Quest’estate gli shorts si abbinano agli stivali
Storia della controversa combo, dai boy scout ai dancefloor
26 Maggio 2023
Nella moda esistono trend che si diffondono silenziosi – così silenziosi in effetti che spesso non paiono nemmeno trend finché non si inizia a vederli sulla strada, ogni giorno, con crescente insistenza. Uno di questi è la nuova consuetudine di indossare stivali insieme agli short. Nulla di eccessivamente nuovo, la combo di short e stivale dopotutto va indietro di decenni, ma quest’anno promette di diventare ufficialmente parte del vocabolario stilistico estivo come, l’anno scorso, è toccato a canottiere e clog di Birkenstock. L’origine dello stile nel menswear non è chiarissimo: con ogni probabilità l’origine è militare, dato che i primi short da uomo vennero impiegati dalle truppe indiane del Bengala e poi copiati dai colonizzatori inglesi di fine ‘800. L’uso si sparse poi tra le truppe dislocate in Africa durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale, ma già nel corso degli anni ’40 la convenzione esisteva negli USA – rimane famosa la foto scattata nel 1940 ai camerieri della Log Lodge Tavern di Dallas dove erano uomini in short e stivali da cowboy a servire il pubblico femminile, scandalizzando i moralisti dell’epoca.
Se volessimo però indicare il vero pioniere di questo stile in occidente, bisognerebbe indicare un famoso generale inglese, Robert Baden Powell, il cui più celebre contributo alla cultura odierna fu l’invenzione dei boy scout e della loro divisa che includeva, manco a dirlo, short e stivaletti, oltre alle classiche scarpe Oxford. La storia dello stile passa anche, più avanti negli anni, attraverso delle comunità queer, dei punk, dei clubber e, insomma, è andata caricandosi negli anni di sfumature di ribellione, erotismo, liberazione personale. Infine, lo stile è arrivato anche in passerella e, senza voler andare a scavare negli archivi dei decenni passati, è emerso quest’anno in maniera più conclamata, come vero e proprio “modo” di vestire canonico della stylish elite.
Qual è il motivo di questa diffusione tanto forte oggi? L’esplosione del clubbing successiva al lockdown, con il ritorno esplosivo dell’edonistico, licenzioso codice d’abbigliamento dei dancefloor al di fuori dei dancefloor, pare essere responsabile. Come tante altre convenzioni derivate dal mondo dei raver, trasformate in oggetto di feticismo dal mondo queer e infine riesumate dalla Gen Z come trend, quella dello stivale indossato con lo short è stata molto ripulita dei suoi connotati originari che facevano del classico Wesco Boot un’icona della moda queer (pensate a quanto siano onnipresenti gli stivali nei lavori di Tom of Finland) conservandone però un senso di originalità e di vago fascino trasgressivo. Scendendo dal piano culturale a quello meramente estetico, invece, lo stivale abbinato allo short rappresenta un’alternativa alle spesso basse e piatte scarpe estive. Per motivi di proporzione, in effetti, una sneaker troppo voluminosa si sposa male con un polpaccio nudo – e lo stesso si dica di una sneaker troppo piccola, bassa e piatta che invece causa il temutissimo “effetto papera”. La ricerca di un equilibrio visivo che non lasci la gamba troppo scoperta rovinando l’armonia del look, negli ultimi anni, è stato risolto con il classico calzino bianco, soluzione che pareva aver risolto il problema del menswear estivo, ma che ora forse è così diffusa da aver smesso di sembrare interessante.
Come ogni trend, anche quello degli shorts con gli stivali cammina sull’orlo assai tagliente del cliché, sempre in pericolo di precipitare nell’abisso del cringe. La riuscita o meno del look riposa tutta nelle caratteristiche dello short in questione, che tendenzialmente non dovrebbe mai essere un cargo con le dovute eccezioni. Quanto allo stivale in sé, ci sentiamo di schierarci dal lato della tradizione e dire che l’unico modello safe per questo styling è il combat boot e i suoi affiliati, mai il chelsea boot inglese e meno che mai il cowboy boot che è poco donante per gli uomini fuori dalla passerella, tranne poche e ovvie eccezioni che si spiegano da sole, con beneplacito della signora Prada e di Raf Simons ma anche dei camerieri del Log Lodge Tavern di Dallas. E questo sia perché lo stile nasce proprio a partire dal combat boot, sia perché l’idea alla sua base è quella di creare una sorta di plinto o piedistallo figurato per il corpo – gli stivali più “slim” da cowboy o Chelsea invece creano una silhouette troppo sfilata, dato che il loro scopo è far apparire più aggraziato e, per così dire, appuntito, il piede. Per quanto riguarda l’altezza e la distanza tra i due elementi, invece, la norma vorrebbe che esistesse una certa distanza tra orlo dello short e stivale, anche se sia Balenciaga che Rick Owens e Givenchy hanno mostrato che mantenendo una certa monocromia si può utilizzare uno stivale abbastanza alto e strutturato da combaciare a pelo con uno short che cada oltre le ginocchia. Questo però è un territorio rischioso e chi lo attraversa lo fa a suo rischio.