Al Met Gala 2023, gli uomini non si sono impegnati più di tanto
Tra outfit basic, strani fit e ensemble del tutto caotici
02 Maggio 2023
Un altro Met Gala è arrivato e se n’è andato. Il tema di quest’anno era Karl Lagerfeld, designer vulcanico e controverso, che ha fornito al mondo della moda vagonate di look d’archivio praticamente costruendo da solo il vibe per Chanel e Fendi nel corso di una carriera lunga 65 anni. Ora, come ogni anno ci sono stati look riusciti e meno riusciti, ma una cosa che è stato impossibile non notare è stata quanto gli uomini sul red carpet si siano impegnati incredibilmente poco. A fronte di una minoranza di ospiti che hanno osato davvero molto, come ad esempio Lil Nas X che insieme a Pat McGrath ha creato un look abbastanza indimenticabile, gli uomini del Met Gala si sono divisi tra i temerari che hanno provato a essere originali senza esserlo e i timidi che hanno indossato un completo scuro sperando di farla finita il prima possibile. A fare da ago della bilancia tra i due gruppi c’era Ke Huy Quan, star di Everything, Everywhere, All at Once, che con Dior ha creato un sottile ma precisissimo cosplay di Lagerfeld che dimostrava una perfetta comprensione dell’incarico. Oltre a Lil Nas X e Ke Huy Quan, altri look eccellenti erano Russell Westbrook in Bode, Eddie Redmayne in Alexander McQueen, Olivier Rousteing e Conan Gray in Balmain, Shai Gilgeous-Alexander, Baz Luhrmann e Pusha T in Thom Browne (tutti i look di Browne sono stati pazzeschi ieri sera), Leon Lai Yi in Prada, Taika Waititi In Prabal Gurung e Chi Ossé in Advisry. Il resto dei look va su una scala discedendente dal tremendamente basic al trash – scala che inizia con il ricchissimo Bob Iger con completo nero e sneaker con mini-caricatura di Lagerfeld e si conclude nel delirante e vagamente disperato costume di Jared Leto. Strano ma vero, nessuno dei partecipanti ha pensato di trovare o provare a recuperare abiti dell'archivio menswear di Chanel, di cui gli esempi abbondavano e che avrebbero come minimo dimostrato un interesse in più nella ricerca.
Sicuramente, dato che qui vogliamo parlare di uomini che non si sono particolarmente impegnati, la colpa va assegnata anche ad alcuni brand. Burberry, ad esempio, ha inspiegabilmente vestito tutti i suoi ambassador (che includevano anche Dr. Dre, Barry Keoghan, Stormzy e Skepta) in completi quasi identici tra loro, con un abbinamento di blu elettrico e nero sicuramente discutibile e dettagli tipo le tasche con zip e i fiori all'occhiello finti. Altrove, alcuni look avevano vestibilità non eccellenti come la giacca di Bianca Saunders indossata da Usher, o i completi di James McAvoy e Idris Elba che evocavano immediatamente il maggiordomo Alfred di Batman ma anche James Corden, con una giacca che pareva un po’ frusta, e Hugh Jackman, la cui camicia dal colletto rigido e chiusissimo, a metà tra il prete e il collare ortopedico, pareva stesse per esplodere da un momento all’altro. C’erano poi quelli che non si erano impegnati affatto, indossando nei casi migliori uno smoking e in quelli peggiori completi giacca-e-cravatta davvero poco esaltanti: ricordiamolo è il Met Gala e ciò che funzionerebbe a un matrimonio o in ufficio deve essere elevato ulteriormente. Harris Dickinson, ad esempio, semidio del cinema indie, era vestito da impresario di pompe funebri; Jack McCollough e Lazaro Hernandez di Proenza Schouler, da cui ci saremmo attesi qualche guizzo, sembrava stessero presenziando a qualche noiosa funzione familiare; Pierce Brosnan ha scelto una giacca con fantasia floreale da matrimonio nel Sud Italia, Rami Malek invece era a metà tra chi si è dimenticato il colletto e il parcheggiatore del ristorante mentre a Jackson Wang mancava un berretto in tinta per sembrare l’autista di una limousine negli anni ‘20.
Altri sbadigli ce li hanno regalati Brooklyn Beckham, Matteo Berrettini, Alexander Skarsgård e Daniel Ricciardo in Thom Browne, Bradley Cooper, Robert Pattinson e, francamente, anche A$AP Rocky, in un pigrissimo cosplay di Lagerfeld, a cui andrebbe ricordato che mettere insieme jeans e una gonna a pieghe è un trick già vecchio anche tra gli studenti di moda e che, diciamolo pure, si veste già così in qualunque giorno della settimana dimostrando uno scarso interesse. Tra gli esperimenti meno riusciti ci sono stati anche quelli di Steffon Diggs e Jack Harlow (e quest’ultimo anche a causa di un paio di pantaloni davvero troppo stretti) mentre altri look andavano dal random come quelli di Pete Davidson, Jeremy Strong e Raul Lopez di Luar, fino al completamente caotico come Ben Platt e Alton Mason, probabilmente uno degli uomini più belli dell’industria della moda oltre che il primo modello nero a sfilare per Chanel, che ha deciso di avvolgersi nel pizzo bianco con tanto di stivali-meringa evocando, più che la sposa Chanel, la bomboniera del matrimonio.
Una categoria di outfit caotici è stata quella dei “completi con mantello”: Diddy, Brian Tyree hanno attaccato sopra un mantello declinato via via in versioni barocche e fronzolose. Tutti e tre, e ognuno a modo suo, cercavano di evocare una stravaganza e una teatralità che non erano in grado di evocare, risultando in un grande «Meh». Unici e bravissimi interpreti del quiet luxury ieri sera sono stati Keith Urban, in un pulito frac da cerimonia che giustamente non provava nemmeno a eguagliare la magnificenza di Nicole Kidman, ma esisteva marginalmente a esso con indefessa dignitià e Will Welch di GQ, presentatosi in un completo Saint Laurent perversamente elegante e una serie di gioielli Chrome Hearts che rimandavano alla passione di Lagerfeld per il brand di Los Angeles. Una nota di merito va a Dwayne Wayde e Kodi Smit-McPhee in Prada, che non si sono presi rischi ma hanno dimostrato di essere a conoscenza di trovarsi al Met Gala; ma anche a Maluma e Bad Bunny che gli allibratori davano per spacciati ma che invece sono atterrati sul red carpet con outfit ben ponderati.