La teoria degli opposti secondo JW Anderson
Tra retrò e avanguardia
19 Febbraio 2024
Vincent Migliore
Le press release che accompagnano le presentazioni di JW Anderson ricordano tante volte le poesie di Gianni Rodari. Con leggerezza, frasi semplici ma efficaci traducono in parole una collezione ricca di metafore e di significati nascosti. Per la FW24, il designer ha portato alla London Fashion Week la teoria degli opposti - «per avere una cosa, bisogna riconoscere l’altra» - ma anche questa volta ha trovato ispirazione nel mondo pop e nostalgico della sua infanzia, avendo rubato alcuni codici stilistici dalla serie Last of the Summer Wine. Sebbene sia un riferimento alquanto di nicchia, riservato a chi ha potuto conoscere la televisione britannica tra gli anni ’80 e gli inizi del 2000, la femminilità della collezione è stata comunicata in maniera diretta e inequivocabile. C’erano giochi di proporzioni simpatici, distorsioni plastiche e accostamenti morbidi, maglieria “vecchia” e parrucche grigio nonna: l'inusualità, una costante nei design di JW Anderson, questo febbraio si è fatta un po’ più romantica.
Elementi legati alla quotidianità della campagna inglese sono stati sparsi sui look della nuova collezione affermando il protagonismo eccezionale dell’”inglesità” nel lavoro di Jonathan Anderson. Gonne formate da coccarde colorate rimandavano al mondo dell’equitazione, gli stivali a pantofola riprendevano il footwear della nonna modernizzato nella scorsa SS24, mentre scolli vertiginosi, arricciature e nappe arricchivano gli abiti di una sensualità inaspettata. Se i primi look lasciavano i presenti a bocca aperta per la loro costruzione e colorazione stramba, con vestiti A-line creati da lunghe trecce in maglia gialla e grigia, il finale ha ammaliato il pubblico con trasparenze, fluidità e tinte sorbetto. Ciò che rende le collezioni di JW Anderson uno spettacolo è la coerenza con cui il designer unisce la forma più irrazionale della creatività al bisogno di commerciabilità della moda. Così come l’anno scorso è riuscito a tradurre il suo amore per gli accessori nostalgici in scarpe it-item, con le Frog Mules in collaborazione con Wellipets, nel calendario corrente Anderson intercetta un discorso che accomuna le passioni dei giovani appassionati di moda e il suo amore per la pop culture inglese. Non si capisce esattamente come o perché la fashion industry si dovrebbe interessare ad una sitcom britannica anni ’90, ma in qualche modo la lingerie in sangallo, le tute di ciniglia e i trench corti incarnano l’immaginario della generazione cliente di JW Anderson. E tutto il merito va alla nostalgia, alla maniera in cui ha reso “cool” anche ciò che non potrebbe mai esserlo. Come un paio di pantofole felpate.
Con ciò che il brand descrive come «Accenni di novità rivelati con delicatezza», la nuova FW24 di JW Anderson ha portato in passerella un patchwork di misure differenti, una serie di futuri trend che fanno funzionare felicemente la relazione apparentemente insolita tra avanguardia e retrò. Non si tratta dell’estetica space-age che ha fatto tremare le gambe alla moda negli anni ’60, neanche del mondo di Matrix degli anni ’90: Anderson ha prodotto una dimensione tutta sua, circoscritta tra una polo in lana spessa a righe e una tunica in rosa confetto che lascia intravedere i capezzoli della modella. In uno spettro di emozioni che esplora la comicità di una giacca da uomo dalle dimensioni anomale così come la praticità di un paio di shorts in cotone blu, ogni articolo della FW24 di JW Anderson ha uno scopo preciso nel futuro del brand. Tutto fuorché la parrucca da nonna. Forse.