I favolosi anni ’60 di Miu Miu
Un viaggio nel guardaroba attraverso le diverse età della vita
06 Marzo 2024
Miu Miu è lo show più atteso della Paris Fashion Week e il brand più hot dell’anno per un motivo: a partire dallo show SS22 durante il quale un’intera generazione ha visto Dio nella forma di un set croppato, il brand di Miuccia Prada è riuscito come nessun altro a raccontare il presente. E non raccontarlo nei suoi problemi, nei suoi dubbi o nei suoi conflitti, ma nei suoi gusti, nei suoi interessi, nel suo zeitgeist – il che è ironico considerato come lo show FW24 del brand appena svoltosi a Parigi paia rievocare gli anni ‘60 nei cappotti, nelle perle, negli abiti chemisier, negli scolli a barca, nelle gonne a palloncino che, in effetti, vennero concepite per la prima volta da Balenciaga nel ’58. L'idea è quella di creare un guardaroba "ideale" che ricostruisca la vita di una persona nelle sue varie fasi dagli abiti d'infanzia, che si richiamano al passato per costruzione e vestibilità ristretta, fino a quelli dell'età adulta che sembrano rifarsi ai decenni successivi. E se la passione della signora Prada per certi modelli d’antan è ben nota e ancora meglio documentata, non bisogna credere che questo show sia stato un’ode al vintage, al contrario. Contemporaneo e démodé si sono trovati gomito a gomito più di una volta in passerella: uno dei look miscela la gonna a un giacca di pile grigio indossata sotto un piumino tagliato come una aviator jacket; le giacche cortissime in alcuni casi lasciano cadere una blusa fino all’altezza delle cosce creando quell’effetto dei peplum top dei primi 2000, riecheggiato in un set di denim molto aderenti e a vita bassa che è un richiamo alquanto garbato all’epoca Indie Sleaze.
Quelli di Miu Miu sono dei Sixties alquanto post-moderni, dunque, ripensati e disciplinati nelle forme e i colori e soprattutto privati della loro originaria ingenuità per assumere un atteggiamento più deliberato. Un punto di vista che fa riconoscere, tra i diversi look, anche una forte vena anni ’90 che si materializza nella controllata palette di colori, nel piglio severo di giacche e camicie e nei nerissimi occhiali da sole. La giustapposizione di abiti di epoche e destinazioni diverse vuole rappresentare la tensione tra il passato e il presente che esiste nel ricordo di tutti: ci vestiamo da adulti con i gusti acquisiti da bambini. La donna Miu Miu (di “ragazza” e basta non si può parlare, tanto più che la passerella è stata graziata dalla mitica Kristin Scott-Thomas quest’anno oltre che Angela Molina e altre modelle più mature) è ribelle ma con comodo: se anche il suo outfit riposa sui classici tropi borghesi del vestire, c’è sempre un elemento che rompe e anima l’ordine, come in questo caso gli stivaloni e guantoni da portiere indossati con gonnelle e tailleur oppure il colletto scombinato della camicia che sbuca fuori dal cappotto in uno sversamento di perle; ma si presenta il caso contrario in cui, cioè, un outfit più sportivo o dimesso trova il proprio guizzo in un elemento più signorile come la pelliccia.
Altrove, la partita si gioca sulla lunghezza delle giacche: quelle cortissime sono elemento decorativo per l’alternanza di colori e texture che offrono insieme ai bottom e alle camicie sottostanti; quelle semi-lunghe diventano una specie di cocktail dress da cui spuntano gambe fasciate in collant colorati. Non mancano nemmeno dei tubini di raso color champagne deliziosamente stropicciato, la cui leggerezza contrasta con guanti, sciarpe e occhiali, che rappresentano quasi il tipo di forza che viene dalla protezione; e tocchi maliziosi tanto nei tubini neri, in cui un cut-out si apre appena sopra il fondoschiena, che nei pantaloni cuciti nella stessa popeline di cotone delle camicie diventando una specie di mistura di divisa o pigiama le cui generose proporzioni suggeriscono la praticità cool di chi sceglie un funzionale minimalismo per i propri outfit e lascia parlare di estro gli accessori. Tanti elementi che coesistono simultaneamente nella dimensione personale di ciascuno proprio come i ricordi d'infanzia e le consapevolezze dell'età adulta risuonano dentro ognuno di noi - a unirle tutte il fil rouge dell'identità.