Le hoodie della moda non sono più hoodie
Come la classica, prosaica felpa si sta evolvendo nel lusso
30 Gennaio 2024
Il mondo della moda di recente ha un’ossessione con il workwear – e questo per una varietà di motivi tra cui la popolarità e la versatilità di questo tipo di abbigliamento, ma anche per lo stile delle sue finiture, dei suoi robusti materiali, dei suoi volumi generosi, della sua natura fondamentalmente protettiva. La workwear-mania ha conquistato quasi ogni categoria pensabile incluso il più onnipresente, quotidiano dei capi: la hoodie, che da veicolo di puro branding commerciale sta diventando sempre più un pezzo di design vero e proprio. Il primo brand a proporre questo cambio di marcia è stato Miu Miu con una collezione, presentata a Parigi lo scorso marzo, in cui numerose giacche e felpe ai grandi classici di Carhartt WIP diventavano un terreno di gioco tra robustezza della costruzione e delicatezza delle finiture. Tra questi, una hoodie zip-up e una giacca dai cappucci rigidi e strutturati hanno precorso di almeno una stagione un piccolo boom di felpe e giacche con cappuccio accomunati dall’abbondanza della vestibilità, tessuti corposi, proporzioni vagamente tondeggianti. Oltre a quella di Miu Miu, abbiamo visto la hoodie compatta e grigia di Gucci, nell’ultima collezione maschile di Valentino una felpa con cappuccio molto simile attraversava come elemento di layering diversi look con un cappuccio e un’apertura del collo rivisti così da mettere in mostra colletti incravattati e dolcevita; anche Louis Vuitton ha portato una giacca dal robusto cappuccio nello show SS24 di quest’estate e una zip-up di neoprene nella Pre-Fall 2024 di Hong Kong. Ma gli esempi sono diversi: in tutti il fil rouge è la presenza di un cappuccio che si regge su da solo, sia su felpe che sull’outerwear, e la presenza di modelli di provenienza, per mancanza di un termine migliore, industriale. Ma perché?
L’ipotesi più probabile sulla recente (e ancora in corso) trasformazione delle hoodie in capi di puro lusso riguarda i materiali e la percezione del loro valore. È indubbio che il grande tema del 2023, e ovviamente anche di quest’anno, sia stato il tentativo di esaltare la fattura e i tessuti di capi classici per sottolinearne il valore – valore che la diffusione del secondhand, la crisi economica, la saturazione di brand alternative-to-luxury e la proliferazione dei mercati grigi hanno seriamente messo in dubbio. Perché pagare una hoodie 1300€ se il cotone è fondamentalmente il medesimo di Uniqlo? Il dilemma è scottante. Le nuove generazioni più sensibili ai discorsi sulla qualità hanno presto scoperto che, per quanto riguarda le hoodie, esistono brand classici di ultra-nicchia che offrono il livello più alto possibile, come ad esempio Camber e Russell Athletic specialmente se vintage e prodotti negli anni ‘90. Serve dunque esibire il valore della hoodie non solo attraverso il logo, come fatto negli anni passati ma attraverso un materiale (neoprene, cotone misto a seta, tessuti con base lana ma anche pura pelle nel caso di Bottega Veneta) che al tatto risulti più solido e dunque distinguibile dalle hoodie “normali”, che risulti più performante, che in generale giustifichi un prezzo di lusso al di là della banale etichetta e che possieda una silhouette più chiaramente scultorea. Chiunque indossi hoodie prestando attenzione al loro fit e alla loro costruzione, infatti, vi dirà che un cappuccio che ricade floscio, privo di qualunque volume è il primo segnale di un prodotto scadente o, come minimo, poco interessante. E lo stesso si può dire degli altri elementi che ne determinano la vestibilità, e che dipendono dalla composizione o dall’assenza di elastici, dalla distribuzione delle proporzioni. Molte hoodie del fast fashion, in effetti, hanno la tendenza a “cadere” inerti restando come appese mentre oggi si favorisce generalmente una silhouette più compatta e definita, ma anche materiali che la nobilitino.
A ciò si deve aggiungere la cattiva fama che le hoodie si sono conquistate negli anni dello streetwear, ovvero quella di prodotti cheap su cui basta stampare un logo per battere cassa con quei clienti danarosi ma scarsamente sensibili alla morbidezza di un bouclé o alla fattura di un’asola. Nello show di Valentino, ad esempio, un lavoro molto interessante fatto da Pierpaolo Piccioli è stato quello di integrare la hoodie monocolore «oversize ma non priva di forma» in un ideale di guardaroba quotidiano elevato in ogni suo aspetto. In questo senso la hoodie mantiene la sua comodità e la sua rilassatezza, ma viene anche “redenta” dalle sue prosaiche ascendenze diventando un elemento di una sartoria contemporanea che possiede, per questo ma anche molti brand diversi, la morbidezza come principio di design complessivo. Come distinguerla senza ricorrere all’espediente del logo? Fornendole appunto una silhouette morbida ma molto strutturata, che avvolga e crei volumi più valorizzanti e soprattutto non abbia quel tessuto così comune e facile sfibrarsi o sgualcirsi delle hoodie normali. C'è anche un altro trend tangente a questo, per cui servirebbe una trattazione a se stante, sulla ricerca della monumentalità degli abiti e delle loro silhouette, un massimalismo di volumi e forme che non è identico al massimalismo di ornamenti e decorazioni.
Lo stesso discorso vale per le giacche con cappuccio, presenti sempre da Valentino con le stesse forme voluminose e “autoreggenti” in versione denim. Importante notare, qui, che non ci riferiamo alle giacche che esternamente si presentano come piumini imbottiti ma riprendono il modello della Active Jacket di Carhartt WIP. Simile operazione hanno fatto anche Dion Lee, Hermès, Louis Vuitton e Our Legacy per la collezione con Stussy; più arditi, brand come Auralee, Balenciaga, Doublet e MSGM hanno fatto della zip-up sovradimensionata un capo di outerwear vero e proprio (il migliore è stato Ryota Iwai di Auralee che l’ha abbinata a un completo formale) mentre Nigo, per Kenzo, ha usato lo stesso materiale simile al neoprene per una felpa dal collo alto ma priva di cappuccio. Il cambiamento, considerato come numerosi brand ancora non sappiano bene come tirare fuori la hoodie dalla categoria dei facili cash grab, è più che benvenuto – forse sarà proprio lei, in effetti, a rappresentare la pietra angolare di quel nuovo guardaroba sartoriale contemporaneo che oggi tanti designer menswear favoleggiano.