Cosa può fare la moda per sopperire alla mancanza di sarti?
In pochi ormai sanno usare una macchina da cucire
09 Aprile 2024
Il fashion system accusa sempre di più la carenza – tra gli altri – di sarti, ricamatori, modellisti e prototipisti – tutte figure essenziali nel processo di creazione degli abiti. Le persone che sanno usare a dovere una macchina da cucire, o farlo a mano con gli standard richiesti nell’ambito, sono ormai rare, anche perché si tratta di tecniche molto complesse – e per impararle servono anni di formazione e pratica. Il ricambio generazionale, però, è avvenuto solo in piccola parte. Il motivo non è solo culturale. Se da un lato è vero che – in generale, ma soprattutto nella moda – ci sono meno professionisti in grado di fare lavori tecnici, dall’altro sono cambiati gli stessi processi produttivi. Rispetto al passato, la realizzazione dei capi è sempre più di tipo industriale, e spesso viene appaltata a società esterne.
From the supply chain to workers' rights, from recycling to making the process of manufacturing far more energy-efficient, things need to change on all fronts if the fashion industry is to become sustainable in a way that counts.
— Stephanie Srikandi (@stephanietials) December 29, 2020
Con l’aumento del fast fashion la tradizione della sartoria artigianale si è via via ridotta, e lo stesso è accaduto per la formazione delle nuove leve, cosa che ha persino messo a rischio la sostenibilità economica di alcune imprese. Ma la carenza di personale riguarda anche e soprattutto quelle professioni che operano all’interno delle singole maison, realizzando prototipi e campionari. Il processo di progettazione e creazione di un capo, infatti, non coinvolge solo i sarti, ma anche i prototipisti e i modellisti, tra gli altri. Se ai primi è richiesto l’assemblaggio finale del capo, i prototipisti seguono la realizzazione degli abiti a partire dalle bozze degli stilisti. I modellisti si occupano invece della creazione dei cartamodelli, ovvero i ritagli delle parti di tessuto che andranno a formare il capo in sé. Tutte queste figure devono conoscere in maniera approfondita i materiali, le tecniche di cucito e la modellistica. È questo know-how che rende possibile la realizzazione e la produzione finale dei prototipi, ed è sempre più raro trovarlo tra i giovani.
Cosa può fare il sistema moda per non aggravare il problema
In generale i mestieri tecnici sono considerati meno attraenti di un tempo. Nonostante la loro rilevanza, sono professioni che hanno risentito della svalutazione culturale delle professioni artigianali, cosa che ha disincentivato i giovani a scegliere percorsi scolastici più legati alla manualità. Anche nella moda, la domanda è alta per i corsi che privilegiano l’approccio teorico e progettuale, ma molto meno per i percorsi più pratici e di tipo tecnico. In sostanza, a livello formativo, le persone che puntano ad arrivare a progettare o raccontare i capi sono molte di più rispetto a quelle che, invece, studiano per imparare a realizzarli. Per questo le aziende del settore, al fine di accorciare questo gap, dovranno essere in grado di proporre maggiori prospettive di carriera e di guadagno per i tecnici, valorizzando di più queste professioni e veicolando meglio quanto siano rilevanti.
Le grandi realtà in parte ci stanno riuscendo: grazie a strutture consolidate, per loro è più semplice favorire la crescita professionale ed economica del proprio personale. Non vale però lo stesso per i brand piccoli, che compongono gran parte del settore in Italia e che contribuiscono alla nomea del Made in Italy. E la difficoltà di trovare figure professionali nel ricamo e nella sartoria rallenta la crescita delle imprese. Nel tentativo di cambiare la percezione negativa relativa alle professioni puramente tecniche, all’interno dell’ambito-fashion si sta anche cercando di sensibilizzare le persone – e soprattutto i giovani – sulle potenzialità di questo mercato dell’artigianato. Allo stesso tempo le imprese stanno sviluppando dei percorsi formativi interni. Le singole società, per sopperire alla mancanza di tecnici, in alcuni casi arrivano a lanciare delle proprie academy, allo scopo di inserire poi gli studenti in azienda. Studiare negli istituti di moda – quasi sempre presenti solo nelle grandi città – non è alla portata di tutti: questi progetti paralleli consentono invece di far arrivare la moda in territori lontani dal raggio d’azione delle grandi istituzioni del settore.