La parabola di Brendan Fraser
Da giovane rubacuori a pezzo grosso del cinema
02 Dicembre 2023
La storia di Brendan Fraser serve d’ispirazione per ognuno di noi. Una carriera iniziata negli anni ’90, da subito costellata da grandi successi come George re della giungla (1997), L’orgoglio di un figlio (1996) e il blockbuster La Mummia (1999), la vita professionale dell’attore canadese naturalizzato statunitense ha subito un brusco cambio di rotta all’inizio del nuovo millennio, intavolato proprio dalle pressioni sociali di tutta la fama accumulata in quegli anni. Decidendo di prendersi cura una volta per tutte della sua salute mentale e fisica, nel 2008 Fraser ha deciso di abbandonare il grande schermo, fino a quando il richiamo del pubblico che lo ha riscoperto sui social non ha acclamato il suo rientro tra le stelle di Hollywood con la vittoria dell’Oscar come Miglior Protagonista in The Whale(2022). Sulle stesse orme dei colleghi Matthew McConaughey e Julia Roberts, Fraser ha stravolto la sua immagine pubblica da sex symbol ad artista pluripremiato nel corso di lunghi anni, ma mentre McConaughey e Roberts lo hanno fatto a carte scoperte, saltando di rom-com in dramma sotto gli occhi dei propri fan, la rinascita di Fraser è avvenuta a sipario chiuso, per proteggere quella sensibilità infinita che lo caratterizza da sempre. Questa settimana è stato annunciato il prossimo ruolo che andrà a ricoprire l’attore, il protagonista di Rental Family diretto da Hikari, regista di Beef, l’ulteriore conferma della svolta professionale di Fraser.
Dopo il successo della scorsa primavera agli Oscar e un’apparizione in Killers of the Flower Moon del grande Martin Scorsese, Fraser ha trovato un nuovo ruolo di spessore all’interno di Hollywood. Rental Family sarà ambientato a Tokyo e racconterà la storia di un attore senza soldi che, lavorando come controfigura per una società di “famiglie in affitto”, avrà l’occasione di riscoprire se stesso. Come nel caso della pellicola che gli ha permesso di vincere l’Oscar, il progetto diretto da Hikari riflette appieno il riscatto professionale - e se vogliamo anche personale - di Fraser. «Grazie per avermi dato un'ancora di salvezza creativa» aveva dichiarato l’attore sul palcoscenico degli Academy Awards riferendosi al regista di The Whale, Darren Aronosky. Nel 2018, quattro anni prima della rivalsa cinematografica, Fraser aveva condiviso in un’intervista con GQ i motivi che lo avevano portato a ritirarsi dalle scene, tra cui lo stress fisico e mentale causato dal lavoro di stunt sul set de La Mummia e un presunto episodio di molestie sessuali da parte dell’ex presidente della Hollywood Foreign Press Association, Philip Berk.
Fraser ha riscritto la propria carriera lontano dai paparazzi, dai red carpet e dalle premiere, e adesso, seppure vicino come non mai alla penna dei registi più ambiti del settore, l’attore sceglie di voltare le spalle alla fama in quanto celebrity in favore della gloria in quanto attore. Seguendo questo esempio, anche il suo stile è diventato più maturo. Se negli anni ’90 i suoi look riflettevano l’attualità dei film in cui recitava incorporando i trend del momento, tra giubbotti in pelle, look in total denim e completi kitsch con dettagli argentati, oggi gli outfit che Brendan Fraser indossa per gli eventi e per gli editoriali sono i grandi classici come lo smoking o il frac, con l’aggiunta occasionale di qualche accessorio ultra americano come un cappello da cowboy. Così come per le pop star che cambiano armadio a seconda delle loro “ere artistiche” - ossia seguono la scala cromatica e il ritmo del loro ultimo album per permettere alla loro estetica di avere maggiore presa mediatica - Fraser ha ristrutturato la sua immagine per rappresentare la sua ritrovata maturità e il potere decisivo che finalmente può esercitare su di sé, sia sul grande schermo che nella vita pubblica.
Da Cenerentola a Barbie, il mondo di Hollywood ama prove e sofferenze tanto quanto il romanticismo, perché smuovono il cuore degli spettatori invogliandoli a tornare a teatro. È per questo che nel cinema i professionisti più amati possono passare dalla produzione di rom-com natalizie ai drammi dei grandi autori: la reinvenzione della vita di un attore fa in un certo modo parte del marketing del film. Tempo fa, i fan di Matthew McConaughey hanno seguito l'attore al cinema sia in Come farsi lasciare in 10 giorni(2003) che dieci anni dopo in Dallas Buyers Club(2013), quelli di Julia Roberts l'hanno ammirata passionatamente sia in Notting Hill(1999) che in Erin Brockovich(2000), ed oggi il pubblico aspetta con ansia il ritorno di Fraser in Rental Family con lo stesso affetto con cui ha fatto il tifo per lui guardando La Mummia. I protagonisti cambiano e la storia si ripete, in fondo, si tratta sempre della stessa favola.