C'è aria di novità alla Copenhagen Fashion Week SS24
In un'edizione colpita da vento e pioggia, i giovani designer guidano il cambiamento della moda scandinava
12 Agosto 2023
Sarà per il vento che soffia ininterrottamente o per il meteo impossibile da prevedere, ma alla Copenhagen Fashion Week c’è sicuramente aria di cambiamento. I quattro giorni di show (uno in più rispetto al solito) hanno evidenziato ancora una volta quanto già visto nell’ultimo periodo: il minimalismo scandinavo tanto caro in quelle latitudini sta lentamente lasciando il passo al nuovo. Un nuovo che ha tanti nomi, alcuni più conosciuti di altri. Dopo l’esordio della scorsa stagione, ad esempio, P.L.N. si è riconfermato come una delle realtà più interessanti del panorama danese virando, dopo una prima collezione dall'appeal commerciale, verso uno show dalle sfumature più concettuali che non tradiscono però lo spirito del brand (che intanto sta collaborando con Travis Scott).
Lo stesso si può dire di Vain, brand finlandese salito agli onori della cronaca qualche mese fa grazie alla sua collaborazione con McDonald’s e arrivato a Copenaghen per il suo primo show vero e proprio. Per l’occasione il direttore creativo Jimi Vain ha creato una collezione, ribattezzata Social Avoidance, che vuole essere riflesso diretto della società odierna, tra pandemie e incertezze economiche. Tra le sorprese c’è da registrare anche Stamm, brand vincitore dello scorso Zalando Sustainability Award in cui la visione della designer Elisabet Stamm unisce il mondo dell’hip-hop a quello dello sport, i fit esagerati alle stampe coloratissime per una collezione che ha come punti cardine Snoop Dogg, Eminem, 2Pac e la Mtv Generation. Se la collezione d’esordio non era stata tra le più convincenti, questa volta Stamm ha ribaltato le aspettative mostrando, tra le altre cose, di saper immaginare una donna diversa da quella che siamo abituati a vedere sulle passerelle danesi.
Lo stesso ha fatto Paolina Russo. Vincitore del Zalando Visionary Award e finalista dell’LVMH Prize, il brand di Alex Russo e Lucile Guilmard ha portato in passerella una collezione che sembrava provenire da una scena di Avatar o da un pianeta remoto nato dall’immaginazione delle due designer. Rimanendo in tema fantascienza, Deadwood ha rievocato la bellezza dei costumi di Dune e Mad Max: Fury Road senza vergognarsi della sua smodata passione per Rick Owens. Se da un lato la moda fatta di sottoculture e nuove suggestione sembra destinata a trovare sempre più spazio a Copenaghen, quella più tradizionale continua ad essere al centro dell’attenzione con i suoi nomi più importanti. Remain, Skall Studio, Saks Potts e Operà Sport continuano ad essere i portabandiera dello stile scandinavo che registra però anche la cresciuta di due nomi da segnare sul taccuino: A. Roege Hove e Mark Kenly Domino Tan.
Del primo c’è ormai poco da dire, se non quanto Amalie Røge Hove si riconfermi ancora una volta come una maestra della materia, capace di cambiare forma alle sue creazioni, sperimentando senza mai perdere di vista l’identità del suo brand (e vi assicuro che vedere le sue creazioni da vicino fa tutto un altro effetto). Dopo un cambio di designer invece, Mark Kenly Domino Tan si è ripresentato sulle passerelle della CPHFW con una collezione ricca di spunti e sorprese in cui, nonostante il womenswear sia il protagonista assoluto, non mancano alcuni look maschili degni di nota in cui si vede la volontà del designer di non limitarsi ad adattare una visione già presente a una collezione maschile ma a crearne una da zero capace di interagire con lo spirito del brand.
La presenza del menswear in passerella è un altro dei temi centrali di questo processo di cambiamento della moda danese, che anche grazie a brand come Sunflower (protagonista di uno degli show migliori e delle collezioni più solide della Fashion Week) sta scoprendo una passione per la moda maschile fino ad oggi rimasta sopita. Passione che quando non si palesa in passerella lo fa attraverso nuove modalità che puntano sul valore della community, che si tratti di party come nel caso di (di)vision e Soulland, o pop-up ed eventi speciali, come per Heliot Emil, tornato nella sua città natale per inaugurare il suo nuovo store che fa da apripista a una serie di nuove aperture. Insomma, qualcosa sta cambiando alla Copenhagen Fashion Week in un processo che non lascia indifferente nemmeno Ganni. Forte della presenza di Paloma Elsesser in apertura al suo show, il brand ha raccontato una versione “cresciuta” della sua Ganni Girl che, pur mantenendo intatti i suoi tratti più classici, inizia ad entrare in una nuova fase della sua vita. «Anche i commessi stanno cambiando» mi dice una ragazza in uno degli store del brand, «adesso vedi molti più ragazzi tatuati lavorare per Ganni rispetto a tre anni fa». C’è aria di novità in Danimarca e noi non possiamo che esserne felici, pronti a scoprire in che direzione si muoverà la moda danese di domani.