Tutte le volte che i designer hanno preso ispirazione dalla baguette francese
Un'icona per Fendi, un gioco d'ironia per Amélie Pichard e Dauphinette
24 Ottobre 2023
La baguette, nella tradizione francese, è molto più che un semplice alimento. Incarna l'essenza della vita quotidiana dei francesi, spesso adorna le loro tavole. È un simbolo profondamente radicato nella cultura francese, tanto che la sua artigianalità è stata ufficialmente riconosciuta nel novembre 2018, quando il Ministero della Cultura francese l'ha inserita nell'Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Nazionale, e poi nel 2022 quando anche l'UNESCO ha aggiunto questa competenza alla sua lista del Patrimonio Culturale Immateriale. Per questo motivo, non sorprende affatto che questo elemento essenziale della vita quotidiana dei francesi venga reinterpretato. Cucina e moda, due pilastri iconici della cultura francese. Allora, perché non fonderli armoniosamente? Nel 1997, Silvia Venturini, nipote dei fondatori della casa di moda Fendi, Adele ed Edoardo Fendi, ha creato la famosa borsa Baguette. Ricordiamo che la forma della borsa Fendi non ha nulla a che fare con il pane, ma è stata ispirata dal modo in cui le donne francesi portavano le baguette appena sfornate sotto il loro braccio, un look effortless ma elegante. Venturini ha quindi progettato una borsa che potesse essere dotata della stessa portabilità di una pagnotta, riprendendone forma e dimensioni. Chi avrebbe mai pensato che un design ispirato a una pagnotta francese avrebbe portato la maison italiana verso un successo così grande? Così come venticinque anni fa Fendi ha reso la baguette un codice stilistico portante del proprio marchio, negli ultimi tempi diversi brand stanno prendendo ispirazione dal pane francese per i propri accessori, questa volta in modo sempre più realistico.
La nuova Fendi Baguette
La borsa Baguette non ha immediatamente catturato l'attenzione del pubblico: tutto è cambiato quando è stata utilizzata da Sarah Jessica Parker nel suo iconico ruolo di Carrie Bradshaw in Sex & The City, diventando così un'icona dello stile degli anni '90. Per tutte e sei le stagioni della serie, Bradshaw indossava con orgoglio questo accessorio, riuscendo così a creare una tendenza ad ampliare la richiesta per questo item. A venticinque anni dalla sua creazione, Silvia Venturini, ora direttrice creativa lato accessori uomo e bambino da Fendi, ha intrapreso con audacia una reinvenzione della sua creazione iconica. Durante la sfilata Fendi FW23, le modelle in passerella hanno mostrato una nuova interpretazione della baguette francese, realizzata questa volta in shearling. La borsa, letteralmente a forma di baguette, si allontana radicalmente dall'originale. Rimanendo fedele al suo approccio giocoso agli accessori, Venturini ha presentato questa nuova borsa come una tote come un accessorio da portare sotto il braccio, evocando così il gesto dei parigini. Un tocco di ingegnosità è stato aggiunto facendo indossare questa borsa alle modelle come custodia per ombrello.
La baguette secondo Amélie Pichard, Moschino e Dauphinette
Altri brand si sono uniti alla tendenza giocosa di reinventare la baguette come accessorio di moda. La designer francese Amélie Pichard ha lanciato nel 2019 la borsa Michard, realizzata in legno di acacia con l'obiettivo di assomigliare a una baguette e che può essere portata in spalla grazie a una catena in metallo dorato, mentre durante la sfilata FW20 di Moschino sono comparse una pochette a forma di baguette e persino una borsa a tracolla ispirata ai croissant. L'interpretazione più punk della pagnotta francese arriva però in tempi recenti dal brand di accessori eccentrici Dauphinette, che su Instagram diverte i suoi fan con le versioni più inaspettate dell'iconica forma di pane, ricoperta prima di charm e perline, poi di borchie. La moda ha sempre giocato con i codici dell'abbigliamento francese, che si tratti di magliette a righe da marinaio o di berretti, ma la reinvenzione di elementi fondamentali della cucina francese si è rivelata particolarmente ingegnosa. Chissà se il prossimo spunto creativo non verrà di nuovo da una boulangerie parigina, forse dal pain au chocolat?