Christopher Nolan si veste come i suoi protagonisti

Che Christopher Nolan sia un regista fanatico del proprio lavoro si capisce, oltre che per il successo ottenuto nella sua fiorente carriera, per la durata media dei suoi progetti e per lo stile che tutti questi hanno in comune, curiosamente simile all’abbigliamento di Nolan. Oppenheimer, uscito nelle sale italiane settimana scorsa, personifica le principali ossessioni di Nolan in maniera evidente: una pellicola di tre ore in cui protagonisti uomini cercano di cambiare le sorti del mondo, Cillian Murphy, ed un’estetica cupa e tenebrosa - questa volta portata all'estremo, tanto da sfociare nella riuscita marketing vincente denominata Barbie vs Oppenheimer. L’evidente somiglianza tra Nolan e i suoi personaggi, un tema emerso soprattutto dopo l’uscita di Tenet (2020), in Oppenheimer viene riproposta agli spettatori tramite gli abiti del protagonista. Il film narra l’invenzione e lo sgancio della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale, eppure il look curato e alla moda - dei tempi - del fisico risulta essere un elemento portante nello sviluppo della trama.

«Penso a Oppenheimer come a una rockstar,» ha detto la costumista Ellen Mirojnick a The Guardian. «Era molto attento al suo look. Era memorabile. Incarnava il potere della comunicazione come nessun altro.» Secondo quanto raccontato da Mirojnick, ci sono voluti tre tentativi diversi prima di trovare un cappellaio che riuscisse a riprodurre esattamente il fedora di Oppenheimer, un’affermazione che ci spinge a pensare che Nolan scelga di raccontare la storia di uomini ben vestiti anche perché, sotto sotto, vorrebbe avere il loro guardaroba. Vediamo insieme quali registi, oltre al regista del Cavaliere Oscuro, amano vestire come i loro personaggi. 

Wes Anderson 

La somiglianza tra lo stile di Wes Anderson e l’estetica dei suoi film non è un segreto per gli appassionati di cinema, un dettaglio che rende l’universo del regista ancora più affascinante. Dal caratteristico colore ocra che pervade le sue scene ai completi anni ’70 che abbiamo amato su Adrien Brody in Treno per Darjeeling, al verde acqua e il rosa pastello di Grand Budapest Hotel, la passione di Anderson per le palette dai colori caldi è innegabile, e siamo sicuri di ritrovarla anche in Asteroid City, la sua prossima uscita. 

Tim Burton 

Impossibile parlare di registi-caricatura senza citare Tim Burton, creatore di goth cult come Mercoledì Addams, ormai icona di riferimento per tutti gli amanti del gothic chic. Come ha spiegato più volte lui stesso, il suo stile anticonvenzionale è arrivato ben prima di quello di Edward Mani di Forbice, una particolarità che da bambino lo faceva sentire isolato dagli altri. «Ti senti un po' diverso,» ricorda. «Era strano. Solo perché ti piacciono i film di mostri, la gente pensava che fossi strano, cosa che ho sempre ritenuto strana.»

Pedro Almódovar 

Il rosso Almódovar non solo è elegantissimo e struggente su Penelope Cruz e Rossy de Palma, ma anche ultra-presente nell’armadio del regista spagnolo di Tutto su mia madre e Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Recentemente, i suoi look sul red carpet e durante le riprese hanno un po’ perso vivacità, ma da giovane incarnava appieno tutta l’intensità cromatica che usa da sempre permeare i suoi progetti. 

Spike Lee

Lo stile dapper e colorato di Spike Lee segue la sua scelta di raccontare la storia afroamericana nei suoi film. Nonostante la sua fotografia sia mutevole, i costumi dei suoi personaggi influenzano ampiamente il guardaroba del direttore statunitense, da Fa’ la cosa giusta a Malcolm X, fino al più recente BlacKkKlansman, ambientato negli anni '70, una decade decisiva per i diritti degli afroamericani.