Ora che la moda parla di masturbazione femminile
In passerella debuttano le "tasche per la stimolazione"
05 Aprile 2024
Dai tacchi a spillo di Louboutin alle minigonne attillate di Gucci, passando per i reggiseni push-up di Victoria's Secret: per molto tempo la moda è stata uno strumento di seduzione con lo scopo di gratificare lo sguardo maschile. John Berger, autore del bestseller G., espone perfettamente il concetto nel secondo capitolo del suo libro Ways of Seeing (1972), in cui approfondisce la prospettiva maschile e le sue implicazioni per la rappresentazione delle donne nell'arte e nei media. Berger analizza come l'arte occidentale abbia storicamente rappresentato le donne come oggetti di desiderio, spesso ritratte nude o seminude per il piacere dello spettatore. Raffigurate come soggetti passivi, ridotte a semplici oggetti della fantasia maschile, un modus operandi abusato nella pubblicità e nei media di massa che ha rafforzato ulteriormente stereotipi dannosi e ideali di bellezza irrealistici. Negli ultimi anni, designer e musicisti, fotografi e creatori di immagini (soprattutto donne) sono riusciti a capovolgere la narrativa attorno alla figura femminile, un processo graduale di cui abbiamo visto l'apice nelle scorse passerelle di Courrèges e Di Petsa, in cui il piacere femminile ha avuto non solo la sua rivalsa, ma lo spotlight assoluto.
Campagne controverse sul piacere femminile
Le campagne controverse di Tom Ford degli anni 2000 hanno ruotato attorno ad una visione sessualizzata del piacere femminile, all'apice del motto "sex sells". Sotto la sua direzione artistica, divenne celebre la pubblicità che mostrava i peli pubici di una modella rasati a forma del logo della maison, poi rimossa nel 2003. Ford ha anche collaborato con Terry Richardson per creare la campagna dell'omonimo profumo maschile nel 2007, che raffigura solo il corpo di una modella nuda, ritratta con le dite vicine ai genitali e una bottiglia posizionata strategicamente per coprirli appena. Anni dopo, le pubblicità di American Apparel del primo decennio degli anni 2000 sono diventate famose per le immagini di ragazze ritratte in situazioni sessualmente suggestive. Durante i suoi servizi fotografici Dov Charney, fondatore di AA, ha lavorato a stretto contatto con Terry Richardson realizzando diverse campagne, tra le quali si distingue lo scotto del 2006 in cui una modella in collant si masturba sul letto. Queste immagini hanno sicuramente fatto la storia della moda, ma allo stesso tempo hanno anche perpetrato stereotipi di genere e contribuito all'oggettificazione delle donne, riducendole a semplici strumenti per vendere capi o prodotti.
Designer e musicisti che cambiano il racconto sulla sessualità femminile
A sovvertire la narrativa, Mugler e Jean Paul Gaultier sono riusciti a diffondere per la prima volta il messaggio che le donne possono essere sexy senza che ci sia un uomo a guardarle, se non la società intera. Marchi come Diesel, Simone Rocha, o Luis De Javier hanno seguito le loro orme incorporando elementi di feticismo e sensualità nelle loro collezioni, mentre nuove realtà come Namilia e Miaou, hanno ridefinito l'empowerment in chiave punk. Un cambiamento supportato da movimenti sociali come #MeToo, che hanno portato tematiche di potere e consenso al centro del dibattito pubblico, mettendo in discussione l'idea che un abbigliamento provocante giustifichi molestie sessuali. Anche la musica ha contribuito a questo racconto, con canzoni come "WAP" di Cardi B e Megan Thee Stallion o "Hentai" di Rosalía che sfidano lo status quo focalizzandosi sul piacere sessuale femminile anziché sulla soddisfazione maschile. Come loro, innumerevoli artiste donne parlano apertamente della propria sessualità, come Bad Gyal, Anitta o Karol G. La moda, in quanto parte del costrutto sociale e culturale, non è esclusa da questi cambiamenti sostanziali, e la campagna SS16 di Calvin Klein ne è uno dei migliori esempi: fotografata dai nuovi talenti Harley Weir e Tyrone Lebon, la serie: "I ___ in #mycalvins" ha chiesto alle celebrità di mettersi a nudo indossando l'intimo Calvin Klein. In una delle immagini, possiamo vedere Abbey Lee Kershaw ritratta con la mano nei propri slip e un testo che recita, "I pulse in #mycalvins". Questa immagine, come il resto della serie, non tratta lo sfruttamento del corpo femminile, bensì la rappresentazione di donne che hanno l'opportunità di rappresentarsi come vogliono e prendendo il controllo del proprio piacere sessuale.
Tasche per la stimolazione
Nella FW24 di Di Felice per Courrèges, le tasche sono diventate una finestra sull'orgasmo, posizionate strategicamente nella parte anteriore e centrale di gonne e trench. Per la presentazione è stata concepita una passerella mobile per far "respirare" il pavimento in armonia con il ritmo delle modelle che sfilavano e si lasciavano occasionalmente sfuggire sospiri che suggerivano l'estasi. A Londra, Dimitra Petsa ha sorpreso invece il pubblico con le sue "tasche per la stimolazione": in un video pubblicato sul suo profilo Instagram, le modelle mostravano dita che si infilino in pannelli triangolari posizionati strategicamente tra i jeans e la pelle. Anche la tasca progettata da Di Petsa assume la forma di una triangolo sopra l'area genitale. Secondo il brand, questa tecnica, mantenuta segreta per anni, è un omaggio della fondatrice del marchio, Dimitra, all'empowerment femminile attraverso i suoi design. L'aspetto interessante delle tasche per la masturbazione è che stanno "vendendo il sesso" come le campagne controverse degli anni 2000, ma allo stesso spostano la conversazione sul piacere sessuale femminile eliminando il male gaze dalla prospettiva della dinamica. Si tratta di un'esplorazione, di una scoperta, della celebrazione della propria sessualità individuale.