La freschezza radicale di Gucci Cruise 2025 a Londra
Sabato de Sarno mette radici
14 Maggio 2024
Lo show che Gucci ha messo in scena ieri, ai Tate Modern Tanks di Londra, si è svolto in una grande camera brutalista ricoperta, per l’occasione, da oltre diecimila piante che parevano sbucare dal cemento stesso. E la sensazione che questo set-up pareva volesse evocare era quello di una freschezza radicale, di una semplicità priva non tanto di complessità quanto di complicazione. Lo show si è aperto su una serie di look boho-chic: jeans iper-rilassati e capispalla dalla costruzione vintage decorati dai classici morsetti, abbinati a fragili bluse chiuse da un pussy bow che contrastavano con la solidità delle giacche, ai piedi delle morbide ballerine e al collo un semplice filo di perle. In questa prima sezione, le giacche, le cappe, gli abiti avevano una vibe molto anni ’70 (la stessa epoca della borsa Blondie, recuperata dagli archivi per l'occasione) che veniva controbilanciato dagli shorts e dai jeans che sono rimasti il filo conduttore che ha aperto una seconda serie di look, più moderni, inaugurati da una combo di camicia bianca e denim. A questo sono seguiti una serie di capi in morbida organza che erano aderenti e strutturati insieme, di una delicatezza molto bon ton, a cui sono seguiti altri look in cui la protagonista era una un capospalla a metà tra la camicia da lavoro e il classico anorak abbinati a impalpabili gonne che includevano il motivo floreale dominante della collezione: una distesa di minuscole camomille che è stata declinata sia attraverso i ricami che attraverso una stampa applicata su camicie e denim. Il motivo floreale è importante per Gucci, perché praticamente ogni direttore creativo della sua storia a partire da Rodolfo Gucci ne ha firmato uno. Quello scelto da De Sarno è molto indicativo del quieto e quasi distensivo romanticismo, intinto di rilassatezza, che sta definendo la nuova direzione del brand: la camomilla è un fiore di campo, sì, ma è anche una pianta curativa e rappresenta bene la nettezza delle nuove silhouette.
Dopo due look più opulenti, illuminati da frange di cristallo che creavano una sorta di motivo a quadri mobile, nei colori tenui del rosa e della salvia, sono arrivati una serie di altri look da giorno. Qui a farsi notare sono stati delle stupende giacche Harrington in gabardine (di sicuro un cenno alla location inglese dello show) che sarebbero tornate in pelle, e insieme a degli abiti da sera, verso la fine dello show e poi una serie di tre look giocati sulla stratificazione e la giustapposizione di tessuti diversi: un grande blouson di cotone bianco separato dai jeans da una pioggia di frange azzurre e brillanti; una blusa vaporosa e trasparente decorata da un tappeto di camomille; un abitino trasparente protetto da una pesante giacca nera. A questo punto sono arrivati i look da sera: più fluidi, spesso costruiti asimmetricamente, ma con un piglio vagamente severo dati i colori scuri e il materiale che potrebbe essere lo stesso di un completo maschile, alleggerito però da spacchi e stacchi, dalla malizia di un reggiseno di pizzo che emerge dall’orlo di un top. Qui come nei look trasparenti, tutti di organza, torna quel senso di semplice linearità, di pulizia e nitore come statement di stile - è un tipo di femminilità molto risolta, più ragionevole che razionale ma del tutto priva di pose fosche, di sensibilità esasperate e di languori decadenti. Sono poi arrivati abiti più esuberanti: una serie di variazioni sugli abiti formali ricoperte dalla microstampa delle camomille culminata, dopo due combo di cappotti tartan e abiti leggerissimi, in dei look gonna-camicia ultimati da una giacca di pelle color pastello e, infine, in una serie di abiti da sera plissettati che si muovevano con una morbidezza tale da ricordare il fluttuare ipnotico di piante sottomarine.
Nel complesso, giunto al quarto show per il brand e a ridosso del quinto che vedremo a metà del mese prossimo, la sensazione è che Sabato De Sarno stia scavando sempre più a fondo per restituire al pubblico l’immagine e l’identità del “suo” Gucci, aumentandone risoluzione e nitidezza dopo ogni stagione, mettendo a fuoco dettagli sempre più capillari. E se le prime due collezioni femminili ci hanno parlato di come De Sarno si approccia al design, della drittezza con cui sviluppa la propria visione, questo show ha fatto capire bene chi è la “ragazza Gucci” nel suo quotidiano, la sua mescolanza di sensualità e candore, la serenità armoniosa con la quale si porta e si veste. Se il prodotto è in grado di parlare da solo, e lo fa, è bene che il mondo che De Sarno ha in testa si articoli creativamente con maggiore respiro come si è visto nello show di ieri, in cui si è sentita più libertà di movimento nella scelta e nell'allestimento della scenografia, più agio nello stabilire l'umore e l'immaginario (e in definitiva anche il nuovo corso) del brand a cui la presenza di sfumature e di questa prospettiva fresca e limpida non può che far bene. Certamente ha funzionato accentuare gli accostamenti di compattezze, densità e linee diverse per dare l’idea di un guardaroba a tutto tondo, più “umano”, ma anche più lussuoso e dotato di una propria originalità. E l’originalità di questo Gucci è meno ostentata e più sentita, è un’originalità di cui si è intimamente consapevoli e che dunque risulta priva di pretensione, spontanea. È una freschezza radicale, come si diceva.