Chi era Emanuel Ungaro
La storia del designer di origine italiana prima che Lindsay Lohan prendesse la direzione artistica del brand
10 Luglio 2023
Nel variegato e coloratissimo mondo della moda degli anni Ottanta, in cui le sfilate erano grandi show tra sfarzo ed eccessi cromatici e le silhouette erano cinte in vita e ampie sulle spalle, Emanuel Ungaro, designer di origine italiana, si distinse per la sua incredibile abilità nel mixare stampe e nel creare sontuosi abiti da sera. Lo fece con grande classe, tant’è che ancora oggi i suoi tagli e accostamenti sono celebri, e hanno fatto da esempio per designer contemporanei come Dolce&Gabbana e Moschino, solo per citarne alcuni. Partito da Francavilla Fontana, in Puglia, si trasferì con la famiglia in Francia per via delle loro idee antifasciste, e visse in Provenza per i primi anni della sua vita. Qui, come avvenne spesso per tanti grandi designer del passato, affiancò il padre imparandone il mestiere di sarto, per spostarsi successivamente a Parigi, dove iniziò a lavorare per Balenciaga prima e per Courrèges poi. Dopo questo periodo formativo, nel 1965 fondò il suo brand omonimo ponendosi l’obiettivo di creare capi che potessero rappresentare delle “esperienze” per chi li avrebbe indossati.
Il suo stile negli anni
Durante i primi anni del suo marchio, fortemente influenzato dall’affiancamento di Courrèges, Ungaro creerà dei pezzi che rientrano in modo chiaro nell’ambito della moda Space Age. Perciò sono innumerevoli gli elementi in metallo, anche molto strutturati e dal design futurista, le decorazioni specchiate e geometriche, tutto in un’ottica prettamente legata allo stile del designer naturalizzato francese e quindi improntata a un iperdecorativismo, sebbene ancora lontano dal suo più caratteristico massimalismo. Gli scatti del celebre fotografo Peter Knapp degli anni Settanta sono un chiaro esempio di questa prima fase stilistica di Ungaro. Avvicinandosi alla decade successiva, le creazioni cominceranno ad assumere la configurazione più tipica dell’immaginario che generalmente viene ricondotto al creativo, quindi le sue proposte diventeranno tailleur e abiti avvitati con maxi spalline e pieni di stampe coloratissime che includeranno fiori, pois, geometrie astratte e righe in una costante contrapposizione, non solo tematica, ma anche a livello di nuances. Nonostante l’abbinamento fosse sempre in chiave mismatched, il risultato finale risultava incredibilmente armonico, dimostrando tutta l’abilità del couturier nel modificare dei classici del guardaroba femminile per adattarli alle sue inclinazioni estetiche, ormai così precise. L’eleganza per la quale divenne celebre è di certo rappresentata appieno dai famosi abiti da sera, ricchissimi di dettagli quali volant, maniche a sbuffo, corsetti, gonne a palloncino e le immancabili stampe insieme ai toni brillanti.
Ungaro dopo Emanuel
Nel 1996 la casa di moda francese fu acquisita dal gruppo Ferragamo, perciò Ungaro si ritirò dalla gestione per poi lasciare definitivamente il mondo della moda nel 2004. Gli anni che seguirono sono stati piuttosto complessi a livello di direzione creativa, affidata per brevissimi periodi a una serie di designer molto diversi tra loro a partire da Peter Dundas in carica dal 2006 al 2007, poi Esteban Cortázar dal 2007 al 2009 e infine Estrella Archs, ricordata soprattutto per la decisione di farla affiancare da una celebrity come Lindsay Lohan per il periodo 2009-2010. Quest’ultima parentesi, che sembra quasi un salto in avanti nel tempo, con dinamiche che attualmente la moda sta vivendo sempre più spesso e in modo anzi ancora più radicale, è una testimonianza di quanto sia frequente per queste grandi Maison del passato vivere poi un comprensibile momento di stallo a seguito della scomparsa del fondatore, soprattutto nel caso in cui questi abbia avuto un talento di grande caratura. A posteriori, dovendo valutare i suoi vari sostituti, l’unico che è riuscito a lasciare un segno più deciso rispettando sia l’eredità del brand che il proprio stile è stato Fausto Puglisi, nominato nel 2013 e durato in carica per cinque anni.