La Gen Z salverà le biblioteche pubbliche?
Come una nuova generazione di topi da biblioteca ha riportato in voga i maglioni a rombi
02 Febbraio 2024
«Ho scoperto un nuovo posto in cui studiare e lavorare», annuncia Chiara, 22 anni, «è una biblioteca pubblica, perciò l’ingresso è gratuito». Con 75,2 mila post su TikTok, l’hashtag #biblioteca propone una sfilza di video che raccontano in prima persona l’esperienza dello studente universitario. Oltre al caffé, che inevitabilmente fa capolino tra le mani dei protagonisti, lo storytelling della Gen Z li vede immergersi nella lettura con una mise fatta di maglioni spessi, jeans anni ’80 e occhiali da vista dalla montatura sottile, in piena linea con l’estetica geek chic che sta portando i brand intellettuali alla ribalta. Un luogo d’incontro e di svago, più che un posto in cui studiare sul serio, la biblioteca è il nuovo parco giochi della Gen Z, uno spazio lontano dalla sterilità dei social media in cui conoscere nuova gente e mettersi in mostra. I dati confermano questa nuova tendenza: in Italia, le ricerche online per “biblioteca vicino a me” hanno subito un aumento del +300% nell’ultimo anno, mentre lo scorso novembre, un report della American Library Association ha scoperto che i giovani utilizzano le biblioteche pubbliche più di qualsiasi altra generazione precedente - anche se il 43% della Gen Z non si reputa un avido lettore, evidenzia la ricerca della ALA, la metà visita una biblioteca almeno una volta all’anno. Se pensavamo che i trend Academia e Litcore provenissero da tv show come Mercoledì Addams ed Èlite, ci sbagliavamo.
@freemad__ Do you know other beautiful libraries in Rome? #rome #italy #library #study #studywithme #work original sound - o
Anche in Italia, BookTok, uno dei tanti piccoli mondi che hanno preso forma sul social media cinese, non è più così di nicchia tanto che una sezione dedicata ai libri popolari sull'app è stata installata in numerose librerie - la prima delle quali è la Mondadori di Piazza Duomo a Milano. Sono innumerevoli i creator che pubblicano contenuti a tema libri, tanti quanti i generi che esplorano. Mentre i romanzi di Colleen Hoover spopolano in tutto il mondo, influenzando pesantemente le vendite delle case editoriali, in Italia account come @boogiebookie, @libreriadicami e @lalibreriadiginii accumulano migliaia di follower al mese. Al fianco di questa ondata ormai mainstream di romanzi fantasy e di Book Haul, stanno emergendo una serie di pagine dai contenuti con un focus più classico, tra cui @whitelandsrarebooks, @rickypedi e @edoardoprati_, che raccontano la storia della letteratura moderna - e dei manoscritti antichi, nel caso di @whitelandsrarebooks - ad un pubblico di giovanissimi sfruttando l’algoritmo di TikTok e un look accademico vecchia scuola. Ricordando gli outfit de L’Attimo Fuggente, il successo dei nuovi Book Creator italiani passa - in parte - per l’estetica. Sarà il fascino di un maglione a rombi, sarà l’interesse dei maturandi per Montale, ma alle nuove generazioni piacciono i topi da biblioteca e le case editoriali se ne sono già accorte, con il merchandising in seguito chiamato “litcore” che ne fa le veci.
Sulle orme della casa di produzione A24, che ha rilanciato il mercato del merchandising cinematografico grazie alla produzione di articoli alla moda, il mondo letterario ha scoperto la presa degli autori best seller sulle nuove generazioni. Vogliono il nome di Joan Didion, di Zadie Smith e di Italo Calvino su un cappellino da baseball oppure, anche meglio, l’immagine della loro copertina più famosa su una tote bag. Una mossa marketing che arriva anche da piccole aziende indipendenti, rendere la lettura una caratteristica da poter indossare e rendere parte integrante del proprio stile personale è uno dei tanti modi con cui la Gen Z riscopre vecchi hobby e li ri-impacchetta in un’estetica alla moda, pronta per il consumo. Non tutti gli amanti della lettura sbandierano il proprio interesse su TikTok, ma tutti i frequentatori delle biblioteche sanno che, prima o poi, finiranno in un reel del loro vicino di scrivania.