei TikToker e, appunto, delle celebrity. Il suo successo evidenzia anche una certa ossessione delle celeb con gli item vintage del brand: più sono strappati - "distressed", per utilizzare un termine tecnico - meglio è. Se su questi spiccano macchie di vernice, calcestruzzo, olio oppure qualsiasi altro prodotto utilizzato nel mondo del workwear - quello vero, in cui operai e meccanici sono soliti sporcarsi durante le mansioni giornaliere - il capo diventa veramente unico e prezioso.
Lo stesso successo lo ha vissuto, circa tre anni fa, la Detroit Jacket, che ad oggi rimane in media la silhouette più richiesta (e costosa) tra i capi vintage di Carhartt. Negli anni l'hanno indossata praticamente i volti più celebri: Brooklyn Beckham, Kanye West, Johnny Depp; saranno stati colpiti dal colore desert sbiadito di quella indossata da Matthew McConaughey in Interstellar. Oggi Carhartt non si limita ad essere il fiore all'occhiello del workwear: è diventato sinonimo di lusso. Il boom dei capi firmati dell'azienda di abbigliamento di Detroit ha persino spinto maison come Sacai e Junya Watanabe a collaborarvi, una scelta strategica che fino a un decennio fa non ci saremmo mai aspettati. Della Detroit Jacket, così come della Active Jacket, ciò che colpisce di più è il taglio: croppato per la prima e bombato per la seconda. Tanti altri brand, come ad esempio Miu Miu, Valentino e Givenchy hanno scavato nell'archivio di Carhartt in modo da riprodurre fedelmente una silhouette che riesce a convincere tutti. Un articolo di GQ pubblicato qualche settimana fa riportava un'importante dichiarazione di Daniel Todd, Marketing Director di Mr.Porter: «Continuiamo a vedere una forte richiesta da parte del pubblico nei confronti degli articoli di Carhartt. Penso che questo fascino duraturo risieda nella loro semplicità», ha poi proseguito: «Il prodotto è semplice, classico e ben fatto, e può essere indossato da un'ampia gamma di clienti. Il workwear continua a essere un trend chiave nella moda maschile».
Insomma, riprendere le linee utilizzate da Carhartt nella sua lunga e gloriosa storia sembra essersi trasformata nella scorciatoia preferita dai brand per quanto concerne la realizzazione di capi che possano piacere a un pubblico più variegato possibile. Nonostante ogni capo di Carhartt sia denso di reference appartenenti al mondo dell'hip hop (la storia riguardo Tommy Boy Record è sufficiente per quantificare la portata dell'impatto del brand nel mainstream), ma anche del cinema, i motivi che spingono le celebrity ad indossare questi devono essere ben altri. Un capo è una vera e propria estensione della propria personalità, un modo per presentarsi ed apparire al prossimo e siamo certi che molte delle celebrity che hanno indossato la loro Active Jacket di Carhartt sporca di vernice lo abbiano fatto per apparire sinceri, o meglio, come dicono in terra anglofona, "down to earth", con i piedi per terra.