Il verde diventerà il colore del post-quiet luxury?
Dalla normalità all’avant-garde, è stato ovunque
28 Febbraio 2024
Il verde è un colore così innocuo che nessuno si sognerebbe mai di definirlo un elemento di rottura – certo, fuori dalla moda, nel mondo del cinema e del fantasy, è un colore associato ai personaggi “cattivi” (pensate al Doctor Doom di Marvel o a Malefica della Bella Addormentata) ma più per contrapporre i villain agli eroi rivestiti di colori primari che per un’associazione negativa. Eppure, nel corso della stagione, il verde ha avuto una funzione vagamente anarchica e cioè quella di inserire un elemento di gentile "disturbo" nelle sinfonie di neutrals che hanno dominato diversi look ma anche di rappresentare un’alternativa ai grigi, beige, blu e neri che fungono da base a numerose palette e anche al colore “di stagione” che sarebbe invece il rosso. Una serie di sfumature a metà tra il verde Veronese e il verde pino si è vista su bluse e velluti da Emporio Armani, su un trench in pelle di JW Anderson e Blumarine, sui dolcevita di MM6 Maison Margiela e su numerosi degli abiti di Fforme a New York, sempre scuri ma più vivaci sono stati i verdi di un certo abito da sera di Dsquared2 e di diversi dei modelli presentati da Egonlab; ci sono poi state cascate di verde nelle ultime collezioni di Saint Laurent, di Loewe, Jil Sander e Fendi dove, come anche da Etro, una singola manica verde ha rappresentato l’elemento anarchico di look altrimenti equilibrati; e stessa cosa ha fatto Prada, con una sfumatura più acida, contrastandolo con il rosa o inserendolo sotto forma di pantalone o maglione insieme al blu e al grigio.
Altrove, un pallidissimo verde salvia è apparso da Rick Owens e Marco Rambaldi, da sacai e Simone Rocha, da Auralee a S.S. Daley. E il sommario elenco che abbiamo fatto non menziona nemmeno il classico verde quasi militaresco o mimetico, che in tonalità più scure o chiare, che vanno dal pistacchio al verde foresta, abbiamo visto da Bottega Veneta, da Bally, da Burberry, da Ferragamo, da Hermès, da Lemaire per citarne solo alcuni. La parte interessante, però, è che nonostante la sua diffusa presenza il verde sia restato una tinta complementare ai grandi protagonisti cromatici della stagione, il marrone e il rosso, tranne che sulla passerella di Gucci dove Sabato De Sarno gli ha dato un largo spazio e specialmente per uno dei cappotti di panno che erano uno degli elementi chiave della collezione. In tutte queste diverse occasioni, comunque, il colore non è stato usato nella sua usuale correlazione un po’ sentimentale alla natura, alla primavera e via dicendo ma, effettivamente, come alternativa insolita a tonalità neutre più “sicure” nel caso del salvia o del verde scuro o, come si diceva, come per creare contrasti di colore in ensemble dai toni più tradizionali: il più frequente è il bianco e nero, visto da Valentino e da Bottega Veneta, ma da Loewe o Issey Miyake Homme Plissè era chiaramente declinato come “base” su cui costruire look anche più quotidiani.
Siamo ben lontani, comunque, da quella “febbre verde” che prese il mondo ai tempi di Daniel Lee: quel verde era un’imposizione monolitica, che non prevedeva variazioni e sfumature ma che soprattutto esisteva in maniera totalizzante e non come un elemento fra gli altri. Il verde (o meglio, i molti verdi) che vediamo in passerella nelle passate settimane e di certo in quelle che verranno rappresentano forse il tentativo di evadere dalla monotonia insorta dopo il massimalismo streetwear di qualche anno fa e dopo l’ondata di formale neoclassicismo che l’ha seguito: il verde potrebbe essere il colore del “post-quiet luxury” – quella soluzione di mediazione tra la relativa banalità dei colori classici (sia i classici neutri che altri ormai troppo sdoganati come il rosso) e la funzionalità di un colore tanto vendibile quanto variabile in un gran numero di sfumature, oltre che genderless. Mentre continuiamo a guardare gli show di Parigi cercando altre sfumature di verde, però, ci sentiamo di raccomandare il colore a chi sta già pensando che colore indossare a primavera. Ringraziateci dopo.