Il gruppo Prada supera il miliardo di incassi del primo trimestre
Il merito è di Miu Miu e della Cina
12 Maggio 2023
Nonostante il 2023 sia stato percepito dai massimi esperti del settore come un anno di turbolenze sociali quanto economiche, il Gruppo Prada è riuscito a invertire la tendenza. L’azienda capitanata da Patrizio Bertelli ha di recente registrato un traguardo significativo, dimostrando che il lusso può crescere anche in tempi di crisi. Secondo quanto riportato da WWD, il 31 marzo il fatturato ha raggiunto 1,06 miliardi di euro, con un aumento del 22% rispetto agli 876 milioni dello stesso periodo nel 2022, i ricavi wholesale sono cresciuti del 9% a 91 milioni, mentre le royalties sono salite del 52% a 21 milioni, grazie alle licenze di occhiali e profumi. Per la prima volta Prada ha generato vendite trimestrali superiori a 1 miliardo di euro, unendosi ai colleghi LVMH, Hermès e Tod's Group, un ulteriore indicazione del fatto che, pur rallentando in alcuni mercati, i marchi di lusso stanno mantenendo slancio aiutati dalla riapertura della Cina dopo la revoca delle chiusure pandemiche.
Andrea Guerra, amministratore delegato del Gruppo Prada, ha difatti citato un "solido" rimbalzo in Cina, con un aumento del 22% negli incassi e 360 milioni di euro di vendite al dettaglio nell’aria Asia Pacifica. Gli incassi in Europa sono aumentati del 26% a 259 milioni di euro, grazie al turismo e ai consumi locali, mentre nelle Americhe la crescita è più fiacca, del 10% con 174 milioni: «Gli americani tengono il passo, ma non sono così dinamici come in passato e acquistano in Europa approfittando dei vantaggi di un'economia di mercato che non è mai stata in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori». Anche il Giappone si è rivelato un mercato in espansione, registrando un aumento del 44% a 113 milioni di euro, grazie ai recenti investimenti del gruppo nella rete di vendita al dettaglio, alla solida domanda interna e l'aumento del turismo. Cresce del 20% anche il Medio Oriente, raggiungendo i 47 milioni, anche se con una certa moderazione rispetto al trimestre precedente.
Il prêt-à-porter è rimasta la categoria di punta, con un aumento del 38% a 316 milioni di euro, pari al 33% del totale, seguito dalle calzature, aumentate del 20% con 176 milioni di euro. Guerra ha dichiarato di essere «soddisfatto del mix di prodotti» e che la crescita di Prada nella categoria del prêt-à-porter è «un successo», ma ha sottolineato che la pelletteria è «una parte simbolica della sua storia e del suo futuro». Il marchio è agile con i drop e le novità, ma è anche un paziente sviluppatore di prodotti iconici che stanno dando buoni risultati: «Prada è molto, molto desiderabile». L’evoluzione di Miu Miu ha avuto un ruolo cruciala nella crescita, salendo del 42% a 129 milioni di euro, tanto che Guerra ha elogiato il team guidato dall'amministratore delegato Benedetta Petruzzo: «Hanno fatto un ottimo lavoro, lavorando duramente negli ultimi 12-36 mesi, e il marchio è ben accolto, visibile e sta riscuotendo un successo molto più grande nel retail». Alla domanda su Church's, le cui vendite sono diminuite del 21% a 6 milioni di euro, Guerra ha risposto che affronterà l'argomento «nei prossimi due o tre trimestri. Stiamo lavorando sodo e stiamo facendo i nostri compiti sul posizionamento del prodotto, sui negozi, sulle persone e sulla motivazione. È un marchio di valore, un'aggiunta importante nel medio-lungo termine», non un driver di volume. «Guardiamo al futuro con condiscendenza, determinati a continuare il nostro percorso di crescita stabile e sostenibile» ha aggiunto Bertelli.