La prossima London Fashion Week sarà diversa dalle altre
Con un nuovo focus sul business e le comunità creative
11 Aprile 2024
La London Fashion Week si prepara per la sua prossima edizione con un nuovo format che vuole riportare in auge e ristabilire la rilevanza di un evento del calendario della moda appannatosi notevolmente dopo il Brexit. In programma dal 7 al 9 giugno, la fashion week di quest'anno non solo festeggerà il suo 40º anniversario, ma introdurrà anche un nuovo approccio per celebrare la diversità, amplificare le voci creative e dare una piattaforma più valida e corale al ricco panorama del design britannico emergente. Il nuovo approccio si baserà su un ricco intreccio di programmi culturali, attività legate alla moda e feste, tutti progettati per coinvolgere sia gli addetti ai lavori dell'industria sia gli appassionati. Al centro di questa trasformazione ci saranno un rinnovato focus sui business di menswear nel Regno Unito e la creazione della suddetta piattaforma per un'ampia gamma di creativi, da nomi consolidati a talenti emergenti. Oltre a celebrare la creatività britannica, la LFW accoglierà anche sponsor internazionali, tra cui il marchio di birra francese 1664 Blanc e Diet Coke, sottolineando il suo status di evento veramente globale.
Uno dei momenti salienti della rinnovata LFW sarà il suo enfasi sull'esplorazione culturale. L’intera settimana si aprirà con un evento all'Institute of Contemporary Arts, per il quale il BFC collaborerà con curatori ospiti per approfondire la Black Culture, la cultura del Sud-Est Asiatico e la cultura queer. Attraverso mostre, dibattiti e eventi culturali, la LFW celebrerà l'unicità del patrimonio e le espressioni creative di queste comunità, promuovendo il dialogo all'interno dell'industria della moda e oltre. Chiamato "40 for 40", l'evento presenterà una selezione curata di 40 attivazioni di importanti marchi e designer britannici, che comprendono sfilate, presentazioni e altri formati alternativi a quelli del classico calendario a cui il caravanserraglio della moda è abituato. Caroline Rush, CEO del BFC, ha espresso la sua eccitazione per il nuovo formato, sottolineando il suo allineamento con le moderne esigenze della comunità della moda. Ascoltando designer, media e rivenditori, il BFC mira a creare una piattaforma globale di esposizione che non solo sia rilevante, ma anche vantaggiosa per tutte le parti coinvolte.
Sebbene i dettagli esatti del programma debbano ancora essere svelati, l’esperimento è senza dubbio interessante anche perché le dimensioni tutto sommato più ridotte della London Fashion Week ne fanno un terreno di sperimentazione importante in un momento di crisi strutturale della moda. Il riferimento ai business di menswear non rende chiarissimo se il BFC voglia supportare brand, retailer o entrambi (una probabilità è che parli dei sarti di Savile Row che rappresentano un’eccellenza nazionale mai celebrata abbastanza) mentre rimane da capire quanto efficace saranno sia le iniziative dedicate alla curatela multiculturale - dato che non si è ancora capito se si tratterà di mostre che facciano da contorno a effettive sfilate e presentazioni di esponenti di tale cultura o se rappresentano un’inziativa a se stante. È chiaro per tutti che la maniera migliore di promuovere l’esplorazione delle culture che compongono l’assetto demografico della moda inglese è dare spazio a designer e brand che provengono da quelle culture senza “museizzarli” e basta. Importante sarà poi il focus sugli indipendenti, una categoria importantissima per tutte le capitali della moda che nell’atmosfera di crescente commercializzazione dei brand che, francamente, nessuno ha ancora capito come mettere in luce in maniera efficiente a fronte della mancanza di budget di questi brand più piccoli ma spesso rivoluzionari.