Chi era Enrico Coveri, il maestro della moda pop
Il primo stilista italiano a sfilare a Parigi, tra paillettes e look brillanti
08 Agosto 2023
Una delle più significative caratteristiche della moda anni Ottanta è di certo rappresentata dall’utilizzo di colori molto accesi, ed Enrico Coveri è stato, senza dubbio, uno dei più abili designer di quel periodo nell’accostarli e renderli protagonisti. Dopo aver studiato scenografia e costume all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, Coveri debutta nel 1978 a Parigi come primo italiano a presentare una collezione di ready-to-wear nella capitale francese. Fin dal suo esordio, questa propensione cromatica è particolarmente evidente e, infatti, anche se le sue silhouette sono in linea con i tempi, quindi caratterizzate da spalle molto pronunciate, giacche corte e pantaloni a vita alta, il tutto viene declinato e reinterpretato attraverso una palette brillante che in breve tempo diventerà la sua cifra stilistica.
Look monocolore inaspettati
Nel vero e proprio arcobaleno di proposte di Coveri rientra un utilizzo specifico delle cromie che si caratterizza, in primo luogo, per la scelta di presentare look monocolore. L’impatto estetico delle sue collezioni non è solo enfatizzato dai toni selezionati dal creativo, già di per sé di grande effetto con blu, rossi, verdi, gialli incredibilmente saturati, quasi rievocazioni della Transavanguardia, il movimento artistico a lui contemporaneo, ma soprattutto dalla volontà di creare dei blocchi di colore a partire dal cappello fino ad arrivare alle scarpe. Nella maggior parte dei casi Coveri amava stupire e disattendere le aspettative, perciò introduce un continuo colpo di scena rappresentato dall’ossimoro tra le stagioni di lancio della collezione e la palette proposta. Se normalmente la tendenza era quella di associare colori freddi e cupi ai mesi invernali e quelli più accesi ai mesi estivi, il creativo italiano era solito capovolgere questa situazione rendendo ancora più squillanti – anche letteralmente – tutte le sue creazioni. Inoltre, tutto questo veniva pensato su silhouette altrettanto vivaci fatte di volant, maniche a sbuffo, gonne a palloncino e perfino crinoline, interamente ripensate attraverso la sua tavolozza.
L'influenza dell'arte degli anni '80 e le paillettes
Il mondo di Coveri trae ulteriore ispirazione dall’arte, non solo quindi dalle Transavanguardie italiane, ma anche dalla Bad Painting americana, quando ai look monocromatici sostituisce quelli con stampe e ricchi motivi, spesso astratti o volutamente sfocati, pensati per rievocare grandi opere artistiche, appunto. Un esempio è sicuramente l’utilizzo dei “graffiti” di Keith Haring che si sono tradotti in una fantasia all-over e, ovviamente, multicolore. A questa tendenza si aggiunge anche la capacità di attingere da una serie di fonti di diversa natura che provengono da ambiti molto distanti tra loro, come possono essere il folklore, le uniformi, o ancora il mondo western. Una delle sue più celebri e ricorrenti reinterpretazioni è quella del tartan, nella maggior parte dei casi abbinato a contrasto, ma sempre nel rispetto del suo approccio di base e cioè la facilità nell’indossare i capi, uno dei più importanti aspetti, non solo di Coveri in effetti, ma più in generale della moda italiana. Un ultimo elemento da citare parlando dello stile del designer è l’uso delle paillettes che rappresenta forse una delle più chiare testimonianze della sua vulcanica creatività. Sempre con l’intento di ricreare immagini e raccontare storie di mondi differenti, Coveri crea dei quadri luccicanti che da un punto di vista estetico rimandano alla bassa risoluzione dei videogiochi più in voga in quegli anni, come Pac-Man e Space Invaders. Però non solo per abiti da sera eleganti e di gran carattere, ma anche per proposte adatte a tutti i giorni e alle occasioni più disparate, come dimostrano i suoi costumi completamente in paillettes.
L’eredità di Coveri
Nel 1990 Enrico Coveri scompare prematuramente e il marchio rimane sotto il controllo della sorella Silvana nella veste di Amministratore Unico. Qualche anno più tardi, nel 1996, il figlio di Silvana, Francesco Martini Coveri diventa direttore artistico della seconda linea del brand, You Young Coveri, per poi passare al marchio principale nel 2001. Al di là di questi passaggi di testimone, in uno scenario che spesso dimentica i grandi nomi del passato, Coveri ha sicuramente lasciato un segno deciso nella storia della moda con creazioni brillanti, in tutti i sensi, che sono un riferimento per tutti coloro che scelgono di seguire una strada “pop”, condivisa con designer come Franco Moschino e Jean-Charles de Castelbajac.