I 5 show più memorabili del 2023
Monumentali, surreali, cerebrali – quest’anno abbiamo visto di tutto e di più
23 Novembre 2023
Ogni anno nella moda è definito dagli show che ha contenuto. Ci sono anni eccellenti (il ’94 e il ’98 sono tra quelli ricordati con più affetto) e anni trascurabili – ma ogni anno ha le sue stagioni e il suo stile. Quest’anno, in un contesto segnato dalla mania per il quiet luxury, dalla diffusione di una nuova normalità e da una generale assenza di enormi rischi creativi, gli show che abbiamo visto non hanno rinunciato alla loro grandiosità – anche se la grandiosità non può sicuramente essere il criterio definitivo per valutarli. Quelli che abbiamo scelto noi sono stati gli show dotati di impatto: sia dal punto di vista dello spettacolo nel suo complesso; sia dal punto di vista delle collezioni presentate che da quello del risultato estetico finale. Ecco dunque i 5 show più memorabili del 2023, decretare il migliore spetta invece a voi lettori votando sui nostri canali social.
1. Louis Vuitton SS24
L’ingresso trionfale di Pharrell Williams nella storia della moda è stato orchestrato sul Pont Neuf, per l’occasione trasformato in titanica passerella riempita di tutte le star, tutti i giornalisti, buyer e designer più importanti del mondo. Se Parigi si popola di stelle a ogni fashion week, l’intero Olimpo della moda si è riunito ad assistere a uno show che non riguardava solo il brand più redditizio al mondo, ma anche un importante passaggio di consegne che si è compiuto, se pur tardivamente, nel migliore dei modi. L’intero concept dello show era collegare Parigi alla Virginia «i ricordi della Princess Anne High School di Virginia Beach, un istituto fondamentale per la formazione del Direttore Creativo, così come i ricordi della strada che lo hanno guidato fino ad oggi», come dicono le show notes del brand.
2. Undercover SS24
In un mese della moda in cui ci sono state molte cose belle ma pochi sussulti, l’idea di Jun Takahashi di chiudere il suo show con gonne-lanterna che contenevano piccoli ecosistemi e al cui interno volavano farfalle vive. Dopo lo show è nata una bagarre sull’etica di utilizzare vere farfalle nello show, anche se il brand aveva preso tutte le misure necessarie affinché il trattamento degli animali fosse il più etico e meno dannoso possibile. Non di meno, dopo una successione di capi ingegnosamente costruiti per sembrare capovolti, velati di tessuti trasparenti sui quali minuscoli insetti ricamati parevano arrampicarsi, e ali d’angelo poeticamente ingabbiate nel tulle, la visione surreale di questi abiti fuori dal mondo, così delicati e fantasiosi, è stata un’emozione che molti faticheranno a dimenticare.
3. Miu Miu FW23
Se il pubblico pensava che Miu Miu avesse avuto il suo nuovo momento di gloria con l’ormai leggendario set tagliato a orlo vivo, nessuno era pronto per questo show. Di base, questa è stata la sfilata che ha portato l’officecore nella conversazione, che ha esemplificato nella maniera più pura quell’apprezzamento per le stereotipate uniformi d’ufficio trasformate in oggetti di trasgressione: twin set indossati senza pantaloni, strati di abiti dal sapore retrò del tutto trasparenti, quella felpa che vive rent free nella testa di così tanti clienti (o aspiranti tali) del brand, la collaborazione con Church’s, gli occhiali da nerd. Non ultimo, il ritorno di Mia Goth sulle passerelle dopo un anno di grazia che l’aveva trasformata nella nuova icona dell’horror indie. No crumbs left.
4. JW Anderson SS24
Il lavoro di Jonathan Anderson, dovunque esso si manifesti, è sempre un bel vedere. E questa collezione non è sicuramente stata da meno: texture burrose, cargo trasformati in pantaloni-mongolfiera, abiti drappeggiati, scintillanti come smalto, chiodi di pelle color oliva che paiono commestibili, i bomber piumati. Ma l’idea più assurda, stranamente semplice ma forse dalla complicatissima esecuzione è stata l’outfit di plastilina che ha aperto la collezione – un flash dall’infanzia che si trasforma in un’affascinante metafora del metodo e dell’estetica di Anderson che anche al culmine della difficoltà tecnica rimane sempre giocosa e auto-ironica.
5. Marni FW23
Gli show di Marni hanno sempre qualcosa di poco convenzionale – ma quello di Tokyo è stato forse più grandioso degli altri. A partire dai capispalla rigonfi firmati dall’artista Dingyun Zhang, che hanno inaugurato una collezione basata su colori intensi e acidi, fino alla location del tutto ricoperta di lenzuoli bianchi, l’orchestra con i suoi archi, i suoi tamburi e i suoi sintetizzatori hanno fornito al pubblico uno show tanto eccentrico quanto memorabile.