I neon e la nightlife della collezione SS25 di Balenciaga
Uno show altamente scenico sulle rive del fiume Huangpu
31 Maggio 2024
Per la sua nuova collezione SS25 di Balenciaga, presentata oggi con uno show a Shanghai, Demna ha giocato con tanti elementi diversi. La silhouette sarebbe il primo: del tutto distorta e manipolata con i look d’apertura ispirati ai grattacieli di Pudong, ovvero il distretto "moderno" di Shanghai; con stivali dalle chilometriche zeppe e lunghissimi cappotti che ne dissimulano l’effettiva altezza; poi ristrettissima o scampanata a seconda della mise, leggermente fuori sesto con i cappotti (in certi casi pesanti e ampi quasi da coprire il corpo in un bozzolo) annodati un po’ sotto al normale punto vita; e infine i volumi cubiculari ed esagerati degli abiti da sera finali. Un altro, forse dibattibile filone secondario dello show sono stati gli ammiccamenti agli anni ’80, visti sia nel generale vibe da Blade Runner che tra pioggia e panorami iper-tech si sentiva in passerella che nella frequente presenza di colletti delle polo e dei cappotti alzati, ma anche nel taglio di capelli e negli orecchini di molte delle modelle e soprattutto nella serie di abiti di seta dalle spalle esagerate le cui fantasie parevano tornate precisamente da quel decennio. Gli stessi mega-stivali con zeppa ricordavano quelli così amati della subcultura goth dell’epoca.
Altrove i look della collezione erano cosparsi di dettagli molto “meta” come ad esempio le borse con il logo decentrato a destra così da renderlo più visibile quando si indossano, oppure i pantaloni illusionisticamente calati che rivelano una tuta al di sotto (questo un trick che Demna ha mostrato di amare anche in passate collezioni) ma anche borse a forma di scatola da scarpe, abiti iper-aderenti che hanno la forma di camicie e di borse a forma di capospalla, come un piumino, un trench e persino una boiler suit, il cui manico è nascosto sotto al colletto facendole sembrare giacche appese su una sola spalla. C'erano anche motivi trompe l’oeil a maglia intrecciata che riproducevano la pelle di coccodrillo o di volpe, integrati negli abiti di seta.Un pezzo di spicco era un body con stampa digitale completa che giocava con l'effetto trompe l’oeil, dando l'illusione di indossare pantashoes, jeans e una camicia allo stesso tempo. Questo approccio si estendeva anche ai capispalla con i cappotti in pelliccia sintetica e i trench tagliati in giacche eleganti e contemporanee. Tra questi, spiccava il bolero a bozzolo in pelliccia sintetica abbinato a un lungo abito da sera scintillante. La collezione si è avventurata anche in abiti sperimentali di semi-couture e couture: un abito da sera era fatto di borse da viaggio assemblate, mentre un altro prendeva la forma di un abito campana in vinile con fiocco. Un abito di carta Tyvek offriva una interpretazione unica dei materiali usa e getta, e un abito di carta dorata per imballaggi brillava con esuberanza festosa. Il velluto nero è stato utilizzato in modo ingegnoso per creare un abito che sembrava un espositore di gioielli, e un altro abito è stato realizzato a partire da una copertura per appendiabiti. Uno dei pezzi più intriganti era un abito fatto di sacchetti di plastica rosa raccolti, ciascuno con più di un decennio di età. Questi sacchetti sono stati tagliati meticolosamente in strisce a mano e perforati con filo per creare un effetto piuma - un omaggio all'archivio di Balenciaga.
Un altro bel pezzo di “illusionismo” sono stati tutti i top cuciti in modo tale che la parte davanti di maglioni, polo e camicie abbia entrambi gli orli, anteriori e posteriori – una curiosa costruzione che Demna ha usato per giocare con il layering di abiti solo apparentemente quotidiani. Unica concessione al gusto e alla simulazione dell’usura e della disgregazione sono stati i collant smagliati indossati da alcune modelle, ma anche i sandaletti con tacco abbinati a calzini sportivi bianchi oltre che l’aspetto quasi disfatto degli abiti in seta da cui pendono drappeggi e lunghi lembi di tessuto che sconvolgono la loro forma vagamente conservatrice. Oltre al mondo stilistico che è abituato a frequentare (e qui ci riferiamo allo sportswear, all’estetica da rave e all’onnipresenza del colore nero), la sensazione è che in questa stagione Demna abbia optato per esplorare, descrivere e riscrivere certi luoghi comuni del vestiario bon ton. Lo aveva fatto anche in altre stagioni, ma è come se in questa avesse un’idea molto chiara del tipo di grand dame stava decostruendo. Se il sole di Los Angeles era apparso forse una luce troppo aspra per Demna, con il commento che faceva (direttamente o meno) sulla superficialità dei ricchi americani che fanno yoga e ingurgitano frullati di Erewhon; la pioggia di Shanghai, con la sua notte e i suoi neon, ha creato una dimensione più indovinata e scenografica in cui far abitare le creature notturne, gli animali da parti e le algide socialites di Balenciaga.