Compreresti una cesta di vestiti usati a 18 euro?

Sabato mattina, in viale Espinasse, a partire dalle prime ore del mattino una lunghissima coda di ragazzi ha cominciato a formarsi di fronte al civico 99, come per un concerto. Il «popolo di TikTok,» come l’ha chiamato il Corriere della Sera, ha preso d’assalto la sede della cooperativa Di mano in mano in occasione di All you can wear, un evento con ingresso al prezzo di 18 euro che ha permesso a tutti i clienti di portare a casa tutti i vestiti che questi riuscivano a far entrare in una borsa fornitagli all’ingresso. Una scena che potrebbe ricordare le guerre nei sample sale riprese in serie come Sex and the city e Friends, All you can wear rappresenta un nuovo modo di fare shopping sostenibile, come Yolo Store, il negozio di Via Torino in cui gli abiti non hanno etichetta. 

All’interno della cooperativa, trentacinque banchi di abiti vintage e di seconda mano aspettavano la folla di ragazzi, una lunga coda che già alle 9 e mezza contava migliaia di persone. Il passaparola di All you can wear è iniziato non sorprendentemente su TikTok, la newsletter preferita degli under-20, ma il suo successo era assicurato ben prima che qualcuno condividesse la notizia online. Sempre più ragazzi amano l’usato, e i motivi sono parecchi; oltre a permettere di comprare senza rinunce e ad evitare di investire in abiti fast fashion e di bassa qualità, il vintage salva il pianeta - l’anno scorso, gli organizzatori di All you can wear hanno dichiarato che l’evento ha evitato l’emissione di 60 tonnellate di gas serra - e i vestiti delle decadi passate, spalancando le porte ad un mondo di moda d'archivio che va dai pezzi designer più ambiti a quelli più generici, ma altrettanto edgy.  E se per qualcuno arrancare tra la folla per infilare in una borsa tutto quello che si riesce, senza troppo giudizio, può sembrare stressante, per molti si è rivelato un modo interessante per creare nuove amicizie.