I 5 brand cresciuti più rapidamente sui social in fashion week
Molly Goddard domina la classifica da Londra
26 Marzo 2024
Al giorno d’oggi, l’unico metro per stabilire il successo o il fallimento di uno show è l’EMV, ovvero Earned Media Value, una misura che quantifica il valore monetario dell'esposizione organica generata dai contenuti social come post di influencer e menzioni positive sui media sia digitali che cartacei. A tutti gli effetti l’EMV è una misura della visibilità o, se vogliamo, del valore della pubblicità che un brand si guadagna – il bello però è che questo guadagno può sia derivare da un certo investimento, come ad esempio far sfilare Bella Hadid in passerella, sia dalla viralità di un certo contenuto e dunque non è direttamente correlato con il budget di uno show. Questo valore, o meglio la sua crescita, è stato calcolato nel report co-firmato da Karla Otto e Lefty che riassume i dati social del fashion month ha indicato quali fossero i brand il cui EMV era cresciuto più rapidamente in questa stagione – tutti più o meno indipendenti (lo vedremo a breve) ma soprattutto tutti inattesi.
1. Molly Goddard
Se la collezione presentata dalla designer a Londra, nel salone della English Folk Dance and Song Society, è stata un punto alto della sua carriera, a catturare l’attenzione dei commentatori è stata la presenza della figlia neonata di Goddard, di appena undici settimane, nata praticamente in concomitanza con lo sviluppo della collezione. Goddard ha avuto la crescita di EMV più spettacolare di tutti: il marchio ha generato un EMV di 758.000 dollari in questa stagione, che rispetto all'EMV di 23.000 dollari dell'FW23 rappresenta una crescita del 3111%.
2. Willy Chavarria
Chavarria è ormai un grande classico della New York Fashion Week, oltre che uno dei designer indipendenti dalla vision più nitida e chiara operativi oggi. Vice presidente del design di Calvin Klein e Menswear Designer of the Year ai CFDA 2023, Chavarria ha presentato lo scorso fashion months forse una delle sue collezioni più belle. La sartoria di Chavarria è drammatica, con pesanti inflessioni ‘70s, incredibilmente fluida nel mescolare ispirazioni derivate tanto dalla storia del menswear che dall’iconografia americana e dalla cultura chicana. Per questa stagione, Chavarria ha introdotto la collezione con un cortometraggio e imbastito in passerella una grande tavola illuminata da candele e cerini votivi con icone religiose che ricordava l’Ultima Cena. Lo show ha fatto innamorare tutta la stampa, segnando una crescita dell’EMV del brand del +678% di 964.000 dollari rispetto ai 124.000 mila dollari della scorsa stagione Fall/Winter.
3. Courrèges
Avevamo già spiegato in passato perché il reboot di Courrèges operato dal belga Nicolas Di Felice è uno dei nostri preferiti sulla scena odierna: una miscela stupendamente algida dei codici d’archivio del passato e di una sensibilità ribollente e moderna. Per l’ultimo show del brand, Di Felice ha messo un telo al centro della passerella che si sollevava e abbassava simulando il respiro umano – in passerella, le modelle sfilavano con la mano affondata in una tasca frontale appena sotto l’ombelico la cui divertente maliziosità ha portato l’EMV del brand a crescere di un +642% che corrisponde a 9,73 milioni di dollari rispetto al 1,3 milioni di dollari totalizzati l’anno scorso. Va notato, comunque, che Courrèges non è propriamente un brand indipendente in quanto posseduto dal Gruppo Artemis, che altro non è che la holding della famiglia Pinault che possiede anche il 40,9% di Kering insieme a quote minoritarie di Giambattista Valli e Puma.
4. Batsheva
La newyorchese Batsheva Hay non si è risparmiata quest’anno. Il suo show è stato aperto da un quintetto d’archi sulle cui note ha ballato Lori Belilove e dall’icona del cinema teen Molly Ringwald che ha aperto una sfilata di modelle mature il cui casting (erano tutte o quasi modelle non-professioniste, contattate dalla designer stessa) è stato uno dei più apprezzati dello scorso mese. Un item che ha catturato particolare interesse è stato un ironico maglione con la scritta “Hag” ovvero “Megera” o “Befana” mentre la sua collaborazione con Keds è stata accolta molto positivamente dalla critica. L’EMV del brand è cresciuto di un +419% ovvero 172.000 dollari (la scorsa sfilata invernale l’EMV era di soli 33.000 dollari) grazie allo show – e siamo pronti a scommettere che crescerà ancora nelle prossime stagioni.
5. Onitsuka Tiger
Divenuto sempre più un canale di espressione e sperimentazione per l’italiano Andrea Pompilio, Onitsuka Tiger continua a definirsi sempre più nettamente stagione dopo stagione. L’ultimo show, presentato alla Milan Fashion Week, ha visto un balzo di EMV del +334% (cifra che corrisponde ai 7,5 milioni di dollari rispetto al 1,7 milioni di dollari generati lo scorso anno) ed è stato aperto da una performance coreografica della crew Avantgardey e ha presentato una serie di silhouette molto sobrie animate da lavorazioni sulla stoffa che riproducevano le striature di pioggia che appaiono sugli abiti dei passanti di Tokyo quando una pioggia esplosiva erompe. Altro highlight della collezione sono stati i capi sartoriali gessati realizzati con tessuti tecnici e, ovviamente, le creeper che questa stagione dovrebbero fare il loro ritorno come dicono molti pronostici.